AFGHANISTAN, SERIE DI ATTACCHI DEI TALEBANI
Nel giro di due giorni colpite Lashkarga, Faizabad, Kunduz e Kabul
L’estremismo islamico colpisce nuovamente, e molto duramente, in Afghanistan. Nelle giornate dell’1 e 2 novembre, una serie di attacchi in diverse province hanno mietuto vittime e scatenato altro terrore nella già martoriata popolazione. Domenica sono state colpite le province di Lashkarga, Faizabad e Kunduz. Particolarmente impressionante quanto avvenuto in quest’ultima provincia, dove quattro persone sono morte e almeno 8 sono rimaste ferite per l’impatto, addirittura, di un obice (un pezzo d’artiglieria intermedio tra il cannone e il mortaio) lanciato contro la sede del governo provinciale di Kunduz. "I Taliban sono presenti nei dintorni di Kunduz. E’ necessaria un’operazione su vasta scala per impedire che attacchino la città", ha spiegato il deputato provinciale Kunduz Rabbani alla tv Tolo News.
Lunedì, invece, l’attacco (dal quale i talebani si sono dissociati, ma ci si ricordi di non dare nessuna valenza alle parole di simili criminali) si è concentrato sull’Università di Kabul. Nel momento dell’attacco, durato all’incirca dalle 7 alle 13 ora italiana, funzionari afghani e iraniani stavano inaugurando una mostra di libri. Tre uomini armati sarebbero entrati sparando nel complesso dell’università, causando, alla fine, una drammatica conta di 19 morti e 20 feriti, attentatori compresi.
Il campus della stessa università era stato colpito con un attentato esplosivo l’anno scorso.L’Ambasciata italiana a Kabul ha twittato, commentando l’episodio: “L’Italia condanna con forza l’attacco odierno all’Università di Kabul, l’ultimo di una serie di terribili crimini contro le strutture educative. Gli attacchi contro i civili, e in particolare i giovani afghani che investono sul loro futuro, devono fermarsi ora”. Così, invece, la Missione ONU in Afghanistan: “Non ci può essere alcuna giustificazione per scatenare una violenza così terribile in una scuola o in un college. Le nostre sentite condoglianze sono con le famiglie e gli amici della vittima”.
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