BEIRUT, TAFFERUGLI NELL’ANNIVERSARIO DELL’ESPLOSIONE AL PORTO

Intanto Biden annuncia altri 100 milioni di aiuti umanitari destinati al Libano

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L’esplosione che un anno fa infiammò Beirut continua ad agitare gli animi. Le commemorazioni per l’anniversario del tragico evento - nel corso del quale persero la vita oltre 200 persone e gran parte della capitale libanese subì gravi danni - hanno visto scendere in piazza gruppi di rivoltosi che si sono scagliati contro le forze dell’ordine con sassi e oggetti contundenti. 54 i feriti, che sono stati subito trasportati nei vicini nosocomi. Ad avere la peggio sono stati i manifestanti ma anche alcuni agenti hanno riportato delle ferite. Gli insorti hanno cercato di oltrepassare e danneggiare le barriere metalliche che da oltre un anno impediscono l’accesso al Parlamento, su Place de l’Etoile. Inizialmente si era insinuato che la polizia avesse fatto uso di proiettili di gomma per allontanare la folla, ma l’indiscrezione è stata prontamente smentita dalle autorità.

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La cerimonia di commemorazione avrebbe dovuto svolgersi in assenza di tafferugli, concepita come una manifestazione totalmente pacifica. All’orario prestabilito si sono uditi i rintocchi delle campane e i muezzin hanno fatto risuonare versetti del Corano dalle moschee. Poco dopo sono impazzate le proteste, con tafferugli tra filo e anti-governativi. Cortei provenienti da quartieri e città limitrofe si sono addensati lungo l’autostrada nei pressi del porto di Beirut, generando un’enorme fiumana di gente tra familiari delle vittime, attivisti, membri di organizzazioni e categorie professionali (come medici, avvocati e insegnanti).

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Intanto, dagli Stati Uniti Biden appare preoccupato della situazione venutasi a creare in terra libanese. “Oggi annuncio quasi 100 milioni di dollari in nuovi aiuti umanitari - queste le sue parole - che si aggiungono ai 560 milioni di dollari in aiuti umanitari già forniti dagli Stati Uniti al Libano negli ultimi due anni”. “Nessun aiuto sarà mai sufficiente se i politici libanesi non si impegnano a svolgere il duro ma necessario lavoro di riforma dell’economia e di lotta alla corruzione. Questo è essenziale. Dobbiamo iniziare ora” ha tuttavia specificato.

Anche il Santo Padre, nel corso dell’Udienza Generale, ha manifestato apprensione per le sorti del Libano e ha lanciato un appello alla comunità internazionale, chiedendo di intervenire con "gesti concreti, non parole". "Cari Libanesi, - ha concluso il Pontefice - il mio desiderio di venire a visitarvi è grande, e non mi stanco di pregare per voi, perché il Libano ritorni a essere un messaggio di fratellanza, un messaggio di pace per tutto il Medio Oriente".

Valentina Farina

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