CHIARA BERETTA MAZZOTTA: LA SFIDA DI ESSERE CHIARA

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Iniziamo l’estate con qualcosa che ci parla di relax, di puro piacere e di vacanze: le Maldive? No, il libro!

Avete presente? È quell’oggetto di carta, con le pagine che si girano a mano e che si stampa con l’inchiostro. Il suo testo non si può allargare o stringere con le dita, te lo becchi così com’è: al massimo puoi usare la lente d’ingrandimento. Però ci puoi scrivere sopra, macchiare le sue pagine con la tazzina del caffè o infilarci dentro, per seccarlo, il fiore che ti ha regalato il tuo amato. Dopo qualche anno, il libro inizia a profumare di storia: la TUA storia.

Ne parliamo con Chiara Beretta Mazzotta, una donna che lavora con le parole per trovare casa alle vostre storie.

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Chiara Beretta Mazzotta, consulente editoriale e titolare dell’omonima Agenzia

Seguitissima sui suoi profili Instagram BookBlister e Edday, Chiara è titolare di un’agenzia editoriale a Milano che “accompagna i giovani autori per evitare i passi falsi”. Questo è il suo motto e il suo obiettivo.

“Io sono una editor - racconta: nel 2006 ho aperto la prima agenzia editoriale in collaborazione con una collega finché, nel 2017, ho deciso di lanciarmi e di aprirne una tutta mia. La mission è nata quando mi sono accorta che, come tutti i settori, anche questo aveva un sacco di punti interrogativi. Tantissime questioni che, per i non addetti ai lavori, erano complicate, non erano chiare neanche a chi, nell’editoria, ci lavorava dentro. Così, tra il 2010 e il 2011 ho aperto BookBlister, un blog dove, inizialmente, si parlava di libri. Con l’andar del tempo sono sorte sempre più domande legate alla filiera editoriale, ai concorsi e quant’altro, finché non si è delineata la vera mission di questa Agenzia”.

Diciamo che, all’inizio, l’ufficio reclami di Chiara era molto frequentato! Quando gli aspiranti autori cominciano a guardarsi intorno, intraprendono dei percorsi molto simili. Ad esempio, si iscrivono ai corsi di scrittura. Nasce quindi l’interrogativo: quali sono quelli buoni? Servono? Non servono? Un altro “must” sono i concorsi. Ed anche lì: sono tutti validi? Ci sono delle fregature? Per non parlare, poi, di quando cominciano a contattare le case editrici: ce ne sono un’infinità, senza contare quelli che si spacciano per editori pur non essendolo. Un gran nebbione, quello dell’editoria, che Chiara definisce ironicamente “Il quarto segreto di Fatima”. Quindi il suo percorso non è nato a tavolino ma passo passo, ascoltando le domande delle persone.

Il resto lo ha fatto la sua esperienza sul territorio dove ha imparato - anche a sue spese - cosa fare e, soprattutto, cosa NON fare. Ora si tratta semplicemente di condividere queste informazioni e di renderle il più chiaro possibile a tutti. “Per una che si chiama Chiara, è una sfida!”, sorride.

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BookBlister è un blog che racconta il mondo dell’editoria e la filiera editoriale

Chiara: un nome che le calza a pennello, perché è stata proprio la chiarezza delle sue risposte a catturare la mia attenzione quando l’ho scoperta su Instagram. A domanda precisa, risposta precisa. Niente tentennamenti.

Ce n’è una, in particolare, che ritorna spesso e sulla quale non ha alcuna esitazione: l’autore che vuole pubblicare un libro, deve pagare?

“Assolutamente no! - esclama. O meglio, dipende da chi ti chiede i soldi. Partiamo dal presupposto che, in assoluto, un autore deve leggere e scrivere tanto; fondamentalmente, la sua attività principale è vivere-leggere-scrivere. Se io mi rivolgo ad un professionista - che so, il commercialista o l’avvocato - c’è un compenso previsto. Ma gli editori non sono né il commercialista né l’avvocato. Sono degli imprenditori che pubblicano libri e vivono vendendo i libri che hanno pubblicato. Quella è la loro attività. Non forniscono, dunque, un servizio a pagamento agli autori, altrimenti farebbero un altro mestiere.”

Chiaro il concetto?

Altrettanto chiaro è l’identikit che ci fa dello scrittore.

“Gli scrittori non sono delicati. Sono dei ladri consapevoli che, tuttavia, regalano molto - afferma. Se sei amico di uno scrittore, non ti devi fidare troppo a raccontargli i fatti tuoi perché, prima o poi, i fatti tuoi li ritrovi. Non possono farne a meno: quando il loro sguardo si posa su qualcosa di significativo, che smuove, che crea una domanda o che pone un quesito interessante, gli scrittori ci vanno dentro senza tanto pensare a quello che può succedere intorno.” Ovviamente, poi, c’è anche una cura, una tutela, che è la capacità di prendere il famoso sasso nella scarpa e di metterlo nella scarpa di qualcun altro. La cura si può sempre mettere in atto ma non se si racconta ciò che si sa, di cosa si potrà mai parlare?

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“Edday” è una piattaforma di corsi per scoprire come funziona l’editoria

Che dire, poi del lettore? Ce ne sono ancora? Se sì, cosa leggono?

