2 GIUGNO, MATTARELLA:"COME 75 ANNI FA...E’ TEMPO DI COSTRUIRE IL FUTURO"

"La Repubblica è, prima di tutto, la storia degli italiani e della loro libertà"

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cms_22087/mattarella_2giugno_quir.jpeg"Sono passati settantacinque anni da quando, con il voto nel referendum del 2 giugno 1946, gli italiani, scegliendo la Repubblica, cominciarono a costruire una nuova storia. Anche oggi siamo a un tornante del nostro cammino dopo le due grandi crisi globali, quella economico finanziaria e quella provocata dalla pandemia. Come lo fu allora, questo è tempo di costruire il futuro". Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della celebrazione al Quirinale della Festa della Repubblica.

"Non fu un inizio facile, settantacinque anni fa. L’Italia era divisa: la Repubblica aveva prevalso per due milioni di voti, ma il risultato non era stato omogeneo e, in un Paese in ginocchio, c’era il rischio di una spaccatura tra il Mezzogiorno e il Settentrione. Fu proprio la scelta repubblicana il presupposto che rese possibile radicare, nel sentimento profondo del popolo, le ragioni di una unità e di una coesione più forti, favorendo il dispiegarsi di nuove energie, di nuovi protagonisti nella vita pubblica" dice il capo dello Stato.

"Questa vitalità - prosegue - animò e sostenne la straordinaria stagione costituente, capace di cogliere e interpretare le speranze, le attese, le aspirazioni degli italiani. Per celebrare la Repubblica dobbiamo partire da qui: dalle donne e dagli uomini della Costituente, dalla loro lungimiranza, dal coraggio con cui seppero cercare e trovare i punti di sintesi".

"REPUBBLICA È STORIA DEGLI ITALIANI E DELLA LORO LIBERTÀ"

cms_22087/2.jpg"Cos’è la Repubblica? Sono i suoi principi fondativi. Le sue istituzioni. Le sue leggi, la sua organizzazione. Certo, è tutto questo. Ma a me sta a cuore, oggi, porre l’accento su ciò che viene prima. Quel che precede il valore e il significato, pur fondamentale, degli ordinamenti. Parlo della vita delle donne e degli uomini di questo nostro Paese. Dei loro valori e dei loro sentimenti. Del loro impegno quotidiano. Della loro laboriosità. Del contributo, grande o piccolo, che ciascuno di loro ha dato a questi settantacinque anni di storia comune.

La Repubblica è, prima di tutto, la storia degli italiani e della loro libertà" afferma il presidente della Repubblica.

"E’ la storia - aggiunge il capo dello Stato - del lavoro, motore della trasformazione del nostro Paese. E’ la storia della Ricostruzione, delle fatiche, dei sacrifici, spesso delle sofferenze, di tanti che si trasferirono da Sud a Nord, dalle campagne alle città, animando uno straordinario periodo di sviluppo. E’ la storia del formarsi e del crescere di una comunità".

"Un bel brano di De Gregori dice ’la storia siamo noi’, ’nessuno si senta escluso’. Proviamo a leggere così - esorta Mattarella - questi settantacinque anni di vita repubblicana: da una prospettiva diversa che ci consente di cogliere i profili di soggetti che spesso sono rimasti nell’ombra, sullo sfondo. E che invece hanno riempito la scena, colmato vuoti, dato senso e tradotto in atti concreti parole come dignità, libertà, uguaglianza, solidarietà. Parole che altrimenti sarebbero rimaste astratte aspirazioni".

"Le persone: donne, uomini, giovani - sottolinea ancora Mattarella - che sono state al centro della nostra storia, con la loro voglia di esserci e di contare. Di partecipare. Partecipazione civile, politica, sociale. La volontà di cambiare il mondo. Perché il mondo di prima aveva prodotto la guerra, l’ingiustizia, la fame, le distruzioni. L’Italia è stata ricostruita dalle macerie".

"La Costituzione ha indicato alla Repubblica la strada da percorrere. Questa è l’idea fondante della Repubblica, di una Costituzione viva, che si invera ogni giorno nei comportamenti, nelle scelte, nell’assunzione di responsabilità dei suoi cittadini, a tutti i livelli e in qualunque ruolo".

"La democrazia - sottolinea il capo dello Stato - è qualcosa di più di un insieme di regole: è un continuo processo in cui si cerca la composizione possibile delle aspirazioni e dei propositi, nella consapevolezza della centralità delle persone, più importanti degli interessi. In questo cammino un ruolo fondamentale lo giocano i partiti, le forze sociali, i soggetti della società civile".

