ATTACCO HACKER AI SERVER TIM: ECCO I RISCHI
Tim invita a cambiare le password
Nell’ultimo periodo, complice anche il Covid, si è registrato un aumento dell’utilizzo dei vari dispositivi tecnologi, come ad esempio pc, smartphone e tablet, per accorciare le distanze da parenti e amici in ogni angolo del pianeta. Questo purtroppo ha inevitabilmente finito per attirare l’interesse di alcuni cyber criminali che decidono di dar vita a delle truffe, che rischiano di far cadere nella trappola molti utenti. Lo sa bene Tim, che recentemente ha segnalato ai suoi clienti di essere stata vittima di un attacco hacker. Si è parlato inizialmente di alcune “attività anomale” sui server di Tim, svolte da parte di soggetti terzi ignoti, che potrebbero aver consentito la sottrazione di alcuni dati, incluse le credenziali di accesso a MyTIM (la sezione del sito o dell’app dedicata ai clienti dov’è possibile monitorare le proprie bollette ecc...).
Il Colosso delle telecomunicazioni ha fatto informato i suoi utenti dell’accaduto tramite una tramite un’email e consigliando: “Per tua tutela e per garantire la sicurezza delle tue informazioni, stiamo provvedendo a disabilitare in via precauzionale le tue credenziali MyTIM, rendendo obbligatorio il cambio password al primo accesso all’Area privata. Al riguardo, riteniamo opportuno raccomandarti di non utilizzare più la vecchia password, né una simile, nonché di modificare la password utilizzata per l’accesso a qualsiasi altro servizio online, qualora coincidente o simile a quella precedentemente utilizzata su MyTIM.
Con l’occasione ti ricordiamo, quali misure idonee a prevenire abusi o frodi, di custodire accuratamente e non divulgare mai sul web le credenziali di autenticazioni a portali o sistemi, di fare attenzione alle attività di phishing, di aggiornare periodicamente il software sul tuo pc e cellulare e di utilizzare un Antivirus.”. L’azienda ha infine specificato che i dati coinvolti non conterrebbero informazioni che possano abilitare funzioni di pagamento. Infine, ha fatto subito denuncia alla Polizia postale e, come previsto dal Gdpr, all’Autorità garante della privacy che dovrà far luce sulla faccenda e dovrà valutare eventuali responsabilità di Tim (che si ritiene parte lesa tanto quanto gli utenti), nei processi di messa in sicurezza delle informazioni dei clienti.
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