CENTINAIA DI MIGRANTI AMMASSATI AL CONFINE BIELORUSSIA-POLONIA
Varsavia difende le proprie frontiere, Minsk accusa. Ue in subbuglio

Centinaia di profughi si stanno accalcando alla frontiera polacca, dando vita ad una emergenza che contribuisce ad esacerbare le tensioni tra l’asse Bielorussia-Polonia e l’Europa. Varsavia si è mostrata irremovibile nella decisione di non accogliere gli sfollati nei propri territori; per contro, l’Ue ha preannunciato una controffensiva “unita” ad ogni tentativo di “destabilizzazione”. Si prevede quindi un novembre caldo sul fronte dell’Europa orientale, ormai da diverso tempo in rotta con Bruxelles.
Nel solo mese di ottobre, più di 10mila migranti sono giunti alle porte della Polonia tentando di farvi ingresso in maniera irregolare. Ciò sarebbe riconducibile ad una rappresaglia da parte della Bielorussia, risentita a seguito delle sanzioni europee. Non a caso, una fila ordinata di circa 500 sfollati è apparsa nelle immagini scortata dalle guardie di frontiera bielorusse. Il tutto è avvenuto in una località di confine di Bruzgi, in una foresta nei pressi della regione polacca di Podlaskie.
I richiedenti asilo, in gran parte originari del Medio Oriente e accompagnati dalle proprie famiglie (spesso anche da bambini), hanno intonato all’unisono: “Vogliamo andare in Germania!”. Alcuni di loro hanno tentato di oltrepassare le barriere, ma sono stati tempestivamente bloccati da uno schieramento della polizia polacca. L’intento di “difendere la frontiera” è stato chiaramente esplicitato dal ministro della Difesa Mariusz Blaszczak. Minsk ha risposto accusando Varsavia di aver manifestato “un atteggiamento disumano e indifferenza nei confronti dei rifugiati”.
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