CINA:POPOLAZIONE AL SETACCIO PER IL CENSIMENTO NAZIONALE

7 milioni di persone impiegate per la raccolta dati tramite app

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Mentre il mondo è impegnato a fronteggiare la pandemia in corso, in Cina è appena iniziato il censimento della popolazione. Le autorità locali parlano di una grandissima impresa, che vedrà all’opera, per un periodo di due anni circa, ben sette milioni di persone.

Le migliaia di operatori selezionati per svolgere questo arduo compito dovranno effettuare una ricognizione porta a porta, raggiungendo anche i villaggi più sperduti, per calcolare l’esatto numero di cittadini residenti nell’immenso paese.

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Il censimento cinese, in realtà, viene eseguito ogni 10 anni, proprio per stimare la crescita demografica della popolazione, abbinando a essa anche altre statistiche fondamentali, che riguardano salute, istruzione, trasporti e tanti altri servizi. Fin qui non ci sarebbe niente di clamoroso, se non che il governo cinese ha autorizzato per questo censimento l’utilizzo di un’app, dove ogni utente dovrà inserire i propri dati anagrafici. Proprio tali modalità, tuttavia, destano preoccupazione nella maggior parte dei cittadini, che temono una violazione della privacy. Come aggiungono molti esperti del settore tecnologico, l’utilizzo dei dati personali viene già effettuato da molte app di comunicazione cinesi, ma questo non basta a rassicurare la popolazione, che a causa del Covid è stata costretta più volte a cedere i propri dati alle autorità sanitarie addette al monitoraggio dei contagi nel paese.

D’altra parte, però, le autorità nazionali già nei mesi scorsi avevano rassicurato le persone sulla riservatezza dei propri dati personali, aggiungendo qualche settimana fa una proposta di legge per migliorare ulteriormente la tutela della privacy.

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Tra gli obiettivi principali del censimento c’è anche quello di verificare i risultati di una politica più distesa riguardo alla restrizione di ‘un solo figlio in famiglia’, introdotta negli anni ‘70 per contenere l’aumento esponenziale della popolazione, che qualche anno fa fu portata ‘a due figli’, per prevenire l’invecchiamento della popolazione e assicurare una continua forza lavoro al paese. Tuttora, le famiglie cinesi scelgono di avere al massimo un solo figlio, per l’aumento dei costi della vita.

Una recente ricerca effettuata da Evergrande Group ha evidenziato come il progresso della Cina dipenda da nuove riforme che non impongano limiti al tetto massimo di componenti per famiglia e che migliorino la vita dei cittadini, da alcuni ritenuta eccessivamente cara per potersi permettere troppe bocche da sfamare.

Francesco Ambrosio

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