ANNA GRAMEGNA ....POETESSA, SCRITTRICE, OPERATRICE CULTURALE
"I giovani devono leggere molto, non solo i classici ma anche gli autori contemporanei"

È pomeriggio inoltrato, raggiungo l’abitazione di Anna Gramegna a Bari; ho apprezzato la sua grande disponibilità, la complicità, la freschezza della sua voce, una voce genuina d’artista.
Nella sua dimora c’è un’atmosfera molto confortevole, quasi magica, profumo di zagare. All’ingresso troneggia il dipinto che ho ammirato sulla copertina del libro di racconti “Dietro il Chador”, opera di Nanette Mosaico, sua cara amica. Bellissimi quadri alle pareti, altri dipinti di Nanette, gli ambienti ancora pieni di luce.
Anna è una padrona di casa straordinaria, snocciola ricordi d’infanzia, gli amori della giovinezza, mi parla dei suoi viaggi, delle sue dimore, adora il mare, è di una simpatia schiacciante. Mi mostra le sue pubblicazioni, il libro di racconti già citato, dedicato alle donne, mi parla dei suoi progetti futuri, della pubblicazione di una nuova raccolta poetica, di un nuovo libro di racconti.
Dalla cucina un profumo inebriante, sicuramente una specialità tipica della cucina pugliese.
Quando ha scoperto la magia della poesia e quando ha cominciato a scrivere?
Da bambina amavo la solitudine. Mi incantavo a guardare la natura, scrivevo poetici pensieri, dico pensieri perché non consideravo i miei scritti Poesia. Col tempo della maturità la Poesia ha dato un senso alla mia vita.
Quali sono gli argomenti ispiratori dei suoi versi, dei suoi libri?
Scrivo spesso di notte; gli argomenti principali dei miei versi sono: l’amore che è gioia, il dolore che è catarsi. La solitudine, il disagio per una vita sociale sempre più priva di valori e, in questo periodo il lungo inverno covid, le sirene di guerra.
Quanto conta nella sua produzione letteraria il paese, le origini, la sua storia?
Nella mia poesia contano molto la storia personale, le mie origini, l’infanzia vissuta tra l’esperienza cittadina e la vita agreste. Ha inciso molto anche la realizzazione dei tanti viaggi culturali e legati ad esigenze familiari che hanno arricchito la mia vita.
Quali sono i suoi autori preferiti, le letture significative per la sua formazione?
I poeti che ho amato molto: Federico García Lorca (1898- 1936); John Keats (1795– 1821); Jacques Prévert (1900- 1977); Vincenzo Cardarelli (1887-1959). La lettura dei classici mi ha sempre appassionata.
Anna Gramegna riceve il Premio alla carriera, la medaglia del Senato
Cosa consiglia ai giovani che vogliono avvicinarsi o si stanno avvicinando al mondo della scrittura poetica?
I giovani devono leggere molto, non solo i classici ma anche gli autori contemporanei. La poesia ha sempre seguaci e vi sono oggi molte voci significative che si stanno affermando. Come presidente di vari concorsi letterari, ho la possibilità di confrontarmi con i giovani poeti e di notare una grande evoluzione nel linguaggio poetico e nella scelta delle tematiche. Molti sono impegnati a dare voce alla poesia sperimentale.
Cosa pensa dei reading poetici? Sono utili alla diffusione della poesia?
Ritengo che i reading poetici siano molto interessanti per uno scambio di immagini, di emozioni, per la diffusione della poesia. Nel passato gli artisti frequentavano luoghi e caffè letterari, per scambio di idee sulla poetica del proprio tempo, sul loro vissuto storico e personale. In particolare ricordo gli incontri culturali tenuti a Cortina d’Ampezzo (Belluno) presso la villa di una nota contessa a cui partecipava assiduamente Gabriele D’Annunzio per discutere di poesia e imprese d’amore. Oggi con le trasformazioni tecnologiche in atto, gli scambi letterari avvengono anche attraverso i social in maniera più veloce e diretta.
Molto vivace in questo particolare momento storico, il dibattito sull’utile inutilità della POESIA. Cosa ne pensa al riguardo?
È un dibattito sempre attuale; molti gli autori che hanno espresso il loro parere. In un mondo dove predomina la tecnologia, l’efficienza, l’utilitarismo, è facile capire a cosa può servire una macchina, un telefonino; è difficile invece comprendere a cosa può servire la poesia, perché non è utile, non ha scopi, non ha fini. Non serve a niente, ma assume un ruolo centrale, perché consente all’uomo di riappropriarsi della propria dimensione spirituale. La poesia è l’inutile che serve per esprimere l’amore, il dolore, la solitudine, la parte più vera e autentica di ciascuno di noi.
Vuole dedicare un testo, alcuni versi ai lettori?
Se le montagne fossero demolite
anche un filo d’erba sarebbe alto
e i nostri desideri sarebbero cielo.
Per salutarci, ci doni una sua poesia
Les Jeux sont faits
Ti ho amato
nell’alcova del mare,
strappando baci ai fondali misteriosi
ora tremo a saperti naufrago
arreso alla furia del mare
all’armonia vertiginosa dei suoni;
mi resta il delirio d’eterne correnti
che scuotono rami e foglie
tra fantasmi lacerati da vaghe emozioni.
Sarò come crisalide, nella brezza pungente
farfalla sferzata dal vento.
Tra cunicoli d’amore tramonterà l’estate
ma come diamante brillerò
tra i fiori dell’Eden, in una giostra di luce
per te, solo per te
che mi hai amata tutta la vita.
Da “Les Jeux sont faits e Parole senza tariffa” di Anna Gramegna (WIP Edizioni 2015)
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Anna Gramegna, poetessa scrittrice e operatrice culturale è nata a Bari, dove vive e lavora.
È presente in varie antologie poetiche.
Ha pubblicato diverse raccolte poetiche: Poesie; E poi…(E. La Vallisa Bari 1983); Sotto la pelle del cielo; Catarsi; Metropolis; Amore opus imperfectum; Cavalli di razza (Editrice La Vallisa 2000, adottato come testo dal liceo Socrate di Bari); Anch’io Airone (portofranco 2003); Les Jeux sont faits e Parole senza tariffa (Wip Edizioni 2015).
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