BIDEN NELLA BOLLA DELLA GESTIONE MIGRATORIA

Il discorso di Kamala Harris disincentiva i migranti a partire alla volta degli States

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Seppure la gestione della questione migranti in campagna elettorale abbia costituito un punto distintivo del programma di Biden, se non che un cenno al taglio netto a cui si alludeva rispetto alla politica xenofoba e razzista di matrice trumpiana, non è servito molto tempo per far si che le promesse venissero vanificate. Le parole pronunciate da Kamala Harris in occasione della sua prima visita all’estero da vicepresidente, volte a scoraggiare i migranti provenienti da Guatemala e Messico a intraprendere l’imperverso percorso verso gli States, gettano legna sul fuoco nella compagine delle polemiche da cui l’amministrazione Biden era stata travolta, venendo accusata di immobilismo in tema di politiche migratorie.

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Gli Stati Uniti continueranno a far rispettare le nostre leggi e a proteggere i nostri confini. Se verrete al nostro confine, sarete rimandati indietro", ha detto la vice presidente sottolineando che ci sono “strade per un’immigrazione legale e sono queste che vanno percorse”. Il timore sembrerebbe riguardare infatti le ripercussioni che i provvedimenti disposti da Biden potrebbero avere nelle prossime midterm 2022, considerando il peso dei liberali, profondamente sconcertati dal suo modus operandi. Proprio alla cadenza dei 100 giorni di insediamento, Biden aveva risposto alle polemiche, annunciando l’innalzamento del tetto per i rifugiati a 62.500 fino al termine di quest’anno, ammettendo però allo stesso tempo che si trattava di un obiettivo impraticabile alla stregua di quattro anni di interventi minatori sul sistema statunitense di accoglienza dei rifugiati.

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Ciò che viene dunque contestato a Biden, è che dopo un’avanzata convincente ad inizio mandato attraverso ordini esecutivi che hanno fatto piazza pulita di alcuni dei principali pilastri della politica migratoria trumpiana, come l’abolizione del divieto di ingresso negli Stati Uniti da sette paesi a maggioranza musulmana, la creazione di una task-force per riunire le famiglie separate al confine messicano, il blocco dei finanziamenti per la costruzione del muro, l’implementazione delle politiche di accoglienza per i rifugiati LGBTQ o la semplificazione della procedura per ottenere un visto, la situazione si sia arenata. A marzo infatti 700 migranti muniti di permesso, sono stati bloccati.

Federica Scippa

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