UGUAGLIANZA

cms_22087/3.jpg"C’è un articolo, in particolare, della nostra Costituzione, quello sull’uguaglianza, che suggerisce una riflessione su quanto sia lungo, faticoso e contrastato il cammino per tradurre nella realtà un diritto pur solennemente sancito. Questo principio, vero pilastro della nostra Carta, ha rappresentato e continua a rappresentare una meta da conquistare. Con difficoltà, talvolta al prezzo di dure battaglie. Per molti aspetti un cammino ancora incompiuto. Penso alle differenze economiche, sociali, fra territori. Penso alla condizione femminile, all’impegno delle donne per una piena, concreta affermazione del diritto all’uguaglianza" dice Mattarella.

"REPUBBLICA È UMANITÀ E DIFESA DELLA PACE"

cms_22087/4.jpg"La Repubblica è umanità e difesa della pace e della vita. Sempre e ovunque. Come testimonia l’impegno della nostra Guardia costiera e della Marina militare per salvare la vita di persone spinte dalla disperazione alla deriva nel Mediterraneo" sottolinea il presidente della Repubblica.

"Va ricordato - prosegue - il contributo prezioso che, da molti anni a questa parte, i nostri militari forniscono nelle missioni internazionali, impegnati per la sicurezza e la pace, a fianco delle popolazioni che incontravano sulle loro strade, dimostrando sempre amicizia e umanità.

Che nel mondo si parli di un ’modello italiano’ delle missioni è motivo di grande orgoglio per il nostro Paese. E voglio ricordare con commozione tutti i caduti: a loro va la riconoscenza della Repubblica".

"Affermare i grandi principi, evocarli in formulazioni astratte - dice Mattarella - non basta. Perché essi abbiano concreta incidenza sulla storia, dunque, bisogna viverli. Non è sempre facile. L’esito non è mai scontato".

"REPUBBLICA È LIBERTÀ, DEMOCRAZIA, LEGALITÀ, SOLIDARIETÀ"

cms_22087/5.jpg"A volte le istituzioni possono sembrare fragili, esposte a sfide inedite. Accadde, ad esempio, negli anni bui della violenza terroristica di varia matrice. Gli attentati, le stragi, i ferimenti, gli omicidi. Sono state tante le vittime della ferocia di chi voleva sovvertire lo Stato con le bombe o con le armi. Nei cinquantacinque giorni dopo l’eccidio di via Fani e il rapimento di Aldo Moro la Repubblica visse il suo momento più difficile. La risposta degli apparati dello Stato per molti aspetti apparve incerta di fronte all’attacco terroristico. A salvare la democrazia in quel passaggio drammatico, stringendosi intorno alle istituzioni democratiche, fu prima di tutto la straordinaria mobilitazione popolare" sottolinea il capo dello Stato.

"Il no alla violenza - ricorda - netto, forte, determinato dei partiti, dei sindacati, dei cittadini. Le piazze piene di persone di ogni età e di differente orientamento culturale e politico. Il coraggio di chi, come l’operaio e sindacalista Guido Rossa, scelse di denunciare i terroristi e per questo pagò con la vita. Il senso del dovere di magistrati e forze di Polizia. Una risposta di popolo che spazzò via le ambiguità di chi teorizzava assurde e intollerabili equidistanze tra lo Stato e i terroristi. Il terrorismo è stato sconfitto e lo Stato ha prevalso con gli strumenti del diritto. Anche per questo possiamo dire: la Repubblica è libertà e democrazia".

"Come possiamo dire: la Repubblica è legalità. E mentre lo diciamo - prosegue Mattarella - avvertiamo il dovere di fare memoria di chi ha pagato con la vita il proprio impegno contro le mafie. Quelli noti e quelli meno ricordati. Uomini dello Stato, semplici cittadini, esponenti politici, sacerdoti, giornalisti, che con il loro sacrificio hanno saputo dare speranza e fiducia a chi non si rassegna alla prepotenza criminale".

"La Repubblica - afferma poi Mattarella - è solidarietà. La solidarietà che scattò all’indomani dell’alluvione del Polesine che colpì le province venete, nel novembre del 1951, con quasi cento vittime e più di 180.000 sfollati, soccorsi e ospitati spontaneamente da tantissime famiglie in tutto il Paese. Oppure la indimenticabile mobilitazione degli angeli del fango: migliaia di giovani che nel novembre del ’66 corsero a Firenze, provenienti da ogni parte d’Italia, per dare aiuto alla città messa in ginocchio dall’alluvione e porre in salvo centinaia di opere d’arte".

"E così è avvenuto ogni volta che il Paese è stato ferito da catastrofi naturali, alluvioni, terremoti. Dal Vajont al Belice al Friuli all’Irpinia, ai tragici eventi che più di recente hanno colpito l’Emilia e l’Italia centrale. Ogni volta abbiamo visto quanto sia forte il legame di solidarietà e fraternità che unisce i nostri territori, il nostro popolo".

