BALDASSARRE AUFIERO
Trattiene il fiato ma non la notizia

Scrittore, giornalista, fondatore e presidente del giornale web di cultura e informazione “Mozzafiato”, Baldassarre Aufiero è un personaggio istrionico dalla sconvolgente vivacità. Un nome alquanto inusuale, il suo, come lo è, del resto, quello del suo giornale.
“Trattiene il fiato ma non la notizia” è lo slogan che fa da filo conduttore ad ogni pubblicazione: un notiziario sempre sulla cresta dell’onda ma con un proprio personalissimo filtro. Qui non si scrive tanto per riempire le pagine ma si cerca di creare un servizio, di dare un’informazione mirata che abbia sapore di libertà, di leggerezza e di meticolosità, che sono poi le caratteristiche di Baldassarre Aufiero.
Baldassarre Aufiero - photo by Ferdinando Cioffi
“Mozzafiato” ha una storia davvero interessante. Prima di essere un giornale nasce come locale multifunzionale - il Mozzafiato Fashion Cafè - spazio luminoso e di classe che raccoglie in un’unica realtà ristorante, caffetteria e boutique di abbigliamento femminile.
Bisogna dire che Baldassarre ha vissuto diversi anni in Sud America - nella zona cafetera della Colombia - dove ha, per l’appunto, aperto questo locale: “È stato un ciclo importantissimo della mia vita - afferma - anche perché l’ho vissuto in età matura, a 48 anni. Mi ha arricchito tantissimo e mi ha dato l’opportunità di conoscere delle persone che hanno contribuito alla mia maturazione umana e spirituale”.
Il nome “Mozzafiato” è nato così, spontaneamente, come nascono le cose belle della vita, come sbocciano i fiori campestri. Da tempo Baldassarre cercava un titolo per il suo locale ma non riusciva a decidersi finché, un giorno, non lesse un articolo che parlava di un panorama mozzafiato: ecco che scocca la scintilla! Detto fatto: quello sarà non solo il nome del locale ma anche la sua missione.
Ma facciamo un passo indietro: nato a Roma da genitori italiani, per quali strani giri del destino Baldassarre è finito in Colombia? “È stato l’amore a portarmi lì; solo l’amore può farti attraversare l’oceano e portarti fino alla luna, se serve. Poi l’amore è finito ma il locale è andato avanti bene”,sorride.
Decide comunque di tornare in Italia e, nonostante debba chiudere il locale, vuole portare con sé quel nome e quel progetto: nel 2016, a Milano, nasce il giornale web “Mozzafiato”. Lo stile è sempre lo stesso: poliedricità, servizio alle persone, cura dei dettagli.
Il “Mozzafiato Fashion Cafè” di Baldassarre Aufiero - Colombia
“Mozzafiato” è innanzitutto un giornale di informazione a 360°, il cui dna è fondamentalmente legato all’aspetto culturale. Ma si sa che, oltre alle notizie, chi fa un giornale sono coloro che scrivono i pezzi: Baldassarre Aufiero si vanta di avere al suo fianco persone di ingegno che hanno piena libertà di espressione all’interno di questo contenitore originale .
Gli argomenti sono abbastanza trasversali: si parla di arte, di letteratura, di filosofia ma anche di cinema e di cibo. Del resto, è giusto così: un giornale deve toccare argomenti diversi poiché diversi sono gli interessi dei suoi lettori.
Ma non finisce qui.
Baldassarre è anche autore di tre romanzi: “Le nostre scarpe, i nostri occhi”, “I piedi di Cristo” - romanzo di storia dell’arte alla sua seconda ristampa - e “I cercatori d’oro”, l’ultimo nato.
L’autore non nasce come scrittore: laureato in scienze politiche all’Università degli Studi di Milano, ha lavorato per più di un ventennio nel campo delle Risorse Umane. Dal 2009 è giornalista pubblicista. Sarà “colpa” di questo contatto quotidiano con la gente, di questo “bagno di folla” che, goccia dopo goccia, ha scavato la dura pietra facendone scaturire una verve che non si può non attribuirgli. Perché alla fine le cose nascono così, non tanto dai nostri progetti ma dai nostri talenti. Nascono sulla scia delle esperienze fatte, delle persone incontrate, delle emozioni vissute.
