CAPODANNO NEL MONDO: IL 2019 E’ INIZIATO PER TUTTI?

Storia e tradizioni del 1° gennaio

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“Un ottimista sta in piedi fino a mezzanotte per vedere l’Anno Nuovo. Un pessimista sta in piedi fino a mezzanotte per essere sicuro che l’anno vecchio sia passato”: così commentava la notte di San Silvestro l’ironico cronista americano William E. Vaughan, famoso per i suoi dissacranti aforismi. In effetti, l’ultimo dell’anno ha unito in un brindisi “collettivo” l’Italia intera, in cui proprio tutti, da Nord a Sud, hanno sollevato i calici nella speranza di un sereno e proficuo 2019. Ma ci siamo mai chiesti cosa accade, alla stessa ora, in ciascuna parte del mondo?

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Sbirciando poco al di là dei nostri confini, non sembra presentarsi alcuna variazione degna di nota. Dobbiamo spostarci di 15.045 km, nell’arcipelago di Kiribati (Oceano Pacifico), per scoprire che la popolazione locale ha accolto il nuovo anno con largo anticipo, tra le 13 e le 14 di ieri. Non si tratta di un bizzarro capriccio degli isolani - che, tra l’altro, godono della fortuna di festeggiare in uno dei posti più belli al mondo, un paradiso tropicale di sabbia finissima e mare cristallino - bensì degli effetti del fuso orario, che ha aperto il 2019 quando da noi era ora di pranzo anche in Australia, Giappone, Vietnam, Thailandia e India. Nel continente africano la mezzanotte è scoccata alle 23 italiane, mentre Rio de Janeiro e New York hanno aperto i festeggiamenti quando qui erano già, rispettivamente, le 3 e le 5 del mattino. Gli ultimi a stappare lo spumante sono stati gli abitanti delle isole Hawaii, dove anche Babbo Natale ha potuto godere del sole e delle temperature tropicali che l’arcipelago regala quasi tutto l’anno.

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Ma non è tutto: esistono culture talmente indipendenti e caratteristiche da festeggiare l’arrivo dell’anno nuovo in periodi totalmente differenti. E’ il caso del Capodanno cinese, celebrato nel novilunio che cade tra il 21 gennaio e il 19 febbraio: per il paese asiatico i festeggiamenti si apriranno il prossimo 5 febbraio, concludendosi, come di consueto, 15 giorni dopo, in occasione della tradizionale Festa delle Lanterne. Sarà, secondo lo zodiaco cinese, “l’anno del maiale”, simbolo di stabilità, generosità e altruismo… chissà che il simpatico animale della fattoria non riesca, con il suo magico influsso, a placare le diatribe internazionali emerse nell’anno appena trascorso!

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Gli islamici, invece, sono soliti celebrare Capodanno in un periodo ben lontano dal nostro 1° gennaio: il loro 2019 comincerà il prossimo 12 settembre, in occasione dell’avvio del Muharram, uno dei quattro mesi sacri dell’anno secondo il calendario lunare. Come ogni festività islamica, anch’esso possiede un’intrinseca connotazione religiosa: secondo alcune fonti, il primo giorno dell’anno celebrerebbe l’attraversamento del Mar Rosso da parte di Mosè, mentre il decimo giorno del Muharram (detto Ashura) ricorderebbe la creazione di Adamo ed Eva. Nel mese di settembre ricorre anche il Capodanno ebraico, mentre entro la primavera si brinderà anche in Tibet, Iran, Cambogia, Birmania e Bengala. Infine, le popolazioni che seguono il calendario giuliano (tra cui le Chiese ortodosse e le Chiese cattoliche orientali) effettueranno l’atteso countdown nel giorno corrispondente al nostro 14 gennaio.

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Perché gran parte del mondo celebra oggi il primo dell’anno? E’ merito del calendario gregoriano, adottato in quasi tutti i paesi Occidentali dopo essere stato introdotto, nel lontano 1582, dall’omonimo Papa Gregorio XIII. Ma la scelta del 1° gennaio come principio di un nuovo anno affonda le sue radici nel lontano 153 a.C., quando, per soffocare una rivolta nata tra l’Iberia celtibara e la Lusitania, la repubblica romana dovette anticipare la nomina del console Quinto Fulvio Nobiliore con tre mesi e mezzo di anticipo (laddove era abitudine eleggerlo, invece, il 15 marzo). I festeggiamenti legati al Capodanno furono inaugurati sempre all’epoca dell’Impero Romano, nel 46 a.C., quando Giulio Cesare autorizzò le celebrazioni in onore di Giano, “dio degli inizi materiali e immateriali”, da cui prende il nome il primo mese dell’anno. Anche i popoli pagani delle Fiandre avevano l’usanza di festeggiare l’inizio di ogni ciclo annuale, tradizione che si perse poi in tutta Europa a causa dell’austerità medioevale. Ciò portò ad una notevole differenziazione nelle date che segnavano l’inizio dell’anno nei paesi occidentali. Solo nel 1691, quando Papa Innocenzo XII emendò ufficialmente il calendario del suo predecessore Gregorio XIII, si tornò collettivamente al 1° gennaio quale primo dei 365 giorni.

Il viaggio nelle diverse tradizioni e nella storia del Capodanno è la dimostrazione di come tale festività segni un passaggio puramente simbolico, importante più a livello culturale che sostanziale. Il tempo scandito in minuti, ore, giorni ed anni è una convenzione dell’uomo: la vita è un flusso continuo, che non contempla interruzioni. Sta a noi colmare questo 2019 di significati inediti, affinché possa costituire davvero un nuovo inizio. L’augurio più grande è che tutti possano imparare ad esprimere se stessi nel migliore dei modi, perché quello che abitiamo possa divenire, anche in una visione lontana dall’utopia, il migliore dei mondi possibili.

Federica Marocchino

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