BOSNIA: LA CRISI UMANITARIA DEL CAMPO PROFUGHI DI LIPA

Centinaia di migranti senza casa in balia del gelo

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Continuano a peggiorare le condizioni delle migliaia di migranti provenienti dall’Asia e attualmente fermi nel campo profughi di Lipa, nei pressi della città di Bihàc, nel cantone bosniaco di Una-Sana.

Molti vivono in condizioni estreme, senza un tetto sulla testa e acqua potabile, e in più da gennaio si è aggiunto un altro cliente scomodo: la neve. Infatti, in Bosnia le temperature sono scese sotto lo zero e i migranti non hanno alcun riparo dal ghiaccio che ha ricoperto la zona, complice anche l’incendio che due mesi fa aveva distrutto diversi alloggi del campo.

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La Bosnia non rientra tra i paesi dell’Unione Europea, e molti dei migranti di Lipa, di origini per lo più bengalesi e pakistane, hanno provato ad attraversare il confine con la Croazia, il paese Ue più vicino. Alla frontiera croata, però, è stato impedito loro il passaggio in Europa e ora alcuni stanno cercando di accedervi attraverso la Romania.

Quella di Lipa è una situazione dagli standard umanitari minimi, e molte associazioni umanitarie, in collaborazione con la Croce Rossa bosniaca, stanno facendo il possibile per fornire aiuto e assistenza a centinaia di persone che vivono in pessime condizioni, in balia del gelo.

Dopo un iniziale interessamento alla vicenda e le pressioni sul governo bosniaco affinché trovasse una soluzione, l’Unione Europea, causa anche l’emergenza Covid, non è più intervenuta sulla questione. Lo stesso si può dire delle autorità locali, che non hanno preso alcuna decisione in merito, anche perché la Bosnia è divisa in diversi cantoni che godono di una propria autonomia amministrativa rispetto al governo centrale. In particolare, gli abitanti del cantone Una-Sana che ospita il campo di Lipa, sebbene forniscano assistenza pratica ai migranti, non hanno alcuna intenzione di accoglierli nella città di Bihàc, dato che già in tempi non sospetti si era deciso di smistarli in alcuni centri di accoglienza della stessa.

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Nonostante le divergenze amministrative che contraddistinguono la Bosnia, la Costituzione del paese stabilisce chiaramente che, sia a livello centrale che locale, bisogna far rispettare gli standard umanitari minimi.

L’Unione Europea a inizio anno aveva accusato le autorità bosniache di non aver fatto abbastanza per risolvere quella che è a tutti gli effetti una grave crisi umanitaria, che per ora sembra molto lontana da una soluzione.

Francesco Ambrosio

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