ANCORA NESSUNO SBARCO PER I MIGRANTI SULLA GREGORETTI

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Una delle motovedette della Guardia costiera italiana, la Cp920 Gregoretti è bloccata da oltre 24 ore dal governo italiano fuori dai porti italiani e ora si trova in rada a mezzo miglio dal porto di Catania.

cms_13630/2v.jpgVenerdì il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha spiegato che nessuno sbarcherà se da parte della Commissione europea non ci sarà una presa in carico di tutte le persone salvate. Bruxelles ha fatto sapere che avrebbe contattato gli Stati membri per raccogliere disponibilità. Ma per ora la situazione non si sblocca. Già in precedenza Salvini aveva annunciato: “Ho dato disposizione che non venga assegnato nessun porto prima che ci sia sulla carta una redistribuzione in tutta Europa di tutti i 140 migranti a bordo. Il problema è bloccare gli scafisti e nelle prossime ore vedremo se alle parole dell’Europa seguiranno i fatti, perché avremo modo di sperimentare l’accoglienza e la generosità di Italia, Germania e Francia e di tutti gli altri paesi che spesso fanno la morale all’Italia. Non lasciamo morire nessuno, ma se Macron pensa che tutti i barconi debbano arrivare in Italia e che ci debba pensare l’Italia, ha sbagliato a capire”.

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Le dichiarazioni del ministro dell’Interno italiano si inseriscono all’interno delle tensioni con l’Unione europea e in particolare con Francia e Germania, che nel vertice di Helsinki avevano chiesto di approvare un documento sugli sbarchi che vincoli i paesi che affacciano sul Mediterraneo a far approdare i migranti. Malta e Italia si erano schierate contro il testo, temendo di doversi sobbarcare tutto il peso degli arrivi. Tensioni che sono poi continuate nei giorni successivi e in particolare in occasione del nuovo incontro convocato dal premier francese Macron a Parigi per provare a sbloccare la situazione sui soccorsi in mare.

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I migranti della Gregoretti sono stati soccorsi in due diversi momenti: 50 persone sono state trasbordate da un peschereccio siciliano, “Accursio Giarratano”, mentre altre 91 erano su un gommone segnalato da un peschereccio tunisino. La nave Gregoretti, però, non può aspettare a lungo. Viene da una lunga missione e necessita di rifornimenti e attività tecniche in breve tempo. Difficile, insomma, che si ripeta un lungo braccio di ferro come avvenuto un anno fa. Per il caso Diciotti dell’agosto scorso Salvini finì indagato dalla procura di Agrigento per il reato di sequestro di persona aggravato. La giunta per le immunità del Senato non concesse tuttavia il via libera a procedere nei confronti del ministro, chiesto dal Tribunale dei ministri di Catania.

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Intanto, giovedì, in Italia, la Camera ha varato il decreto sicurezza bis, che inasprisce le sanzioni per le navi delle ong che operano salvataggi in mare. Sul decreto è intervenuta la vice portavoce capo della Commissione Europea Natasha Bertaud, rispondendo a una domanda sulle sanzioni previste dal decreto per i comandanti delle navi che violino il divieto di ingresso, transito e sosta nelle acque territoriali italiane, divieto che può essere disposto dal ministro dell’Interno per ragioni di ordine pubblico e di sicurezza o in caso di sospetto favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Mary Divella

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