BERLUSCONI:"SU IMMIGRAZIONE POLITICA UMANA MA RIGOROSA"
Pd alle prese con rebus candidature - Calenda: "Chiunque vinca non durerà più di 6 mesi, servirà coalizione" - Renzi: "Progetto terzo polo va oltre 25 settembre"

Berlusconi: "Su immigrazione politica umana ma rigorosa"
"L’immigrazione clandestina è un infame traffico di esseri umani e anche una grave minaccia alla nostra economia e alla nostra sicurezza".
Lo dice il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi nella sua pillola di programma.
"Il mio governo l’aveva quasi azzerata, con soli 4000 migranti nell’anno 2010, ora è di nuovo un grande pericolo per l’Italia. L’Europa - afferma l’ex presidente del consiglio - ci deve aiutare, bisogna fermare gli sbarchi firmando nuovi accordi con i paesi africani sul Mediterraneo, e coloro che riescono a sbarcare devono essere distribuiti tra tutti i paesi europei in proporzione alla loro popolazione e possibilità economiche. L’Europa deve gestire tutta insieme anche i rimpatri. Una nuova politica sull’immigrazione deve essere umana ma rigorosa", conclude Berlusconi.
Pd alle prese con rebus candidature
Pd alle prese col rebus di Ferragosto sulle candidature per le elezioni politiche 2022 in programma il 25 settembre. Le trattative proseguono serrate con riflettori puntate sulla direzione del partito. Si tratta comunque di turbolenze fisiologiche, legate alle riduzione del numero dei parlamentari e all’inserimento nelle liste di esponenti che arrivano dalla coalizione.
I problemi riguardano soprattutto i parlamentari uscenti, legati comunque ad una gestione passata. In mezzo ci sono 4 anni e 2 segretari. Quanto alle vicende personali, per Monica Cirinnà si va verso una soluzione. Mentre su Stefano Ceccanti, fonti Pd fanno sapere che è comunque candidato al proporzionale, e che il collegio di Pisa era quello del segretario, che lo ha ceduto al leader di Sinistra italiana Nicola Fratoianni. La gran parte delle indicazioni del territorio è stata rispettata, e non c’è stata una richiesta della sezione pisana.
Calenda: "Chiunque vinca non durerà più di 6 mesi, servirà coalizione"
Chiunque dovesse prevalere, al governo non durerebbe "più di sei mesi", viste le "enormi contraddizioni interne", mentre l’Italia ha bisogno di proseguire sulla strada interrotta "in modo incosciente" di un governo Draghi o che al metodo Draghi si ispiri. Con una coalizione i cui pesi verrebbero stabiliti dal voto, ma che tagli le ali estreme e metta assieme i partiti più responsabili con un grande, primo obiettivo: "Implementare il Pnrr, di cui nessuno più parla per avere un Paese finalmente moderno". Ad affermarlo, in un’intervista al ’Corriere della Sera’, è il leader di Azione, Carlo Calenda.
Per Calenda la rottura con il Pd non rende difficilissimo sottrarre al centrodestra la vittoria. "Niente affatto. Il proporzionale conta moltissimo in queste elezioni. E sei noi prendiamo dal 10% al 15%, si può fermare questo gioco della politica contro che ha dilaniato il Paese negli ultimi trent’anni", sottolinea il leader di Azione.
A Roma, sottolinea, "siamo partiti con i sondaggi al 6% e abbiamo finito al 20. Il nostro risultato servirà ad obbligare questi partiti irresponsabili ad andare avanti con Draghi invece di ricominciare a demolire il lavoro fatto. Non è una corsa contro, è una corsa per il Paese. Per avere un governo con Draghi o comunque che abbia autorevolezza, programmi, concretezza, visione".
Secondo Calenda "non c’è il rischio di un governo fascista. Credo però che FdI e Meloni abbiano due limiti molto gravi: il primo è l’isolamento totale dall’orbita dei grandi paesi europei; il secondo è la scarsissima esperienza amministrativa e internazionale sia di Meloni, perché fare il premier non è un gioco ma un impegno difficile e gravoso, sia della sua classe dirigente. A Roma mi sono confrontato con un candidato di Meloni, Michetti, e non mi sono mai trovato di fronte ad uno sfidante così impreparato e vago. Con un governo a guida Meloni non avremmo il fascismo, ma il caos".
"La favola di Berlusconi moderato - sottolinea ancora - è finita quando assieme al M5S ha sfiduciato Draghi. A lui interessa solo il Quirinale, nel quadro di una improbabilissima riforma presidenziale che gli hanno promesso. Quella coalizione è spaccata tra chi sta con la von der Leyen e chi contro: come può apparire credibile agli occhi del mondo?".

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