Aborto: un dibattito sempre acceso

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Il 25 maggio in Irlanda c’è stata una svolta storica. Il 66,4% dei consensi nel referendum ha attestato il sì all’interruzione volontaria di gravidanza.

Scegliere di portare a termine una gravidanza, tuttavia, per una donna è un atto delicato. Decidere se abortire o meno costituisce comunque un problema per la sua salute fisica e psichica. L’aborto può essere indotto quando sono da mettere in conto anomalie o malformazioni a cui andrebbe incontro il presunto nascituro; la pratica è stata resa legale in Italia il 22 maggio del 1978 con la legge 194. Quest’ultima viene ad ogni modo continuamente contestata, criticata e disapprovata. C’è chi sostiene che “è un fallimento” che avrebbe “impedito di nascere a sei milioni di bambini”. Ma andiamo nello specifico.

cms_9330/2.jpgLa legge 194 consente l’interruzione volontaria di gravidanza “quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna; o quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna”. Molte donne, soprattutto straniere, nel nostro Paese per ragioni culturali, linguistiche e, spesso, di degrado sociale, risultano poco informate sulla contraccezione e per questa ragione ricorrono all’aborto clandestino.

Laborto da noi è un tema molto discusso. Politicamente esistono vari orientamenti che si schierano a favore o contro questa pratica. La Chiesa esercita una forte influenza volta ad inibire l’interruzione della gravidanza, anche se il problema dà adito, in realtà, ad un dibattito molto acceso.

cms_9330/3.jpgIn un’intervista, una giovane donna ha rilasciato tale dichiarazione: “Che si sia pro o control’aborto, bisogna riconoscere che una scelta del genere cambi radicalmente l’esistenza, soprattutto quella di una donna! Non si discute dell’aborto in quanto scelta positiva o negativa, ma in quanto matrice di cambiamento: è il momento in cui si diventa adulti, scegliere se dare la vita o portarla via. Si può garantire un’esistenza decorosa al nascituro? Si è disposti a fare sacrifici?”.

È il caso di dire che un bambino che nasce stravolge la vita, ma l’aborto, qualunque sia stata la ragione che abbia spinto una donna a praticarlo, lascia un segno profondo.

Ester Lucchese

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