CILE: A SETTEMBRE IL VOTO PER LA NUOVA COSTITUZIONE

Potrebbe sostituire quella del dittatore Pinochet

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Sono due anni di profondo cambiamento, il 2021 ed il 2022, per il Cile. In ordine cronologico il Paese sudamericano ha affrontato le elezioni presidenziali nel novembre e dicembre dello scorso anno, eleggendo come nuovo Presidente del Cile, il 35enne ex leader studentesco Gabriel Boric. Il neo Capo di Stato di Convergencia Social, ha battuto nel ballottaggio finale il leader di destra Kast, riportando quindi il Cile in mano alla sinistra. Nei primi di luglio invece l’Assemblea Costituente ha presentato il nuovo testo della Costituzione cilena, che dovrà essere votata il prossimo 4 settembre. La questione della Carta magna trova vita già dal 2019. Gli eventi iniziano nel 2019, quando il caro vita ha iniziato a pressare costantemente sulla cittadinanza. Da lì, le proteste e manifestazioni del popolo cileno si sono susseguite, alcune capitanate proprio dallo stesso Gabriel Boric, divenendo sempre più massicce e costanti. L’attenzione delle proteste si è quindi anche spostata sulla Costituzione, risalente al 1980 e quindi ancora al regime di Augusto Pinochet, subentrato a Salvador Allende durante il golpe militare del 1973. La richiesta cittadina di una nuova costituzione è stata infine accolta dall’allora Capo di Stato, Sebastián Piñera, che ha indetto un referendum per decidere se cancellare e riscrivere la Costituzione. Nell’ottobre 2020 il popolo del Cile ha deciso per il 78,12%, di voler adottare una nuova Costituzione. Nel maggio 2021 un’altra tornata elettorale ha permesso di creare la Convenzione composta da 155 membri sulla base della parità di genere, primo Paese al mondo, che ha riscritto per intero la Carta.

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Per quasi un terzo è stata formata da cittadini che hanno costruito la candidatura non attraverso un partito ma in rappresentanza di istanze e “sensibilità” locali. Dopo la presentazione ufficiale del testo il luglio scorso, l’ultimo passo per il Cile per avere una nuova Costituzione, sarà la votazione a referendum del prossimo 4 settembre, in cui si deciderà se accettare o rigettare il nuovo testo. Andiamo ad analizzare quindi questa nuova Costituzione composta da 499 articoli. Innanzitutto la nuova Costituzione trasforma il Cile in uno Stato paritario dove alle donne è destinato il 50% dei posti in tutti gli organi statali garantendo misure atte a raggiungere uguaglianza e parità sostanziali tra i due sessi. Il Cile inoltre con il nuovo testo, di fatto si trasforma in uno Stato plurinazionale e interculturale e riconosce gli undici popoli e nazioni Mapuche, Aymara, Rapa Nui, Lickanantay, Quechua, Colla, Diaguita, Chango, Kawashkar, Yaghan, Selk’nam. Vengono inoltre riconosciute Autonomie Regionali Indigene con autonomia politica, specificando che il loro esercizio non consente la secessione o atti contro il carattere "unico e indivisibile" dello Stato del Cile. Stabilisce che, all’interno delle entità territoriali che compongono lo Stato cileno, le popolazioni e le nazioni indigene devono essere consultate e concedere il consenso negli aspetti che ledono i loro diritti. Riconosce gli ordinamenti giuridici dei popoli indigeni, specificando che devono rispettare la Costituzione e i trattati internazionali, e che qualsiasi impugnazione alle loro decisioni sarà risolta dalla Corte Suprema.

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La nuova Costituzione riconoscerà inoltre l’esercizio libero, autonomo e non discriminatorio dei diritti sessuali e riproduttivi e afferma che lo Stato deve garantire le condizioni per la gravidanza, il parto e la maternità volontari e protetti e per un’interruzione volontaria della gravidanza. Il nuovo testo propone un sistema pubblico di sicurezza sociale, finanziato con reddito nazionale e contributi obbligatori. Per quanto riguarda la salute, si propone di creare un sistema sanitario nazionale che riceverà tutti i contributi sanitari obbligatori, lasciando aperta la possibilità di stipulare un’assicurazione privata extra. Viene introdotto il diritto a un alloggio dignitoso, il riconoscimento del lavoro domestico e la creazione di un sistema di assistenza integrale universale e solidale. In tal senso il testo descrive il Cile come uno "Stato di diritto sociale e democratico" che deve fornire beni e servizi per garantire i diritti delle persone.

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Altro tema caro al Cile, ovvero l’acqua, la Costituzione sancisce che l’acqua è un bene che non può essere oggetto di appropriazione e introduce un "diritto umano all’acqua", a cui dà la priorità rispetto agli altri suoi usi, e crea un’Agenzia nazionale per l’acqua per il suo uso sostenibile. Infine vengono cambiate alcune cose organizzative ed amministrative inerenti alla politica. Per quanto riguarda il presidente si abbassa da 35 a 30 anni l’età in cui si può essere eletti, la durata della carica rimane di quattro anni, ma la rielezione consecutiva è autorizzata per una volta. Rimane la Camera dei deputati composta di 155 membri eletti sulla base della parità di genere, viene abolito il Senato, al cui posto viene introdotta una Camera delle Regioni. Si introduce di fatto un sistema con poteri molto asimmetrici, proprio dei sistemi semipresidenziali o semi parlamentari, e si ammettono le iniziative popolari di legge, consentendo forme di democrazia diretta. Per il Cile il 4 settembre 2022 sarà una data fondamentale della sua storia. Dalle proteste antigovernative del 2019, in appena quattro anni il Paese latinoamericano ha subito un profondo cambiamento, passando da un nuovo e giovane Capo di Stato e potendo finire con una nuova Costituzione, moderna ed all’avanguardia, che renderebbe il Cile esempio e modello non solo dell’America Latina, ma del mondo contemporaneo intero.

Riccardo Seghizzi

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