CHI MI MANCA SEI TU. OMAGGIO A RINO GAETANO

Intervista a Claudia Campagnola e Marco Morandi

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cms_22288/serata-del-pinolo-e-della-tellina-parco-avventura.jpegRiparte da Roma, giovedì 24 ore 21 a Villa Massimo “Chi mi manca sei tu” omaggio a Rino Gaetano, scritto e diretto da Toni Fornari ed interpretato da Claudia Campagnola nei panni di una groupie che segue dappertutto il cantautore nei suoi concerti e da Marco Morandi che dà voce a Rino accompagnandosi con la chitarra.

Li abbiamo intervistati per LA PAGINA DELLA CULTURA dell’Internationalwebpost

Entrambi straordinari, catturano il pubblico con le canzoni e la storia. Attraverso la musica e le sue parole ripercorriamo la vita di Rino Gaetano e la sua visione panoramica della storia vista senza paraocchi. Nei suoi brani c’erano sempre parole tristi. Prendeva ad esempio sempre gli ultimi. Aveva un rapporto particolare con la politica. Era una persona comune che neanche il successo aveva cambiato, era rimasto umile. Aveva un modo suo di fare spettacolo. Si presentava con cartelli, il cilindro, il frac, addirittura con l’accappatoio sul Palcoscenico del festival di Sanremo. Le sue canzoni sono immortali e lo rimarranno per sempre perché Rino ha sempre vissuto da “semplice” la sua Grandezza e Genialità.

Dopo Roma le altre tappe saranno: il 27 a Massa Carrara, il 21luglio a San Lorenzo a mare, 25 luglio a Montalto di Castro, il 10 agosto a Ferento, il 12 a Norcia. A fine agosto faranno un tour in Sicilia, il 25 settembre nella Galleria Sciarra del Teatro Quirino a Roma. E’ uno spettacolo godibile che avrà sicuramente una lunga vita.

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Claudia Campagnola e Marco Morandi sono ormai una coppia teatrale collaudata da “Generazione di precari” a “Non c’è due senza te”. Si sono conosciuti nel lontano 2008 nella Commedia “Il mistero del Calzino bucato” con la Regia di Marco Zadra.

In “Chi mi manca sei tu” si confermano vincenti!

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Cosa manca di Rino Gaetano oggi?

Morandi: Manca la voce fuori dal coro che dica come stanno le cose, in maniera chiara, diretta, ironica che svuota un po’ le coscienze.

Perché Rino veniva da un altro pianeta?

Campagnola: Perché come il Full di Shakespeare aveva l’opportunità per dire la verità. Era l’unico che poteva dirla al re. Rino era autentico fino alla fine e aveva la grande volontà di dire verità scomode.

Faceva musica leggera ma ciò non gli impediva di scrivere d’amore senza parole melense. Perché oggi non è più così?

Morandi: bisogna cercare di uscire fuori dagli schemi, l’omologazione che ci appiattisce un po’ tutti e contro la quale andava Rino. Non fare le cose come fanno tutti e cercare di essere diversi, attenti, acuti.

Da dove nasce il bisogno di raccontare la necessità di vivere?

Campagnola: lui era un Poeta inquieto, era alla continua ricerca del suo essere, del ruolo del cantautore in quel momento. Indubbiamente anche trovare un senso alla vita, era importante.

Aveva un rapporto particolare con la politica. Perché oggi nella maggior parte dei casi non esiste più?

Campagnola: C’è talmente tanta confusione che non si capisce neanche cosa sia la Politica.
Morandi: È difficile anche individuare chi sia il nemico. Sicuramente Rino li avrebbe riconosciuti più facilmente. Lui con la politica aveva un rapporto particolare, sicuramente era trasversale.
Campagnola: È stato dichiarato di varie parti, di vari stili politici: In realtà poi lui era uno spirito libero, non era per niente schierato politicamente. Noi raccontiamo il suo rapporto con la politica, attraverso la letteratura, il Teatro, con la drammaturgia.

Rino era una persona comune ed era rimasto umile anche con il successo. È facile o difficile con il successo perdere la testa?

Morandi: I fatti dimostrano che è abbastanza facile perdere la testa con il successo di questo periodo, fiammate veloci che durano pochissimo. E’ tutto un cotto e mangiato, un usa e getta e lo è anche per i personaggi. E’ difficile trovarne uno che abbia una profondità ed un tale spessore non usa e getta ma continuo. Forse manca anche la vetta culturale di certi personaggi.
Campagnola: In questo momento bisogna rimanere molto agganciati a se stessi e bisogna capire che il successo che ti dà la televisione o il Jet set è veramente molto aleatorio, effimero e bisogna rimanere agganciati in una poetica personale per non perdere il punto di vista anche interpretativo.

