COME TRASFORMARE UN SASSO IN UN SORRISO!

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Cos’è un sorriso se non un’intesa tra due sguardi che s’incrociano, uno sfiorarsi d’anime, un volo di farfalla, un muro che si sgretola, una terrazza a picco sul mare, una mano che ti sfiora, il battito di due cuori che si accarezzano!

Un sorriso sorge spontaneo, non ha prezzo, non ha controindicazioni ma trasmette una carica di energia straordinaria, una voglia di mettersi in gioco, di cogliere gli elementi positivi della realtà, di abbracciare la vita.

Ci sono volti che sorridono, forgiati così, dalle mani divine del creatore che trasmettono serenità, gioia, empatia, piuttosto rari ma preziosi. In quei volti ognuno di noi cerca sempre di specchiarsi! E perché non provare a dipingere quei sorrisi per un salutare benessere?

Negli ultimi anni e soprattutto in seguito al distanziamento imposto dal Covid, all’uso delle mascherine, è sempre più difficile intravedere sorrisi, gesti di saluto, voglia di confrontarsi. Sempre più impegni, tanta fretta, timori, preoccupazioni per il futuro.

Sembra che la gente non sia più capace di sorridere, di cogliere gli aspetti più gradevoli e gioiosi della vita, di poter coltivare la speranza.

“L’intera umanità è ammattita, in misura più o meno grave, per il semplice fatto che nessuno ride più di cuore” denuncia Osho (Kuchwada,11 dicembre 1931 - Pune 19 gennaio 1990, Osho Rajneesh mistico e maestro spirituale indiano). Non possiamo che essere concordi con lui ma, non basta parlarne, bisogna fare qualcosa, promuovere efficaci iniziative che favoriscano il sorgere di sorrisi, di situazioni gioiose.

Un mondo senza sorrisi non ha futuro. Dobbiamo imparare a sorridere anche con gli occhi! Gli occhi possono tutto, trasmettono parole, euforia, possono raccontare, sognare, amare.

Ha scritto libri profondi e attualissimi Alessandro Fariello (il “poeta guerriero”, affetto da SMA, Grumo Appula 7/12/1984 - marzo 2021), tutto il suo mondo era concentrato nei suoi occhi che abbracciavano la luce! E lui che viveva la vita come un dono, dal suo letto di dolore ha sempre incoraggiato gli altri a cogliere la bellezza di ogni istante, trasmettendo la sua passione per il mare e per la scrittura. Ci ha lasciato intense e indimenticabili testimonianze nelle raccolte da lui pubblicate. (“Il mio sguardo sul mondo” Edizioni Giuseppe Laterza 2011; "Sulle ali della libertà" Youcanprint 2014; "Tra insoddisfazione ed invenzione" Youcanprint 2020)

Nel novembre 2020 Papa Francesco nel saggio “Ti Auguro il Sorriso”, edito da ’pienogiorno’ in collaborazione con l’Editrice Vaticana, ci sollecita a riscoprire in noi la gioia.

La vera gioia non è un sentimento effimero di euforia, né illusorio antidoto di chi disconosce la sofferenza: nasce dalla nostra speranza, una speranza che ci fortifica, che niente e nessuno ci potrà togliere. È la gioia che dovrebbe avere l’ultima parola, sempre! E l’augurio e la condivisione del sorriso è il primo piccolo, grande passo per sperimentarla, per rinnovarsi, per riscoprire il grande dono ricevuto.

Quando guardiamo un neonato, osserva il Papa, «siamo portati a sorridergli, e se anche sul suo piccolo viso sboccia un sorriso, allora proviamo un’emozione semplice, ingenua. Il bambino risponde al nostro sguardo, ma il suo è un sorriso molto più “potente”, perché è nuovo, è puro, come acqua di sorgente, e in noi adulti risveglia un’intima nostalgia d’infanzia».

Imparare ad essere portatori di gioia,partendo dalla condivisione di un sorriso, di emozioni vere, questo deve essere il nostro impegno.

Un sasso per un sorriso

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"Dipingo i sassi e li lascio per strada, aspetto che qualcuno li raccolga, per vedere il volto trasformarsi dalla sorpresa ad un sorriso”. Così esordisce Francesco Occhiorosso quando gli chiedo di parlare della sua iniziativa “Un sasso per un sorriso”.

cms_24154/OCCHIOGROSSO-FRANCESCO.jpgFrancesco è uno dei nonni più attivi e intraprendenti di Bitetto. Nella vita dopo l’infanzia trascorsa tra i giochi e le prime esperienze lavorative nelle distese d’ulivi di Puglia, dove ha appreso il lavoro del contadino da suo padre e dai maestri del tempo, ha deciso di intraprendere la carriera militare. Ha prestato servizio in varie località della nostra penisola, come Maresciallo Maggiore dei Carabinieri. Una volta in pensione è riuscito a dare una svolta alla propria vita, riempendo di senso i propri giorni e sviluppando i suoi talenti a lungo inespressi. Ha scoperto di avere un tesoro nelle sue mani!