"REPUBBLICA È STORIA DI DEMOCRAZIA BEN RADICATA E DI SUCCESSO"

cms_22087/6.jpg"Alcune storture hanno cause antiche, e richiedono impegno serio per rimuoverle. Ma la storia repubblicana è tutt’altro che una sequela di insuccessi: è la storia di una democrazia ben radicata e di successo" sottolinea.

"Risollevare il Paese, sgomberando le macerie materiali e morali che la Repubblica aveva trovato, portandolo a essere una delle principali realtà economiche e industriali del mondo, è stata una grande impresa - dice il capo dello Stato - Un’impresa collettiva, risultato dello sforzo di tanti. Politici, imprenditori, lavoratori, donne e uomini di ogni ruolo e condizione: hanno avuto come orientamento il loro senso del dovere, la responsabilità verso se stessi, verso le loro famiglie e la comunità; l’amore per la Patria. La forza di credere in un futuro migliore. La disponibilità al sacrificio per realizzare qualcosa per i propri figli e nipoti".

"PAESE NON E’ FERMO" - "Qualcuno, a volte, manifesta l’impressione che" lo "spirito, che animò i costruttori di allora, sia andato smarrito. Che il Paese si sia fermato, imbrigliato da inerzie e pigrizie, bloccato da rendite di posizione, dall’illusione di poter sopravvivere seguendo la logica emergenziale del ’giorno per giorno’. Il Paese non è fermo. Affiora talvolta la tentazione di rinchiudersi nel presente, trascurando il futuro. Ma non può essere così" rimarca Mattarella.

"Quando diciamo che nulla sarà come prima - prosegue il capo dello Stato - sappiamo che il cambiamento è già in atto. Ed è veloce. Sono cambiati gli stili di vita; le sensibilità delle persone. Alle domande relative alla sicurezza del proprio futuro, al lavoro, alla casa, si affiancano le preoccupazioni per la salute, per la vivibilità e la sostenibilità ambientale. E, inevitabilmente, cambiano le priorità nelle agende della politica e dell’economia globale".

"La Repubblica - sintetizza Mattarella- possiede valori e risorse per affrontare queste sfide a viso aperto. Ha potenzialità straordinarie. Ha creatività. Competenze. Capacità che ci rendono in tanti settori un Paese all’avanguardia. L’Italia, la nostra Patria, ha le carte in regola per farcela".

DIRITTI CIVILI - Un "accidentato cammino abbiamo vissuto per la piena affermazione della dignità della persona e dei suoi diritti, combattendo una difficile battaglia per sradicare ogni forma di discriminazione. Possiamo dire con orgoglio che, su questo versante, l’Italia di oggi, anche sul piano dei diritti civili, è più matura e consapevole, migliore di quella di settantacinque anni fa" afferma il presidente della Repubblica.

MATTARELLA CITA 6 DONNE - Lina Merlin, Nilde Iotti, Liliana Segre, Tina Anselmi, Luana D’Orazio, Samantha Cristoforetti. Sei donne con storie diverse, che rappresentano l’orgoglio dell’Italia, i passi in avanti compiuti dalla Repubblica nei 75 anni di storia e quelli ancora da compiere. Le ricorda il presidente della Repubblica, nel suo discorso nella cerimonia al Quirinale per la Festa del 2 giugno.

"Lina Merlin, pioniera della dignità femminile", sottolinea il capo dello Stato. Nilde Iotti, prima donna ad essere eletta alla presidenza della Camera con una scelta che proprio per questo segnò "un passo decisivo nell’affermazione del protagonismo delle donne nella vita delle istituzioni".

E se "l’Italia di oggi, anche sul piano dei diritti civili, è più matura e consapevole, migliore di quella di settantacinque anni fa, è anche grazie al valore della memoria raccontata da persone come Liliana Segre, instancabile testimone di civiltà e umanità".

E tra "le grandi riforme" che "hanno cambiato il profilo" dell’Italia, ricorda il capo dello Stato, va inserita "l’istituzione, nel 1978, del Servizio sanitario nazionale, ad opera di un’altra donna, la prima a diventare ministra, Tina Anselmi".

Se è vero che in 75 anni la Repubblica ha compiuto enormi progressi, permangono tuttavia "ancora condizioni non sopportabili per la coscienza collettiva, come le morti sul lavoro. Il ricordo del sorriso di Luana D’Orazio - è l’esortazione di Mattarella - impegni tutti al dovere di affrontare il tema della sicurezza dei lavoratori con determinazione e con rigore".

