CASO ‘PEGASUS’: ECCO LA LISTA DEGLI INTERCETTATI
Per il Washington Post ci sarebbero anche Macron e il re del Marocco
Il vaso di pandora recentemente scoperchiato dal Washington Post con l’inchiesta, in collaborazione con altri 16 media, sui politici e giornalisti spiati da diversi Paesi famosi per la violazione della privacy dei propri cittadini, sta portando alla luce le prime vittime illustri di questa ‘spy story’. Della lista di "dieci primi ministri, tre presidenti e un re" stilata dal Post, sembrerebbe faccia parte Emannuel Macron. Anche il cellulare del presidente francese, secondo il quotidiano di informazione americano, è stato intercettato e spiato con il software Pegasus prodotto dall’azienda israeliana Nso. Pegasus non è altro che una tecnologia usata da molte nazioni per hackerare e spiare migliaia di persone in tutto il mondo attraverso i cellulari. Ma come funziona? Questo software, creato in Israele, riesce ad aggirare le difese degli iPhones e degli smartphone Android. Non c’è password o protezione che tenga: una vota entrato nel sistema operativo dei devices portatili, il software, capace anche di attivare la telecamera, è in grado di rubare foto, registrazioni, dati relativi alla localizzazione, telefonate, password, registri di chiamata, post pubblicati sui social.
La NSO, dopo essere stata tirata in ballo, ha dichiarato, ovviamente, privi di fondamento i risultati dell’inchiesta del Washington Post, sottolineando che non gestisce il software ceduto ai propri clienti e non "ha elementi" relativi alle specifiche attività di intelligence. Per l’indagine giornalistica, è stato determinante il lavoro svolto da Forbidden Stories, un’organizzazione no profit di base a Parigi e da Amnesty International, grazie al quale sono state identificate oltre 1.000 persone spiate in oltre 50 paesi di 4 continenti, tra cui spiccano oltre 600 tra politici e figure istituzionali di rilievo.
Oltre a Macron, nella lista figura il presidente iracheno Barham Salih e quello sudafricano Cyril Ramaphosa; tre premier in carica, il pakistano Imran Khan, l’egiziano Mostafa Madbouly e il marocchino Saad-Eddine El Othmani. Per il WP, sono caduti nella tela dell’hackeraggio, anche l’ex premier belga Charles Michel e il re del Marocco Mohammed VI. Ci sarebbero anche diversi membri della famiglia reale saudita, nell’elenco che comprende 37 soggetti legati a titolo diverso all’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi. Tra i giornalisti, nomi riconducibili a CNN, Associated Press, Voice of America, New York Times, Wall Street Journal, Bloomberg News, Le Mondee, Financial Timese e Al Jazeera.
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