ASCESA E CADUTA (DEFINITIVA) DELL’EX POSH SPICE

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Victoria Carolina Adams raggiunge la fama planetaria nel 1996 irrompendo nel panorama musicale con il gruppo britannico Spice Girls, ma nel 2000, lasciando le fan sbigottite, il gruppo si scioglie e dopo vari ed infruttuosi tentativi di farsi strada nel campo musicale come solista, la più posh delle Spice, si rifà una seconda vita, conquistando spazio e fama, nel fashion system. Nello spazio di poco più di un decennio si costruisce una credibilità come designer con il suo minimalismo moderno e chic, anche la temibile direttrice di Vogue America, Anna Wintour pare apprezzare le sue creazioni, si costruisce il successo e la popolarità tra le star che amano indossare i suoi abiti. Nel 2011 si aggiudica il best designer brand sbaragliando la concorrenza di nomi altisonanti come Tom Ford e Stella McCartney, nel 2017 viene insignita dalla Regina Elisabetta II dell’OBE per il suo contributo nel fashion system e per il suo costante impegno a sostegno dell’Unicef e della Croce Rossa. Nel tempo diventa un’icona di stile a cui molte donne si ispirano, eletta, nel 2019, come fashion icon dalle donne europee.

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Anno dopo anno conquista la stima dei temibili fashion editor e buyers, anno dopo anno la sua cifra stilistica diventa sempre più riconoscibile: abiti magistralmente costruiti nei tagli, linee minimal, amore incondizionato per la maglieria e per il cachemire, per il mood mannish-chic, per una palette colori mai sovrastante, per accessori selezionati e riconoscibilissimi.

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Il 2019 ha visto nascere anche una sua linea di make up occhi per ricreare un smokey eye da very posh che, inizialmente, comprendeva quattro palette occhi, quattro nuance di mono ombretti, due matite occhi, eyeliner. I pack sono minimal, eco sostenibili, i cosmetici sono privi di sostanze nocive, adatti anche alle pelli più sensibili. Ma già dal secondo giorno dal lancio della linea di make up la Beckham viene subissata da lamentele ed insulti per l’alto costo dei prodotti (quarant’otto dollari per un ombretto) e perché acquistabili solo per clienti inglesi ed americani. Oggi nel fashion system non si parla d’altro e un insider, vicino alla coppia, rivela ai tabloid inglesi che l’ex Spice sarebbe sull’orlo della bancarotta e che la sua maison avrebbe debiti per sessantatré milioni di dollari e che da tempo il marito, David Beckham, stava sovvenzionando l’attività della moglie, ma che ora gli avrebbe dato un ultimatum, gli avrebbe tagliato i fondi, tolto carta di credito e firma sul conto corrente nel timore di mettere a rischio il loro patrimonio. In tempi di pandemia, secondo David Beckham, per il fashion system non si prevede un futuro roseo e così avrebbe intimato alla moglie di dire addio, definitivamente, al dorato mondo del fashion system e al suo lavoro di fashion designer. Non ci resta che aspettare per sapere se effettivamente Victoria Beckham getterà la spugna o riuscirà a risorgere dalle sue ceneri come una moderna araba fenice.

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Il rapper americano, Lis Nas X in collaborazione con la società MSCHF, ha messo sul mercato 666 paia di sneakers dall’inquietante nome: satan shoes. Una goccia di sangue umano, “donato” dai collaboratori della società è stata mescolata ad un liquido rosso ed è stata inserita nei cuscinetti trasparenti della suola dell’iconico modello della Nike, Air Force Max ’97. Le sneakers sataniche, dal costo di poco più di mille dollari, sono andate sold out in meno di un minuto, ma va detto che la Nike non ha alcun coinvolgimento in questo discutibile progetto, anzi ha dichiarato che querelerà la MSCHF per gravi lesioni d’immagine visto i tanti messaggi arrivati alla Nike rea di vendere sneakers che inneggiano a satana e alla nascita dell’hashtag boycottnike. La Nike ha rotto il silenzio dichiarando: “MSCHF sta facendo credere ai consumatori che noi approviamo o produciamo le satan shoes, la convinzione che siano scarpe autentiche fa sì che i clienti non vogliano più acquistare i nostri prodotti”. Anche la scelta di realizzarne solo 666 paia non è stata frutto del caso, visto che il numero, in simbologia, riporta a satana ed anche il costo delle sneakers di 1018 dollari è un chiaro rimando al versetto 10:18 del Vangelo di Luca in cui si parla del diavolo.

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Tra probabili difficoltà economiche ed uscite di dubbio gusto è giusto parlare del fashion system anche per qualcosa di bello che vede come protagonista il designer Giorgio Armani. Re Giorgio ha dichiarato che metterà a disposizione il suo Armani-Teatro di Milano, da sempre destinato a fashion show e mostre d’arte, come hub vaccinale a servizio della collettività, nell’intento di alleviare la pressione sulle strutture sanitarie lombarde. La maison ha reso noto: “La vaccinazione avverrà nei modi e nei tempi che saranno comunicati nei prossimi giorni e la partecipazione sarà su base volontaria. Appena sarà possibile, la vaccinazione verrà implementata anche nelle altre regioni dove la maison potrebbe avere strutture idonee”. Anche Confindustria ha chiesto alle aziende del fashion la disponibilità di mettere a disposizioni i loro spazi per la campagna vaccinale, su base volontaria, sul posto di lavoro. Sono state in tante le aziende che hanno prontamente risposto tra cui Bruno Cucinelli, Gucci, Gruppo Benetton, Yamamay, Carpisa.

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Il colosso mondiale del lusso, LVMH, in nome del fashion sostenibile ha deciso di mettere in vendita, online su una piattaforma, gli scampoli dei tessuti e dei pellami inutilizzati delle collezioni di pret-a-porter dei suoi brand più prestigiosi come Louis Vuitton, Christian Dior e Givenchy. I più maliziosi hanno tenuto a sottolineare che oltre alla voglia di promuovere una politically correct “economia circolare”, ci sarebbe anche un ricavo economico non indifferente eliminando, al contempo, l’oneroso smaltimento di tali tessuti e pellami che secondo alcune fonti, al fashion system, costerebbe centoventi miliardi di dollari all’anno.

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Il fashion in tempi di pandemia ha portato il loungewear a diventare il trend alert più in auge e al pantalone della tuta a capo must have anche per la prossima primavera. Ma dopo più di un anno, anche se siamo ancora in piena pandemia, si ha voglia di cambiare e l’occasione per tutte le fashioniste è arrivata. Per questa primavera le più cool sostituiranno la combo pantalone della tuta più sneakers con quella pantalone della tuta più décolleté o sandali alti dal design minimal, combo decisamente più trendy. Per questa primavera la felpa e il pantalone jogger en pendant non sarà più una buona idea come lo è stata negli anni ’90, nel 2021 si separeranno per conoscere nuovi capi e dare vita ad outfit originali con quel twist da vera fashionista. La felpa si accompagnerà al tailleur mannish, alla gonna midi dal mood bon ton, il pantalone jogger si accompagnerà al pullover, al blazer oversize, al kimono, ad un bel paio di décolleté.

T. Velvet

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