AFGHANISTAN, ENNESIMO ATTENTATO

Sono 34 i morti a causa di un ordigno

AFGHANISTAN,_ENNESIMO_ATTENTATO.jpg

Almeno 34 persone, tra cui donne e bambini, sono morte e altre 17 sono rimaste ferite mercoledì mattina per lo scoppio di una bomba sul ciglio della strada al passaggio di un autobus nel distretto di Bala Blok, nella provincia occidentale afgana di Farah. Tra le vittime anche donne e bambini. Il massacro arriva il giorno dopo la pubblicazione di un rapporto della missione Onu in Afghanistan (Unama), che documenta come il numero di vittime civili in quasi due decenni di conflitto afghano continui ad essere estremamente alto: 1.366 morti e 2.446 feriti solo nella prima metà del 2019. La metà delle vittime civili risulterebbe essere stata causata dalle forze filogovernative. Questo episodio è, purtroppo, solo uno dei tanti che devastano l’Afghanistan da decine di anni. Si tratta, infatti, di un Paese che si potrebbe ormai definire maledetto: dall’invasione sovietica del 1979 non si è più intravisto un solo periodo di pace o di relativa stabilità. Nonostante gli sforzi per riportare il Paese ad una parvenza di normalità dopo la liberazione dal regime dei talebani nel 2001 siano tutt’ora notevoli, e l’attuale presidente Ashraf Ghani sia considerato progressista, al momento la vita in Afghanistan è pressoché impossibile.

cms_13687/2.jpg

Per esempio, mine inesplose ed altri ordigni disseminati durante il regime del terrore talebano sono tutt’ora un problema per il Paese, e molti luoghi rimangono irraggiungibili via terra per questo motivo. La guerra in Afghanistan continua ormai da 18 anni, in quanto risulta estremamente difficile eliminare tutte le frange terroristiche disseminate e ben nascoste in un vasto territorio molto impervio. Addirittura, di recente, l’esasperazione americana per il più lungo impegno militare mai sostenuto dagli USA li ha spinti ad aprire un tavolo di negoziazioni con dei rappresentanti dei taliban, cosa che ha portato ad enormi preoccupazioni, specie per le donne. In effetti, una trattativa diplomatica con gli estremisti islamici appare impossibile: l’unico fine supremo, per loro, è la sharia, e non esisterebbe un modo alternativo per accontentarli. I paesi occidentali impegnati in Afghanistan si ritrovano quindi davanti ad un paradosso irrisolvibile, nel quale non sembra possibile terminare la guerra senza perdere quel poco di “pace” (anche se definirla tale è azzardato) che è stata faticosamente conquistata, e la cui instabilità ci viene continuamente ricordata da tali nefasti, e frequenti, episodi.

Giulio Negri

Tags:

Lascia un commento



Autorizzo il trattamento dei miei dati come indicato nell'informativa privacy.
NB: I commenti vengono approvati dalla redazione e in seguito pubblicati sul giornale, la tua email non verrà pubblicata.

International Web Post

Direttore responsabile: Attilio miani
Condirettore: Antonina Giordano
Editore: Azzurro Image & Communication Srls - P.iva: 07470520722

Testata registrata presso il Tribunale di Bari al Nrº 17 del Registro della Stampa in data 30 Settembre 2013

info@internationalwebpost.org
Privacy Policy

Collabora con noi

Scrivi alla redazione per unirti ad un team internazionale di persone dinamiche ed appassionate!

Le collaborazioni con l’International Web Post sono a titolo gratuito, salvo articoli, contributi e studi commissionati dal Direttore responsabile sulla base di apposito incarico scritto secondo modalità e termini stabiliti dallo stesso.


Seguici sui social

Newsletter

Lascia la tua email per essere sempre aggiornato sui nostri contenuti!

Iscriviti al canale Telegram