Ha sentito il bisogno di dipingere le bellezze del territorio, i luoghi più caratteristici, di raccontare il suo mondo, per lasciare la sua testimonianza di vita e di esperienza alle nuove generazioni.

cms_24154/2_1639705438.jpgHa ottenuto premi e riconoscimenti per i suoi racconti e i suoi testi, per le sue opere pittoriche, ha pubblicato alcuni libri, proponendo il suo vissuto, i ricordi dell’infanzia, gli usi e costumi della civiltà contadina. (I ricordi e il tempo che passa - Raccolta di poesie, 2015; Arcobaleno di ricordi - Racconti, 2017)

Così Francesco a 82 anni ha deciso di utilizzare le pietre di scarto, quelle che trovava disseminate lungo i sentieri delle sue passeggiate tra i campi, al mare, nei luoghi da lui frequentati, per dare loro nuova vita, dipingerle e.. offrirle in dono agli amici, ai bambini, chiedendo in cambio un gioioso sorriso.

Nella sua galleria si possono ammirare numerosi dipinti dai colori vivaci ed intensi, di grande effetto, davvero coinvolgenti che riproducono la generosità del suo animo, la bellezza della terra di Puglia, gli ulivi, la gente al lavoro. Opere frutto di grande impegno e creatività. Ha partecipato a collettive d’arte e ha organizzato mostre personali di grande successo.

Dal 4 al 10 settembre scorso, presso il Museo Archeologico di Rutigliano, su invito della sezione dell’Associazione Nazionale Carabinieri (ANC), con l’Assessorato comunale alla Cultura e al Turismo, è stata allestita una Mostra d’Arte delle sue opere «I colori della Puglia», un evento che ha coinvolto la cittadinanza e le personalità più sensibili della cultura del territorio. Anche a Rutigliano Francesco ha lanciato l’iniziativa “Un sasso per un sorriso”. Nei pressi del museo archeologico il nonno di Puglia ha sistemato tra le fioriere alcuni magici sassi, ritrovati da alcuni bambini del posto. Il sorriso è spuntato tra la gioia e gli applausi dei presenti.

cms_24154/000.jpg«Ogni giorno nascondo per il paese sassi colorati con la speranza di regalare un sorriso a chiunque li trovi».

Sono le parole di nonno Francesco che quotidianamente dissemina in giro per il paese i sassi dipinti con i più svariati soggetti: paesaggi, scorci caratteristici del paese, animaletti, alberi, fiori, personaggi a lui cari. Dalla sorpresa di ritrovare questo gradito dono, sorge l’emozione della scoperta, un sorriso, in particolare se si tratta di bambini.

Francesco ha portato questa sua esperienza nelle scuole materne di Bitetto ed ha attivato in collaborazione con l’amministrazione comunale un laboratorio, invitando i più piccoli a partecipare per insegnare la tecnica della pittura su pietra. Il suo intento è quello di sollecitare altri a seguire la sua iniziativa e a diffonderla.

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Domenica 17 e 24 ottobre presso l’ "Agorà di luci" in piazza Aldo Moro, a Bitetto un folto gruppo di bimbi e ragazzi si è cimentato nel progetto, facendo rifiorire le pietre con i colori della gioia.

L’invito era molto coinvolgente: portare un sasso e dei colori per apprendere la tecnica di dipingere le pietre e poi donarle, lasciandole in luoghi pubblici e visibili perché qualcuno potesse trovarle offrendo in cambio un sorriso.

Francesco Occhiogrosso ha anche offerto il suo contributo alla ricerca del dialettologo e dottorando in italianistica, dott. Giovanni Manzari, in Puglia per studiare i suoni della nostra lingua, del nostro dialetto per il suo lavoro finale di dottorato, sui sistemi vocalici di area barese, presso l’università "Roma tre". Il dott. Giovanni Manzari, ospite della galleria di Francesco Occhiogrosso, oltre all’intervista sul dialetto ha particolarmente apprezzato le opere dell’autore e la sua iniziativa “Un sasso per un sorriso”.

