Aumento dell’incidenza del melanoma nei bambini nati nei mesi primaverili.
Allarme dei dermatologi
Lo dicono i dermatologi in occasione dell’Euromelanoma Day 2014, la campagna europea di informazione sul melanoma e sui tumori della pelle, promossa in Italia dalla SID e MaST – Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse. Esisterebbe un’incidenza aumentata del melanoma nei bambini nati durante i mesi primaverili, tra marzo e maggio. Infatti i primi mesi di vita rappresenterebbero un periodo critico per lo sviluppo del melanoma a causa dell’esposizione ai raggi solari .
Lo afferma Ketty Peris, direttore della Clinica Dermatologica Università Cattolica del Sacro Cuore Policlinico A. Gemelli di Roma il quale afferma che, “ chi si è ustionato al sole da bambino ha un maggior rischio di sviluppare un tumore della pelle da adulto”. Con gli studi scientifici presentati si invita ad una maggiore protezione dai raggi solari per i bambini nati durante il periodo primaverile, infatti questi bambini vengono esposti al sole precocemente e più a lungo rispetto a quelli nati nei mesi invernali. In Italia ogni anno si registrano circa 14 nuovi casi di melanoma ogni 100.000 uomini, oltre 13 casi ogni 100.000 donne. Il tasso di sopravvivenza a 5 anni è pari all’81% ed è fortemente influenzato dallo stadio di avanzamento del tumore.
Il melanoma cutaneo è un tumore che deriva dalla trasformazione neoplastica dei melanociti, alcune delle cellule che formano la pelle. Questi fanno parte dell’epidermide e sono deputati a produrre melanina, un pigmento che protegge dagli effetti dannosi dei raggi solari. I melanociti possono organizzarsi sulla pelle in agglomerati scuri che vengono chiamati nei ( o nevi).
Il melanoma cutaneo è piuttosto raro nei bambini e colpisce soprattutto la popolazione attorno ai 45-50 anni, anche se l’età media si è abbassata negli ultimi decenni fino a raggiungere livelli di guardia negli ultimi anni. Una stima si aggira attorno a 3.150 nuovi casi ogni anno tra gli uomini e 2.850 tra le donne. Inoltre, l’incidenza è in continua crescita ed è addirittura raddoppiata negli ultimi 10 anni.
Fondamentale è la diagnosi precoce che prevede, per le persone a rischio, una visita di controllo dal dermatologo almeno una volta l’anno e ogni qualvolta si noti nel nevo un cambiamento di colore, forma, dimensione oppure ne compaia uno nuovo. I tumori della pelle si possono prevenire attraverso il rispetto di poche regole: l’utilizzo regolare di schermi solari ad alta protezione (30-50 SBF), l’applicazione della crema ogni 2 ore, la protezione della pelle e degli occhi con cappelli, magliette e occhiali da sole; sussiste il divieto di esposizione al sole durante le ore più calde (11-14) nonché evitare lampade e lettini solari.
Altri fattori di rischio noti sono l’insufficienza del sistema immunitario (dovuta per esempio a precedenti chemioterapie o a trapianti), e alcune malattie ereditarie (per esempio lo xeroderma pigmentoso, nel quale il DNA non riesce a riparare i danni causati dalle radiazioni). Il rischio aumenta anche nelle persone con lentiggini o con nei, in quelle con occhi, capelli e pelle chiara e in quelle che hanno un parente stretto colpito da questo tumore o che hanno avuto un precedente melanoma cutaneo.
Il sintomo principale del melanoma cutaneo è il cambiamento nell’aspetto di un neo o la comparsa di uno nuovo.Le caratteristiche di un neo che possono indicare l’insorgenza di un melanoma sono riassunte grazie alla sigla ABCDE:
- A come Asimmetria nella forma (un neo benigno è generalmente circolare o comunque tondeggiante, un melanoma è più irregolare);
- B come Bordi irregolari e indistinti;
- C come Colore variabile (ovvero con sfumature diverse all’interno del neo stesso);
- D come Dimensioni in aumento, sia in larghezza sia in spessore;
- E come Evoluzione del neo che, in un tempo piuttosto breve, mostra cambiamenti di aspetto.
Altri campanelli d’allarme che devono essere valutati da un medico sono un neo che sanguina, che prude o che è circondato da un nodulo o da un’area arrossata.
La diagnosi precoce del melanoma cutaneo non dipende solo dal medico: un auto-esame periodico della propria pelle permette in moti casi di identificare cambiamenti o nei sospetti e di rivolgersi per tempo al dermatologo che effettua una visita completa nella quale valuta la storia familiare e la presenza di segni e sintomi tipici del melanoma cutaneo. L’esame visivo della pelle è reso più accurato grazie all’uso dell’epiluminescenza, una speciale tecnica di ingrandimento e illuminazione della pelle. La diagnosi certa di melanoma cutaneo necessita però di una biopsia, in cui un campione di tessuto viene prelevato e poi analizzato al microscopio. Inoltre, grazie a specifiche analisi sul campione di tessuto, è possibile identificare la presenza di mutazioni molecolari tipiche di alcune forme di melanoma cutaneo e utili per definire prognosi e trattamento. Altri tipi di esami di diagnostica per immagini come raggi x del torace, TAC, PET e risonanza magnetica sono utili per definire se e dove la malattia si è estesa. Ma come sempre il “fai da te” è l’approccio peggiore che ognuno può avere. Esiste il dermatologo, consultiamolo, ci dirà lui se i nostri nei o quelli dei nostri figli sono a rischio.
Lascia un commento
NB: I commenti vengono approvati dalla redazione e in seguito pubblicati sul giornale, la tua email non verrà pubblicata.