Rino è stato antesignano su tutto, cantava argomenti che sono attuali anche oggi. Aveva previsto che le sue canzoni sarebbero state amate anche dalle generazioni successive ed è quello che è successo dopo la sua morte. Voi eravate bambini, come avete imparato ad amarlo e in che cosa vi riconoscete nelle canzoni di Rino?

cms_22288/Marco_Morandi.jpgMorandi: Spesso Rino si conosce superficialmente tramite le canzoni trasmesse per Radio e che sono quelle meno rappresentative anche dal punto di vista dello spessore artistico di Rino. La canzone “Tu forse, non essenzialmente tu” mi ha aperto “il file Rino Gaetano” e mi ha fatto capire che Rino era diverso. Parla d’amore ma in maniera diversa. Usa parole e metriche diverse. Da lì ho scoperto un mondo. Canto Rino Gaetano già da anni e mi accorgo che ci sono giovanissimi che conoscono le sue canzoni a memoria e questo mi fa riflettere perché vuol dire che quello che ha scritto è veramente molto attuale. I ragazzi di oggi ci si riconoscono e riconoscono il mondo che hanno attorno. Il modo di vedere in qualche modo il futuro, di capire quali fossero stati i problemi che sono uguali a quelli di oggi. C’è sempre il ricco più ricco ed il povero più povero. In un’intervista lui lo aveva previsto, così come aveva previsto un sacco di cose. Nella “Canzone di Renzo” racconta un po’ della sua morte.
Campagnola: Devo ringraziare Marco Morandi per aver conosciuto Rino Gaetano. E’ stato lui che mi ha permesso di approfondire e di conoscere meglio questo “Genio”. Marco fa parte di una Cover Band di Rino che si chiama “RinoMinati” e li seguo come una Groupie in giro per l’Italia. Ho imparato a conoscere le sue canzoni rifatte dalla Cover Band e poi piano piano con questo spettacolo anche le parole di Rino e la sua poetica. Questo spettacolo è stato il fiore che è sbocciato.

Siete una coppia artistica collaudata, amici-nemici o cosa?

Amici-amici, grandi confidenti. Un punto di riferimento l’uno per l’altro. Un’affinità elettiva artisticamente parlando ma anche umanamente.

Com’è riprendere dopo le chiusure che hanno colpito sia il mondo dell’Arte che della Cultura in questi mesi?

cms_22288/Claudia_Campagnola_1624414277.jpgCampagnola:E’ una gioia e una rivoluzione tornare ai ritmi che hanno caratterizzato gli ultimi anni della mia vita. E’ stata molto dura non avere la possibilità di fare teatro, di esprimersi, di avere la condivisione con gli altri, di stare insieme, di scambiarsi opinioni, pensieri, idee, emozioni. Ho cercato di trovare soluzioni alternative nell’attesa e mi sono iscritta ad un master di teatro terapia, il teatro come mezzo di approfondimento della relazione con se stessi e con gli altri nella scuola, nel settore clinico e del benessere. Ho toccato ancora una volta con mano il potere magico che ha la creatività e finalmente poterla di nuovo mettere su un palco che è la cosa più bella della vita.

Morandi:E’ stato molto emozionante tornare ad avere un pubblico davanti, avevamo proprio bisogno di loro ma credo che soprattutto il pubblico abbia bisogno del teatro, della musica, di interscambi culturali dal vivo.

Campagnola: Mi concentro sul presente! Non ho possibilità di conoscere il futuro se non attraverso la mia immaginazione e le esperienze che mi porteranno al futuro. Credo che sia importante utilizzare questo presente con queste nuove modalità per trovare un adattamento creativo conseguente a quello che abbiamo passato, al periodo storico che abbiamo affrontato. Continuo a lavorare e lavorerò cercando di essere flessibile, attenta, pronta ai cambiamenti e alle nuove esigenze che la vita mi metterà davanti.
Morandi: Voglio sperare che sia possibile ricostruire e ricominciare come e meglio di prima ma non sarà facile perché tutti abbiamo avuto un contraccolpo che potrebbe avere provocato reazioni contrastanti, voglio però essere ottimista.

Elisabetta Ruffolo

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