“I piedi di Cristo”, romanzo di Baldassarre Aufiero
“I piedi di Cristo” tratta un aspetto mai completamente chiarito, né indagato in maniera approfondita, relativamente al Cenacolo di Leonardo. Questo romanzo ha avuto un incipit epidermico e spirituale, seguito da un lavoro certosino delle fonti artistiche e storiche. “Qualche anno fa lessi che il Cenacolo di Leonardo è il monumento più visitato di Milano - racconta. Da lì è iniziato il mio interesse verso questo soggetto; ne parlo non tanto dal punto di vista artistico ma da quello storico di un evento realmente accaduto. Un secolo e mezzo dopo la conclusione del Cenacolo vi fu la necessità, da parte dei frati domenicani, di aprire una porta che unisse le cucine al refettorio. Si tratta di una porta enorme, di 3,25 m: aprendola, sono stati cancellati per sempre i piedi di Cristo. Nel corso delle mie ricerche ho scoperto che esistevano già tre porte, più piccole, che univano appunto queste stanze: per quale motivo, dunque, è stata fatta questa enorme apertura? Potevano essere trovate soluzioni differenti, che avrebbero salvaguardato l’integrità dell’affresco, ma così non è stato. Dal punto di vista artistico, da una parte il Vasari diceva che la parte sottostante il Cenacolo era già tutta rovinata. Dall’altra, essendo in pieno Barocco, era d’uso fare le cose “in grande” per dare risalto all’espressione artistica. Io sono andato oltre e, grazie al mio lavoro certosino, ho scoperto nome e cognome del padre domenicano che fece fare questa famosa apertura”. Nome che non riveleremo qui: bisognerà leggere il libro per saperlo!
“L’ultima cena” di Leonardo Da Vinci
L’unica cosa che possiamo svelare di questo romanzo è che il TEMPO la fa da protagonista, non tanto come concetto filosofico ma come forza primordiale dell’Universo.
Ovviamente, quando si parla di tempo si parla anche del presente: Sant’Agostino diceva che esiste solo il presente poiché è in esso che viviamo e ci muoviamo. Un presente di cui ci rendiamo meglio conto in questo particolare periodo storico, in cui il tempo sembra essersi fermato: oggi più che mai comprendiamo quanto sia prezioso il più piccolo istante di vita.
Sant’Agostino, che oltre ad essere un padre della Chiesa era anche un genio, diceva che esistono tre tipi di presente: il presente del passato, legato ai ricordi (dal latino recordari); il presente del presente, ovvero l’azione della quotidianità e infine il presente del futuro che è l’attesa. Attesa non tanto come aspettativa ma come “tensione”, nel senso di “tendere a”. È sotto questa luce che va letto il romanzo.
Tutto ciò è comunque partito da un fatto che a Baldassarre proprio non tornava, non gli suonava giusto, non gli si chiudeva un cerchio: ecco come può nascere un libro!
Baldassarre Aufiero può essere uno stimolo e un esempio per tutte quelle persone che, quando sentono che qualcosa non torna, anziché mollare il colpo decidono di approfondire, di andare oltre. E chissà, forse da questo ostacolo potrebbe nascere qualcosa di nuovo che può cambiar loro la vita. Come è successo a lui!
L’intervista che segue è stata realizzata da “Tavoli HeArt” per la Social TV della storica Libreria Bocca di Milano, all’interno della splendida cornice di Galleria Vittorio Emanuele II.
La Libreria Bocca dal 1775 è locale Storico d’Italia con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.
L’articolo è pubblicato su “International Web Post” che, nella persona del suo fondatore e direttore Attilio Miani, si fa portavoce della partnership tra un magazine di informazione internazionale e una libreria storica unica nel suo genere.
#socialtvlbocca
Dove trovare Baldassarre Aufiero:
https://www.facebook.com/baldassarre.aufiero
https://www.instagram.com/baldassarreaufiero/
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