Amici a 4 zampe

La colomba bianca simbolo della Pasqua, ma non solo…

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Furono i Sumeri i primi ad addomesticare e a creare, attraverso gli incroci, i piccioni candidi che assunsero poi il nome di colombe.La colomba compare nelle diverse culture con una pluralità di sfumature simboliche. Di natura mite, evoca innocenza. Non dobbiamo però dimenticare la sua funzione di messaggero che risale già all’antico Egitto. Più dolce l’immagine dell’amore che evoca l’atto del tubare. Non a caso era sacra alla dea dell’amore, Afrodite per i Greci e Venere per i romani.Nella Genesi una colomba porta a Noè il rametto d’ulivo, mostrandogli la fine del Diluvio universale e diventando il simbolo di pace tra Dio e gli uomini, tra cielo e terra. Una riconciliazione che manifesterà Gesù nel suo percorso di morte e Resurrezione.In un testo del profeta Osea, Israele è paragonato ad un’ingenua colomba, come attesta il salmo 68.

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Nell’iconografia cristiana non è solo il simbolo dello Spirito Santo, disceso dal cielo e posatosi su Gesù intento a ricevere il battesimo da Giovanni, ma di manifestazione divina in generale, come nei codici miniati del V e VI secolo. Nei bassorilievi funebri pre-cristiani e cristiani, dove è spesso raffigurata nell’atto di bere dal vaso della memoria, incarna invece l’anima. Si narra che una colomba uscì dal corpo di San Policarpo, durante il suo martirio al momento della morte. Stessa cosa ci riferisce il poeta cristiano Prudenzio nel raccontare la morte della martire Eulalia.La colomba è la femmina di una delle 300 specie appartenenti ai Colombidi, allevati in passato in alte torri, le colombaie.Gli esemplari che vediamo nelle nostre città hanno origini antiche, derivanti dalla Columbia Livia.Un piccione viaggiatore può percorrere fino a 800 km alla velocità media di 70 all’ora e far ritorno alla colombaia: la sua capacità di orientamento è eccezionale, come la sua memoria topografica, la vista è acuta e ha forte resistenza al volo.Ai nostri giorni, i colombi viaggiatori non hanno più la funzione di messaggeri, ma vengono impiegati nelle gare di velocità e fondo che hanno un gran seguito tra gli appassionati colombofili.Le colombe bianche compaiono invece nei matrimoni, con l’inconveniente che una volta liberate non sempre tornano a casa.

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I colombi, come i piccioni, si nutrono di granaglie o di insetti. In genere sono monogami e le femmine depongono due uova che covano per circa 20 giorni. I piccoli, deboli di colore rosa, con gli occhi chiusi e coperti da lanugine di diversi colori, sono allevati con amore e nutriti da entrambi i genitori che, nel gozzo, producono latte. I piccoli lasciano il nido dopo un mese circa, ma continuano ad essere accuditi dal padre per qualche giorno. I colombi come i piccioni hanno una velocità di accrescimento straordinaria: dopo 48 ore raddoppiano il peso che avevano alla nascita, grazie alle proteine contenute nel latte di piccione che non si è riusciti a riprodurre artificialmente.Per produrlo, i genitori hanno bisogno di molta acqua.

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I piccioni hanno un’intelligenza superiore a quella di molti animali: sanno riconoscere la propria immagine nello specchio e persino abbinare le foto alle persone. Possono vedere i colori e percepire la luce ultravioletta. Grazie alla loro vista eccezionale, sono stati impiegati in America in alcuni esperimenti sulle missioni di ricerca e soccorso in mare.Nonostante tutto ciò, la considerazione di questi uccelli è bassa: sono ritenuti sporchi e portatori di malattie. Pensate invece che nel XVI e XVII secolo, il guano di piccione veniva impiegato come fertilizzante ed era più efficace del letame. In Inghilterra lo si riteneva l’unica fonte di salnitro con il quale si preparava la polvere da sparo.Nel continente americano esiste un progetto molto bello: ”Pigeon Watch” che invita le persone ad osservare i colombi di città per capire meglio questa specie in tutte le sue varietà. Non male come idea, forse dovremmo farla nostra e rivalutare l’immagine di questi uccelli speciali, non solo a Pasqua o ai matrimoni, ma sempre.

Renata Are

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