Al Jarreau è morto
La black music perde la sua voce
E’ morto oggi a Los Angeles Al Jarreau.
L’artista, vicitore di ben sette Grammy per il suo jazz e le sue canzoni R&B come ’Breakin ’Away’, aveva 76 anni. Recentemente ricoverato in ospedale, era stato costretto ad annullare tutti i suoi prossimi impegni.
Nato a Milwaukee il 12 marzo 1940, figlio di un vicario, aveva iniziato a cantare nel coro della chiesa. Successivamente, conseguito un master in psicologia, era stato impiegato come assistente sociale prima di trasferirsi a Los Angeles ed intraprendere la strada che lo avrebbe consacrato nell’universo della musica, divenendone uno degli astri più splendenti e famosi di sempre.
Considerato tra i più grandi cantanti degli ultimi decenni è il solo ad aver vinto tre Grammy Award in tre diverse categorie, jazz, pop e R&B.Difficilmente collocabile in uno stereotipo di genere, spaziava da un ritmo a un altro, senza limiti, esplorando e sperimentando continuamente come in un gioco infinito un condensato di generiche ne esaltavano la capacità di evoluzione timbrica e la totale padronanza dello scat, quella forma jazzistica riconducibile alle esibizioni più primitive del canto nero, in cui, alle parole del motivo, il cantante sostituisce una serie di sillabe senza senso o anche di suoni onomatopeici riproducenti spesso il suono di strumenti.50 anni di carriera costellata di successi che lo hanno consacrato cantante moderno, capace di esplorare con la voce ogni sorta di timbrica.
Il primo Grammy nel 1977 per “Look to the rainbow” come migliore cantante jazz, l’ultimo nel 2007, quando ha ricevuto il grammofono d’oro per la sua interpretazione di “God bless the chid”, eseguita insieme a George Benson e Jill Scott.
Da ricordare la sua partecipazione a USA for Africa, supergruppo formato da 45 celebrità della musica americana tra cui Michael Jackson, Lionel Richie, Stevie Wonder e Bruce Springsteen, cantando We Are the World prodotta da Quincy Jones, i cui proventi sono stati interamente donati all’Africa.
La sua ultima fatica “My Old Friend - Celebrating George Duke” del 2014, era dedicata a George Duke, con il quale ha iniziato la sua straordinaria carriera alla fine degli anni Sessanta, considerato il suo Maestro e mentore.
Una forza della Natura che a questa ha fatto ritorno, lasciando a noi tutti in dono la sua musica, caleidoscopio di pura energia.
Lascia un commento
NB: I commenti vengono approvati dalla redazione e in seguito pubblicati sul giornale, la tua email non verrà pubblicata.