Brexit, niente visti per chi non parla inglese (Altre News)

Bloomberg e le imbarazzanti foto con ’l’amico’ Trump - Siria, uccisi in attacco due operatori Oxfam - Germania, sparatoria ad Hanau

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Brexit, niente visti per chi non parla inglese

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La Gran Bretagna post Brexit chiuderà le porte ai lavoratori non qualificati e a chi non parla inglese. Sono queste le nuove linee sull’immigrazione presentate dal governo di Boris Johnson, basate su un sistema a punti simile a quello australiano. Fra le misure elencate sul sito del ’Guardian’, viene anche specificato che alla frontiera non verranno più accettate carte d’identità di Paesi come Francia e Italia. Secondo il quotidiano, il motivo è di evitare che lavoratori extra Ue ingannino il sistema con carte d’identità falsificate.

Nel presentare il nuovo sistema per i visti dei lavoratori stranieri che entrerà in vigore a gennaio 2021 - dopo la fine dell’attuale periodo transitorio - il governo conservatore ha voluto sottolineare che si tratta di un’opportunità unica per prendere "il pieno controllo" dei confini britannici "per la prima volta in decenni" ed eliminare "le distorsioni" delle regole europee di libertà di movimento.

Ma la scelta di aprire le porte solo a lavoratori qualificati, scrive il ’Guardian’, non piace agli industriali che avvertono del rischio di conseguenze "disastrose" con perdite di posti di lavoro e chiusura di fabbriche, bar e ristoranti. Condanne sono giunte anche dall’opposizione laburista e liberaldemocratica, mentre il sindacato Unison parla di "disastro totale" per il settore della cura delle persone.

Il documento di 10 pagine diffuso dal governo sottolinea che la Gran Bretagna post Brexit chiuderà le porte ai lavoratori non qualificati e a chi non parla inglese: per venire nel Regno Unito bisognerà avere un’offerta di lavoro con un salario minimo di 25.600 sterline, anche se saranno possibili eccezioni per un salario fino a 20.480 nei casi in cui ci sia carenza di lavoratori, come per gli infermieri. Artisti, sportivi e musicisti potranno continuare a venire per spettacoli, gare o audizioni.

Per venire a lavorare in Gran Bretagna bisognerà ottenere 70 punti, in una scala che assegna un punteggio per determinati criteri come la conoscenza della lingua, l’offerta di un lavoro, la mancanza di lavoratori in quel settore, le qualifiche professionali. Si potrà venire in visita fino a sei mesi senza visto, ma non sarà possibile lavorare.

E non ci saranno permessi di lavoro, sottolinea la Bbc, per migranti disponibili a lavori meno qualificati in alberghi, ristoranti, case di riposo per anziani e il settore agroalimentare. E’ però previsto uno schema per 10mila persone per i lavoratori stagionali in agricoltura, così come vi saranno "accordi per la mobilità giovanile" per apriranno ogni anno le porte a 20mila giovani.

Il nuovo sistema porterà in Gran Bretagna "i migliori e i più brillanti", ha detto il ministro dell’Interno Priti Patel alla Bbc, spiegando che il governo vuole "incoraggiare le persone con il giusto talento" e "ridurre il livello di chi viene in Gran Bretagna con basse qualifiche". L’obiettivo è raggiungere "un’economia altamente qualificata, altamente formata e altamente produttiva".

Nel sottolineare che non vi sarà una strada d’ingresso per i lavoratori non qualificati, il governo britannico esorta gli imprenditori ad "adattarsi e aggiustarsi" alla fine della libertà di movimento. "E’ importante - si legge nella presentazione del nuovo sistema - che i datori di lavoro non si affidino più al sistema dell’immigrazione come alternativa agli investimenti per la conservazione dello staff, la produttività e investimenti nella tecnologia e l’automazione".

Bloomberg e le imbarazzanti foto con ’l’amico’ Trump

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Tra i tanti fantasmi del passato di Michael Bloomberg, che presentano un ritratto del miliardario ex sindaco, repubblicano, di New York certo non in linea con le posizioni più progressiste dem, quello che potrebbe creare maggiori imbarazzi all’aspirante candidato democratico alla Casa Bianca - soprattutto questa sera durante il primo dibattito a cui parteciperà con gli altri candidati a Las Vegas - è quello dei suoi trascorsi con Donald Trump.

Negli ultimi giorni sono diventate infatti virali sui media le foto che lo mostrano sorridente sul campo da golf insieme all’uomo che ora vuole battere alle elezioni. Le foto, pubblicate per primo da Bernie Sanders in risposta all’attacco di Bloomberg che diceva che Trump era "il nuovo bro di Bernie", non sono l’unica testimonianza dei rapporti di amicizia tra i due tycoon neyorkesi.

"Io sono amico di Donald Trump, è un’icona newyorkese’ , disse nel 2011 in un’intervista a Fox News. Ma il video più insidioso è quello registrato un mese dopo la vittoria di Trump nel 2016, quando, durante un discorso alla business school di Oxford, Bloomberg parlò in modo ironico, ed in un certo senso affettuoso, di Trump esprimendo la "speranza" che potesse essere "un buon presidente’.

