CINEMA E ARTE

Malèna e Georgette Magritte

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Quello che accade quando inizi a cercare articoli,recensioni e libri sull’ arte e sul cinema è davvero sorprendente. Inizi a leggere ma poi, ad un certo punto, è come se qualcosa tra i due si fonde, si interseca e iniziano ad emergere elementi in comune che mai ti saresti aspettato di trovare. Serve un’analisi approfondita, capacità di trovare analogie e soprattutto buona memoria.

Quello che voglio proporvi oggi è l’ennesima dimostrazione che questi due mondi sono legati tra di loro più di quanto possiamo immaginare e per questo voglio svelarvi cosa accomuna il film del 2000 Malèna diretto dal grande Giuseppe Tornatore, e il quadro Georgette Magritte dipinto da Rene Magritte nel 1934.

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Nell’opera cinematografica del grande maestro il personaggio principale si chiama Malèna,interpretata da Monica Bellucci, ragazza ventisettenne che ha solo una colpa: essere troppo bella e affascinante. Una bellezza che sconterà in tutti i modi, subendo percosse, umiliazioni di ogni genere, fino all’esilio. Ambientato in un piccolo borgo immaginario della Sicilia (Castelcutò) negli anni della II Guerra Mondiale è la storia della folle passione che un ragazzino, Renato Amoruso nutre proprio per la donna più desiderata di tutto il paese. Egli la insegue, la spia,la guarda da lontano,la sogna e arriva addirittura a scrivere una lettera a suo marito permettendo così allo spettatore di entrare nella drammatica vicenda della protagonista . Se andiamo ad analizzare però nel profondo scopriamo che la pellicola rappresenta una metafora del cinema stesso poiché tutti i comportamenti di Renato (spiare,guardare dal buco della serratura,inseguire e scoprire la meraviglia) costituiscono la sequela di azioni che si compiono proprio quando si guarda un film. Io la definirei un’opera piena di crudezza e apatia, che grida alla denuncia di una mentalità chiusa e corrotta che esisteva nei lontani anni Quaranta del Novecento, soprattutto al Sud. A quei tempi una signora attraente veniva molto spesso “condannata” a una vita di odio da parte del gentil sesso e bramosia e mancanza di rispetto da parte degli uomini. Ma oltre allo sguardo sulla donna, la pellicola si presenta come un’osservazione realistica di un contesto storico definito, mettendo in scena personaggi credibili nelle loro sfaccettature, veritieri nella loro bontà e crudeltà. Al realismo si accosta però l’elemento del sogno, dell’immaginazione, dello sguardo interno e soggettivo che segue un punto di vista ben preciso, quello di Renato.

Il confronto

René Magritte dipinge con una tecnica che potremmo definireillusionismo onirico, volta a creare nell’osservatore un cortocircuitovisivo. Le sue opere, infatti, contengono una forte componente legata ai sogni, così come la contrapposizione di elementi reali che però, affiancati, creano immagini totalmente assurde. Magritte è l’artista surrealista che, più di ogni altro, utilizza accostamenti inconsueti e deformazioni irreali poiché sente il bisogno di creare universi fantastici e misteriosi. Il quadro che vorrei proporvi oggi, come già accennato prima è intitolato Georgette Magritte, ovvero il ritratto della sua amata moglie Georgette Berger.

cms_28121/2_1667356276.jpgLei e il suo futuro marito René si incontrarono adolescenti nel 1913 alla fiera annuale di Charleroi.

Nel 1914 scoppiò la prima guerra mondiale e Magritte lè’anno dopo andò a vivere a Bruxelles per studiare Accademia Reale di belle arti.

La Berger nel dopoguerra incontrò nuovamente Magritte nel Giardino Botanico a Bruxelles nel 1920.

Si fidanzarono e successivamente si sposarono e così divenne la principale musa ispiratrice del marito.

La sua figura è presente in numerosi quadri, abbozzi e fotografie dell’artista belga.

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Bella, seducente, provocante, con occhi penetranti, i capelli rosso fuoco, le labbra rosse e carnose, sono tutti tratti che corrispondo alla Malènadi Giuseppe Tornatore.

Grazia De Marco

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