COME SENTIRSI STRANIERI IN PATRIA.

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cms_680/grillo_parlante.gifCirca quarant’anni fa mi trovavo, ospite, in casa di un amico a Città del capo, sud Africa. All’epoca era ancora in vigore “ l’apartheid”, una sorta di segregazione razziale istituita dal governo locale di etnia bianca. Potrebbe sembrarvi incredibile ma in città viaggiavano mezzi pubblici adibiti al trasporto di solo bianchi o di solo neri.

cms_680/images.jpgOnly black, only white erano le scritte apposte su tutti i mezzi di trasporto locali. Non avendo origini colonialiste ne rimasi basito oltre che scandalizzato. Al cittadino di colore era assolutamente vietato viaggiare su autobus riservati ai bianchi. Altrettanto vietato e pericoloso era per un bianco mettere piede su un mezzo riservato ai soli neri. Per errore o per distrazione montai a bordo di un mezzo pubblico adibito al trasporto per soli “ blak ”.Mi salvò un “provvidenziale” spintone da parte di uomo di colore, al quale riservo una infinita gratitudine, che, alla prima fermata, mi spintonò giù dall’autobus. In seguito venni a sapere che se non fossi sceso avrei potuto passare un brutto momento. Un semplice ricordo rimastomi indelebile nella mente. Niente di trascendentale, ma, a ben pensarci, vissi un momento di paura.

cms_680/026-400x297.jpgTorniamo ai giorni nostri. L’altro pomeriggio dovendo raggiungere il centro, conscio di impiegare molto tempo alla ricerca di un parcheggio, senza pensarci troppo, prendo al volo un autobus di linea cittadina. Una calca incredibile di passeggeri. A fatica cerco di portarmi presso l’obliteratrice per marcare il biglietto di viaggio. Come sovente accade quella più vicina era fuori uso e a fatica ho tentato di raggiungere la seconda situata nei pressi dell’autista.

cms_680/stor_15454689_17260.jpgNel fare questo piccolo tragitto mi sono reso conto di essere l’unico bianco a bordo. Per un attimo ho vissuto un dejà vù. Tutti gli altri passeggeri erano allegri, sorridenti e muniti di auricolari. Non sono mai stato razzista, xenofobo e quanto meno leghista, anzi, sono sempre stato plurietnico. Per la verità ho anche adottato un bambino di colore. Le diverse etnie mi hanno sempre affascinano non solo per i colori variegati del loro abbigliamento, per i colori della loro pelle ed essenzialmente per il loro “arc en ciel” culturale. Strano a dirsi ma per l’occasione, ho provato una sensazione meravigliosa di totale integrazione da parte mia. Mi sentivo un turista in “holliday”. Ero all’estero senza essermi nemmeno spostato più di tanto. Per un momento ho rivissuto l’esperienza sud Africana. Nella mia testa continuava a frullarmi una domanda:...vuoi vedere che questo autobus, essendo riservato ai solo black non avrei potuto prenderlo? Mi sono rassicurato quando ho sentito che tutti o quasi tutti parlavano in italiano. Ero in Italia per mia fortuna e non a Cape Town. Ma come avrebbe detto il compianto presentatore Corrado: “...non finisce mica qui...!”

cms_680/controllore-autobus-generica_706877.jpgA metà tragitto salgono a bordo due controllori, che con fare sicuro, mi puntano facendosi largo tra i tanti viaggiatori, si avvicinano e, gentilissimi come non mai, mi chiedono di mostrar loro il biglietto di viaggio. Lo controllano da tutte le parti, mi ringraziano e scendono senza controllare il tiket degli altri viaggiatori. Attimi di smarrimento. Non mi sono arrabbiato. Anzi ho ringraziato il cielo al solo pensiero che, se al posto dei controllori fossero saliti a bordo dei poliziotti, certamente mi avrebbero chiesto il permesso di soggiorno. Documento, quest’ultimo, del quale ne sono sprovvisto. A scanso di equivoci, non appena sceso dal mezzo, mi sono catapultato in una sala da barba fornita di lampada u.v.a. di ultima generazione. Per tentare di “colorarmi” velocemente ho fatto non una ma due sedute trifacciali abbronzanti. Ne sono venuto fuori arrossato, bruciacchiato e dal colore molto simile ad un indiano-pellerossa Cheyenne. Ma di tintarella manco a parlarne. Per un attimo ho invidiato il volto di Carlo Conti sempre abbronzatissimo, anche nei mesi più freddi dell’anno. Sono certo che con il suo colorito, lo stesso, non proverà mai la sensazione di sentirsi “straniero” in Patria. Un consiglio. Anche voi, approfittatene ora che si avvicina l’estate. Correte in spiaggia e regalatevi una tintarella da far invidia al più scuro dei magrebini. Così facendo vi confonderete facilmente, ne guadagnereste in salute e probabilmente potreste risparmiare non facendo il biglietto di trasporto.

il Grillo Parlante

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