Agli studenti Bloomberg raccontò di aver incontrato Trump che gli disse di aver sentito il discorso che aveva fatto alla convention democratica di Filadelfia: "Ma in realtà tu mi vuoi bene, non è vero?", gli disse ancora Trump. "Ed io risposi, sì Donald ti voglio bene, solo non sono d’accordo con nessuna cosa che dici. E ci siamo fatti una bella risata", fu la replica di Bloomberg.

"Se vai a cena con Donald Trump, probabilmente te ne vai dicendo che quello che ha detto sono tutte stupidaggini, ma ti sei divertito, è una persona simpatica - continuava il discorso di Bloomberg - Sarà un buon presidente? Lo spero perché abbiamo disperato bisogno di leadership nel Paese e nel mondo".

Interpellata da Politico, la campagna di Bloomberg ha cercato di ridimensionare il significato di queste parole: "Quando Trump è arrivato alla Casa Bianca, Bloomberg come la maggioranza degli americani, ha sperato che potesse dimostrarsi all’altezza della situazione, invece Trump ha tradito le speranze degli americani. Ed è per questo che Mike è candidato a sostituirlo", ha risposto il consigliere e da sempre portavoce dell’ex sindaco Stu Loeser, sottolineando che "sempre più americani dicono che Mike è l’unico in grado di cacciare Trump dalla Casa Bianca".

Ovviamente di segno opposto, il commento della campagna di Sanders. "I miliardari spesso hanno molte più cose in comune tra di loro di quanto le abbiano con la classe dei lavoratori e questo la gente lo sa", ha detto Mike Casca, portavoce del senatore del Vermont, indicando quale sarà la linea di attacco di Sanders, ma forse di tutti i candidati contro Bloomberg - che nella classifica di Forbes del 2019 risulta come il nono uomo più ricco del mondo, il sesto d’America - questa sera nel dibattito in Nevada.

Siria, uccisi in attacco due operatori Oxfam

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Due operatori di Oxfam, impegnati nella risposta umanitaria alla crisi siriana, sono stati uccisi oggi in un attacco al veicolo su cui viaggiavano, da parte di un gruppo armato rimasto finora non identificato. Il tragico episodio si è verificato alle 14 ora locale, nel governatorato di Dar’a, nel sud della Siria, tra Nawa e Al-Yadudah. A renderlo noto è la stessa organizzazione, precisando che le vittime sono Wissam Hazim, responsabile della sicurezza del personale e l’autista Adel Al-Halabi. Nel corso dell’attacco è rimasto ferito anche un altro volontario di Oxfam, che era con loro.

"Siamo devastati dalla perdita di due preziosi colleghi che sono stati uccisi mentre lavoravano per fornire aiuti ai civili coinvolti nel conflitto siriano. Il nostro più sincero affetto e i nostri pensieri sono con le loro famiglie – ha detto Moutaz Adham, direttore di Oxfam in Siria – Condanniamo con forza questo episodio. E’ essenziale che tutti le parti in conflitto garantiscano la sicurezza e l’incolumità degli operatori che lavorano ogni giorno per soccorrere la popolazione".

Wissam Hazim lavorava con Oxfam dal maggio 2017. Adel Al-Halabi è entrato a far parte di Oxfam nel gennaio 2017. Entrambi erano cittadini siriani. L’anno scorso Oxfam in Siria ha soccorso oltre 1,2 milioni di persone colpite dall’emergenza garantendo loro l’accesso all’acqua pulita e altri beni essenziali.

Germania, sparatoria ad Hanau: almeno 9 morti

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Almeno 9 persone sono rimaste uccise nel corso di due sparatorie ad Hanau, cittadina tedesca ad una ventina di chilometri a est di Francoforte, in Assia. Diverse persone sono rimaste ferite, di cui almeno 5 in gravi condizioni.
I dettagli di quanto accaduto ancora non sono chiari, ma secondo le prime informazioni, il killer ha preso di mira due diversi shiha-bar (locali dove si fuma il narghilè) frequentati dalla comunità turca della città.

La polizia ha reso noto che una persona sospettata di essere l’autore della strage è stato trovato morto nella sua abitazione accanto al corpo senza vita di un’altra persona. Secondo il tabloid Bild, il killer sarebbe un cittadino tedesco in possesso di regolare porto d’armi. Diverse munizioni sarebbero state trovate nella sua auto. "Attualmente non ci sono indicazioni che ci siano altri autori", ha aggiunto la polizia su Twitter. Le motivazioni degli attacchi non sono ancora note.

La prima sparatoria ha avuto inizio introno alle 22 di ieri, in un bar del centro cittadino, mentre la seconda è avvenuta in un altro bar del quartiere di Kesselstadt. I clienti, secondo quanto riferito dai media locali, sarebbero stati in maggioranza di origine curda.

Le sparatorie hanno innescato una lunga caccia all’uomo durata sette ore, mentre la polizia era in cerca di più assalitori. Un primo bilancio delle vittime parlava di otto morti, prima che uno dei feriti soccombesse a causa delle lesioni riportate.

Redazione

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