BIMBA SBRANATA DAI PITBULL: QUALI I ‘COLPEVOLI’?
Il caso riapre il dibattito sull’educazione dei cani e sulla detenzione delle razze speciali
Tragedia nel Bresciano: una bambina di 14 mesi cade vittima dell’assalto dei cani di proprietà dei genitori. Al momento dei fatti in casa è presente solo il nonno che, tirando la piccola verso di sé, cerca di salvarla. L’episodio avviene in giardino di fronte agli occhi sbigottiti dei vicini. I due pitbull si muovono velocemente e senza scrupolo. Victoria non ha scampo, il nonno rimane ferito. Le forze dell’ordine sono costrette ad abbattere gli animali. La Procura di Brescia esamina la situazione per individuare eventuali colpevoli.
Intanto, in rete comincia la ricerca del capro espiatorio: da un lato vi sono i demonizzatori dei cani e dall’altro gli inflessibili animalisti. A dir la verità, in Italia v’è parecchia ignoranza per quanto riguarda l’educazione degli animali e il rapporto tra persone e cani. In primis, sussiste la necessità di richiedere il patentino obbligatorio, con il conseguente ripristino dell’elenco delle razze più pericolose. Partendo dal presupposto che cane e uomo ragionano in maniera diversa, l’educazione non è un fattore trascurabile quando si parla di animali che vivono a stretto contatto con l’uomo. La differenza nel modo di percepire il mondo è profonda quanto un abisso. Si tratta di due modi differenti di approcciare cose e vita; non a caso esistono degli appositi centri di educazione cinofila in cui professionisti esperti si occupano della formazione completa dell’animale.
L’istruttore cinofilo aiuta i padroni a capire come gestire il proprio cane, il quale comunica attraverso la gestualità del corpo, la mimica facciale e la varietà dei vocalizzi (ringhio, abbaio, ululato, guaito). L’animale si sforza di cogliere il significato delle parole osservando, ma non apprende con le stesse modalità dell’essere umano. Bisogna armarsi di pazienza e insegnargli alcuni termini. Sempre ricordando che, se non capisce qualcosa, probabilmente è per colpa di un errore del padrone. Inutile sbraitare contro un cane che non risponde a un comando, semplicemente perché ciò gli risulta incomprensibile. Un padrone emotivamente instabile induce il cane a perdere fiducia nel rapporto. Anche il tono della voce assume una particolare importanza. Insomma, gli aspetti di cui tener conto sono parecchi. Un cane è un progetto di vita meraviglioso, ma anche un impegno. La responsabilità di educarlo in maniera corretta tocca necessariamente al proprietario nell’ottica che, se educato al rispetto, il cucciolo non possa far altro se non regalare un ambiente sereno.
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