A TRIESTE LA SIDERURGIA GREEN NEL SEGNO DELLA ECOSOSTENIBILITA’

Mentre Taranto si dibatte nel solito increscioso problema riguardante uno stabilimento siderurgico ormai obsoleto, dopo un cinquantennio di disastroso rimpallo fra gestione pubblica e privata ; ecco che, nello stesso campo già liberato dalla Ferriera con i nocivi miasmi dei forni a caldo, Trieste si pone come apripista apprestandosi a coniugare l’industria pesante nella versione green.
Infatti, l’Autorità Regionale ha accolto la manifestazione di intenti circa la realizzazione di una fabbrica ecosostenibile, su un’area di 48 ettari nella valle Noghere del contesto industriale Triestino limitrofo al comune di Muggia.
ln riferimento al progetto recante il binomio della friulana Danieli & C.Officine Meccaniche e della olandese Metinvest BV, sarà costruito un impianto per la trasformazione, rigorosamente “a freddo”, di semilavorati in prodotti finiti laminati in acciaio ; con allettante occasione di impiego per 450 unità lavorative e un indotto stimato di 500 addetti; soprattutto, in base ad una economia il cui vessillo, come in tutti gli altri ambiti Triestini, sventola nella direzione del rispetto dell’ambiente e, quindi, della salute della popolazione.
In base alla collocazione di rilievo di questa nuovo stabilimento ecosostenibile , non solo rispetto al contesto del Sito di Interesse Nazionale Triestino (SIN) ma in relazione a tutto il comparto della siderurgia Italiana, si prevede l’intervento del Ministero dello Sviluppo economico e per la Transizione ecologica nella individuazione dei passi verso la messa in opera dell’impianto in base ad un Accordo di Programma che, in qualità di obiettivo finale cui sarà propedeutica la fattibilità tecnica del progetto su verifica in base al Protocollo d’Intesa, sarà stipulato a firma della Industria Danieli & C.Officine Meccaniche e Metinvest BV e della Regione, in concorso con l’adesione del Consorzio di Sviluppo Economico Locale dell’Area Giuliana ( Co.Selag ) , del comune di Muggia e dell’Autorità di Systema Portuale del mare Adriatico Orientale .
Proprio sul mare sarà l’affaccio dello stabilimento, con previsione di banchine e utilizzo della linea ferroviaria di Aquilinia in direzione della rete logistica dei porti di Trieste e Monfalcone, dove saranno movimentati i rifornimenti delle materie prime in arrivo e i prodotti finiti da avviare alla commercializzazione soprattutto verso il mercato Europeo.
Tanto, in base alla sfida in tema ambientale ed energetico, in cui il Friuli Venezia Giulia si cimenta in termini di sostenibilità e si pone come modello virtuoso, di riferimento per le altre regioni e di insegnamento per i giovani Friulani che aderiscono al movimento trasversale Fridays For Future sull’idea di un ambiente pulito, a tutela della buona salute, per le generazioni future.
Con queste basi, non è affatto improbabile che prima del 2030, se non addirittura nel 2025, possa realizzarsi anche l’obiettivo dell’azzeramento delle emissioni nette dei gas nocivi che alterano il delicato sistema climatico; dovendosi dedurre che lo stesso stabilimento siderurgico green porrà Trieste in posizione di avanguardia culturale anche in campo ambientale.
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