“I lettori ci sono assolutamente, ne conosco tantissimi e parlo con molti di loro - afferma. Ce ne sono di diversi tipi: quelli attenti, quelli avidi, quelli che hanno bisogno di distrarsi, quelli che amano un genere particolare. E poi ci sono quelli un po’ più tranquilli, perché leggono dei libri la cui fruizione è meno immediata. Sono profili molto vari ma, grazie al cielo, la bibliodiversità è salva.”

Interessante la diagnosi dell’editoria di questi ultimi due anni, dove Chiara riscontra la difficoltà nel lanciare autori esordienti, venendo a mancare tutto il supporto di librerie indipendenti o di catena e le relative attività promozionali. In crescita, invece, le pubblicazioni dei grandi autori o degli esordienti con un parterre già avviato, quali influencer o personaggi famosi.

Sono quindi i principianti ad accusare di più il colpo.

Cosa consiglia Chiara Beretta Mazzotta a quanti hanno voglia di mettersi in gioco pubblicando un libro? Quali sono i passi da fare?

“La prima cosa che consiglierei loro è di formarsi il più possibile. Oggi si possono fare tantissime cose meravigliose anche contenendo i costi in maniera sensibile.” E Chiara ci svela due chicche preziosissime all’interno di questa intervista. La formazione è quindi una parte fondamentale, perché molti aspiranti autori sono ancora convinti che sia sufficiente “venire folgorati” dalla scintilla della creatività. No, la creatività non basta. A quanti credono che il lavoro dello scrittore consista semplicemente nel redigere un testo dall’inizio alla fine, rileggerlo un paio di volte e pubblicarlo, Chiara risponde che quello è solo l’inizio dei lavori.

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Homepage del sito www.berettamazzotta.it

Il tempo è fondamentale, soprattutto in quella fase della scrittura che è la revisione. Ci sono tanti modi di scrivere: alcuni autori scrivono un capitolo, si fermano e lo correggono. Altri scrivono di getto perché hanno tutta la storia in testa e non si fermano finché non hanno finito. “Due modi di procedere che vanno benissimo ma che hanno, entrambi, i loro problemi - dice Chiara. Nel primo caso ti perdi qualche pezzo per strada e nel secondo ti ritrovi in un camposanto di frasi ingarbugliate che devi poi sciogliere. Per l’uno come per l’altro, il lavoro più importante è quello che si fa dopo la stesura, cioè quando il materiale è stato messo sulla carta. La lavorazione comincia lì: prendi il testo, lo stampi, lo leggi, lo guardi, lo sposti, lo giri. Insomma, ci vuole del tempo. Gli autori, invece, quando hanno concluso, è come se avessero il magma tra le mani: il libro scotta e bisogna mandarlo via subito, mandarlo a tutti. Vogliono liberarsene perché non lo sopportano più.

E invece devono sopportarlo. Anzi, devono essere talmente lucidi da capire quando devono fermarsi per non correre il rischio di sabotare il proprio lavoro. La sedimentazione è importantissima: una volta che il testo è stato scritto, bisogna “dimenticarselo” per un bel po’ di tempo finché non si è pronti a riscoprirlo con occhi nuovi.”

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“Un’altra cosa importante - prosegue Chiara - è conoscere le case editrici, studiare le collane, sapere che cosa viene pubblicato, da chi e perché. Quindi l’autore può cominciare a guardare se quello che sta scrivendo può centrare con queste persone”.

Sono tante le cose da fare ma, niente paura, se non ci si sente in grado di farlo da soli, ci sono i professionisti del caso: scout, editor, agenti letterari. “Io dico sempre - ribatte Chiara - che avere un angelo custode che si occupa dei fattacci tuoi, mentre tu ti occupi solo di scrivere, non è male!”

Chi si affida a Chiara Beretta Mazzotta, sa di avere di fronte a sé una persona che leggerà il testo con grande attenzione e che saprà consigliare nel migliore dei modi, non soltanto in termini di stesura del testo ma anche di percorso. Perché il punto non è soltanto portare a casa un libro ma anche come procedere affinché ciò avvenga nel migliore dei modi, proposte contrattuali comprese.

Insomma, Chiara Beretta Mazzotta è una donna che si dedica alla formazione dei giovani autori, spiegando passo passo come procedere nel percorso editoriale. Come recita il suo Sito, “mette al centro della sua missione l’informazione sul mondo dell’editoria, perché i misteri e i dubbi generano mostri che si nutrono di insoddisfazione e fallimenti”.

Che poi lo faccia divertendosi, tanto di guadagnato per tutti!

L’intervista che segue è stata realizzata da “Tavoli HeArt” per la Social TV della storica Libreria Bocca di Milano, all’interno della splendida cornice di Galleria Vittorio Emanuele II.

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La Libreria Bocca dal 1775 è locale Storico d’Italia con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.

L’articolo è pubblicato su “International Web Post” che, nella persona del suo fondatore e direttore Attilio Miani, si fa portavoce della partnership tra un magazine di informazione internazionale e una libreria storica unica nel suo genere.

#socialtvlbocca

Dove trovare Chiara Beretta Mazzotta:

https://www.berettamazzotta.it/

https://www.instagram.com/bookblister/

https://edday.it/

https://www.insram.com/edday.it/

Simona HeArt

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