BRASILE, LULA DAGLI INDIGENI YANOMAMI

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Un’emergenza sanitaria pubblica di importanza nazionale, così ha descritto la situazione nelle terre degli indios brasiliani degli Yanomami il ministro della saluta del Brasile. Non era un mistero la volontà di Lula da Silva, il neo presidente verde oro, di voler riprendere in mano la situazione riguardo agli indigeni, dando seguito in primo luogo alle sue promesse in campagna elettorale ed in secondo luogo a ciò che aveva fatto nel suo precedente mandato. Le promesse paiono già sulla retta via per essere quantomeno affrontate realmente, infatti due giorni fa il Presidente brasiliano si è recato nello stato del Roraima, a Sud del Brasile, per incontrare e visitare la popolazione indigena degli Yanomami, colpita da una forte crisi sanitaria, alimentare e ambientale causata in larga parte dall’invasione dei garimperos, i cercatori d’oro illegali. Ad accompagnare Lula, presenti anche il ministro della Giustizia e della Pubblica Sicurezza Flávio Dino e la ministra per i Popoli indigeni Sonia Guajajara, la prima donna indigena ad aver assunto un incarico governativo.

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Nello specifico gli Yanomami occupano un territorio indicativamente oltre i 9,6 milioni di ettari e numericamente parlando contano tra i 27000 ed i 32000 individui. Anche loro, come tantissime altre popolazioni indigene, dopo svariati anni nei quali hanno vissuto senza alcun contatto con l’esterno sono cadute vittima dei cacciatori d’oro degli anni ‘80 e ‘90 prima e di svariate altre attività illegali negli anni seguenti come deforestazione, agrobusiness, allevatori di bestiame. Tutte queste attività illegali, hanno esposto gli Yanomami a malattie dirette a loro sconosciute, proprio portate dai garimperos, oltre che ad un intaccamento della flora e fauna a loro circostante. Tutti questi problemi, in un primo momento tamponati durante i governi di Lula, Rousseff e in parte Temer, sono tornati prepotentemente durante il quadriennio Bolsonaro. L’ex Presidente ha attuato politiche libertine nei confronti della deforestazione e sfruttamento delle terre indigene, dando ampio margine alle attività illegali.

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Allo stato attuale delle cose, secondo un reportage di Survival International, nel territorio Yanomami il di mortalità dei bambini sotto i 5 anni per malattie curabili è di 9 volte superiore alla media nazionale. Mentre un rapporto pubblicato nel maggio scorso da Unicef e dalla Fondazione Flocruz dice che 8 bambini yanomami su 10 sotto i 5 anni soffrono di malnutrizione. Questi dati già danno l’idea della difficile situazione di questa popolazione, senza scendere nei dettagli e numeri relativi alle problematiche per le persone adulte o anziane. Il Presidente Lula aveva promesso durante la campagna elettorale un intervento serio e tempestivo sulle questioni indigene, e questa prima visita non può che far ben sperare. Su Twtitter il Presidente verde oro ha scritto: “Sono venuto qui per dire che tratteremo i nostri indigeni come esseri umani. È importante che la gente sappia che il Brasile ha cambiato governo e ora si occuperà seriamente dei problemi dei più bisognosi”. Oltre a ciò ha aggiunto che gli indigeni devono godere dei diritti all’istruzione e ai trasporti e ha promesso che il governo prenderà molto sul serio, la lotta contro l’estrazione mineraria illegale, cercando di cambiare questa situazione disumana.

Riccardo Seghizzi

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