BOLSONARO VA CONTRO LE RESTRIZIONI COVID

Minaccia di dispiegare l’esercito, mentre il Paese raggiunge un nuovo record di decessi

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Il bilancio delle vittime da Corona virus in Brasile, ha segnato ieri un nuovo record, scartando il record già raggiunto nel mese di marzo, con 67.977 morti, circa 1.400 decessi in più rispetto al mese precedente. La situazione pandemica nel paese è grave, con un numero giornaliero di nuovi contagi che sale vertiginosamente, (solo ieri sarebbero stati registrati 71.137 nuovi casi), e una media di 3.000 decessi al giorno. I dati allarmanti spaventano il Paese, ma non sembrerebbero preoccupare il leader dell’estrema destra Bolsonaro, che prosegue imperterrito con una sottovalutazione della gravità della situazione tendente al negazionismo. Dichiarazioni rilasciate nelle ultime ore dal Presidente in persona, intervistato dalla rete televisiva “A critica”, rivelano la sua predisposizione a considerare “assurde” e “codarde”, le disposizioni adottate dai governatori brasiliani nella maggior parte degli stati della Federazione. "Se dovessimo avere problemi, abbiamo un piano. Sono il capo supremo delle forze armate e il nostro esercito, se necessario, è pronto a scendere nelle strade in un giorno per far rispettare il quinto articolo della Costituzione", ha affermato Bolsonaro.

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L’articolo 5 della Costituzione della Repubblica Federale Brasiliana, enuclea infatti le libertà individuali, tra cui figura come condizione fondamentale per le stesse, la salvaguardia del diritto alla vita, il quale, come abbiamo purtroppo sperimentato anche in Europa, in situazioni di emergenza sanitaria, e con una forte pressione sugli ospedali e le terapie intensive in esubero, non è sempre possibile garantire. Ad allarmare ulteriormente sono le osservazioni di un gruppo di ricercatori brasiliani, che nella rivista scientifica Memorias, hanno portato l’attenzione sull’aspetto coagulatorio della malattia, come prioritario anche rispetto a quello respiratorio. Vista la frequenza di situazioni trombotiche verificatesi negli ammalati di Sars Covid-19, con conseguente ostruzione alla circolazione sanguigna, gli studiosi propongono di rinominare il ceppo virale, “febbre trombotica”. Intanto il Senato carioca ha in programma di dar via la prossima settimana ai lavori di una commissione speciale istituita per indagare le possibili "omissioni" del governo.

Federica Scippa

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