Mi ritengo enormemente fortunata perché di sassi ne ho trovati ben due e ogni volta che li guardo, spontaneo sorge un sorriso per questo grande gesto d’amore di nonno Francesco.

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Ho incontrato Francesco Occhiogrosso nel suo laboratorio pieno zeppo di tele, colori e pennelli, cavalletti con suoi lavori in corso, sassi decorati in gran quantità. Ha accettato di parlare della sua esperienza per farla conoscere sempre più.

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Quando ha cominciato a scrivere e dipingere?

Ho cominciato a dipingere dopo essere andato in pensione, sentivo di avere qualcosa da dare agli altri e la solitudine mi pesava, avevo bisogno di impegnarmi! Era il 2004, mi trovavo a Campomarino. Cominciai a raccogliere sassi, sembravano venirmi incontro e chiedermi di portarli a casa per avere una nuova vita. Acquistai da una cartoleria del posto colori e pennelli e cominciai a tratteggiare le prime bozze sui ciottoli bianchi, levigati dal mare. Ho cominciato a riportare per iscritto anche le mie esperienze di ragazzo, di un mondo che sta scomparendo, ho partecipato a vari concorsi tra cui quello organizzato a Bitetto dall’UTE “I nonni raccontano” e poi ho proseguito fino a pubblicare delle raccolte!

cms_24154/4.jpgCome le è venuta in mente l’iniziativa “Un sasso per un sorriso”?

Ormai da tempo per puro hobby decoravo sassi con vari soggetti e li donavo a conoscenti e sconosciuti.

Ho scoperto la pagina social “Un sasso per un sorriso” nel giugno scorso e ho subito deciso di aderire.

L’idea è nata dalla mente dell’artista svizzero-italiana Heidi Aellig, che attualmente vive nelle Marche. Un paio d’anni fa ha dato il via al progetto “Un sasso per un sorriso”. Un’iniziativa ben presto diffusasi in tutto il mondo e oggi promossa dall’omonimo gruppo Facebook, arrivato a contare più di 150mila membri.

Così da alcuni mesi dopo aver raccolto numerosi sassolini per strade e campagne, nel mio laboratorio di via Alfieri, comincio a disegnare volti, fiori, bimbi, barche, gatti, cani, passerotti, lumache, paesaggi e attività di campagna. Il tutto utilizzando colori acrilici resistenti alla pioggia. Ogni giorno in giro per il paese vado alla ricerca del posto giusto dove posare le opere. Le sistemo su qualche panchina, alla base di un tronco o in qualche aiuola perché qualcuno le noti poiché lo scopo è quello di permettere che l’oggetto venga recuperato. A volte faccio in modo che siano gli anziani, i bambini e i diversamente abili a trovare i miei lavori. Così mi reco ad esempio nelle case di riposo o negli asili, dove lascio i sassi alle maestre affidando loro il compito di sparpagliarli. E se vedo un bambino piangere, nascondo il ciottolo nelle vicinanze facendo segno alla madre di farglielo cercare. Spesso poi ripongo le pietre davanti alla porta di casa di persone che, avendo problemi motori, non potrebbero mai girare il paese alla ricerca dei miei “quadretti”.

Tempo fa nel cimitero di Bitetto sono stato colpito dalla tomba di un diciassettenne. Avevo nel borsello un sasso raffigurante una farfalla e decisi così di regalarlo a lui e alla sua famiglia, a cui spero di aver donato un piccolo momento di serenità.

È una grande gioia per me leggere la sorpresa negli occhi dei bambini e di quanti scoprono i miei sassi, mi procura un gran sollievo il loro sorriso. Ritrovare le foto sulle pagine FB è anche molto gratificante. Tizia pubblicata sul portale.

cms_24154/Francesco_Occhiogrosso,_Bitetto.jpegQuali sono i suoi progetti per il futuro?

Intendo continuare questa attività e coinvolgere chiunque voglia seguirmi, grandi e bambini per sensibilizzarli e diffonderla sempre più. Nei nostri tempi, regalare un sorriso, fare amicizia, scoprire i piccoli gesti è importante.

Non ci vuole chissà quale bravura, basta un disegno semplice per regalare un sorriso e cambiare la giornata di qualcuno!

A incoraggiarmi sono i tanti messaggi di ringraziamento che ricevo da coloro che raccolgono i miei ciottoli. Perciò, nonostante la mia veneranda età, non passerà un giorno senza che io ne lasci almeno uno in giro.

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Come trasformare un sasso in un sorriso! Nonno Francesco è riuscito in questa impresa. Lo ringraziamo calorosamente con l’invito a perseguire con grinta i suoi sogni.

Dina Ferorelli

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