Infine può sembrare che "il Paese si sia fermato", ma non è così, rivendica il presidente della Repubblica". L’Italia infatti "ha creatività. Competenze. Capacità che ci rendono in tanti settori all’avanguardia. Ne sono esempio donne e uomini impegnati nella ricerca e nei settori dell’innovazione e delle tecnologie più avanzate", come "un’altra donna italiana" che "oggi ci rende orgogliosi: Samantha Cristoforetti, prima europea chiamata a comandare la stazione spaziale internazionale".

GRANDI RIFORME E INFRASTRUTTURE

cms_22087/7.jpg "I più anziani tra noi concittadini ricordano bene da dove siamo partiti. Un Paese che era stato trascinato in guerra, ridotto in povertà, senza risorse, con tanti italiani che pativano la fame. Le grandi riforme ne hanno cambiato il profilo" sottolinea il presidente della Repubblica.

"La riforma agraria, i piani casa con l’edilizia popolare, la nazionalizzazione dell’energia elettrica, la realizzazione a tempi di record di grandi e decisive opere infrastrutturali, la riforma tributaria, gli interventi per il Mezzogiorno", elenca il capo dello Stato.

"E poi la grande stagione delle riforme sociali. Lo statuto dei lavoratori, le riforme della scuola, in particolare l’istituzione della scuola media unica e l’innalzamento dell’obbligo scolastico, il nuovo diritto di famiglia, l’istituzione, nel 1978, del Servizio sanitario nazionale".

"La fotografia dell’Italia di oggi - sintetizza Mattarella - propone l’immagine di un Paese profondamente diverso, cambiato, progredito. Abbiamo vissuto, probabilmente senza esserne sempre pienamente consapevoli, una straordinaria rivoluzione sociale".

"Certo, la nostra Repubblica è imperfetta, come ogni costruzione che rifletta i limiti e le contraddizioni della vita. Ancora troppe ingiustizie. Ancora diseguaglianze. Ancora condizioni non sopportabili per la coscienza collettiva, come l’evasione fiscale o le morti sul lavoro. Il ricordo del sorriso di Luana D’Orazio impegni tutti al dovere di affrontare il tema della sicurezza dei lavoratori con determinazione e con rigore".

"LA REPUBBLICA HA CURATO GLI ITALIANI"

cms_22087/8.jpg"Le cure che la Repubblica" durante la pandemia "è riuscita ad assicurare a tanti italiani - dice il capo dello Stato - adesso ci pongono di fronte alla necessità, comune, di avere cura della Repubblica. Perché così potremo compiere quei passi in avanti, nel modello sociale, nello sviluppo sostenibile, nelle opportunità di lavoro e di studio, che sentiamo come un’ambizione e come un dovere".

UE - "Abbiamo una risorsa, grande, - sottolinea Mattarella - che proprio la Repubblica ha fatto crescere in questi decenni, muovendo dalla coscienza del male che è stato causa delle guerre e delle dittature.

Questa risorsa, questo orizzonte, si chiama Europa".

"Una costruzione - ricorda - faticosa, che si è sviluppata in modo non sempre lineare. Talvolta minacciata da regressioni per illusori interessi particolari ma, nei momenti più critici, capace di grandi rilanci. Come sta avvenendo".

"L’Unione europea è essa stessa - per noi - figlia della scelta repubblicana. L’Europa è il compimento del destino nazionale. E’ luogo e presidio di sovranità democratica. E’ un’oasi di pace in un mondo di guerre e tensioni. Il filo tessuto con il Risorgimento e la Resistenza ricompone qui la tela di una civiltà democratica che sa parlare al mondo, senza essere in balia di forze e potenze che la sovrastano".

APPELLO AI GIOVANI

cms_22087/9.jpgL’intervento del presidente della Repubblica si conclude con un forte appello ai giovani. "Ai giovani - afferma il capo dello Stato - vorrei chiedere: impegnatevi nelle sfide nuove, a cominciare da quella della transizione verso un pianeta fondato sul rispetto dell’ambiente e delle persone come unica possibilità di futuro. Adoperatevi per trasmettere valori e cultura attraverso i nuovi mezzi di comunicazione. Per promuovere un uso dei social che avvicini le persone e le faccia crescere dal punto di vista umano e sociale, combattendo con determinazione la subcultura dell’odio, del disprezzo dell’altro".

"Ai ragazzi che oggi sono qui e a quelli che avranno modo di ascoltare queste parole vorrei dire: la storia di questi settantacinque anni è stato il risultato, il mosaico di tante storie piccole e grandi, di protagonisti conosciuti e di testimonianze meno note. Tocca ora a voi - dice Mattarella - scrivere la storia della Repubblica. Scegliete gli esempi, i volti, i modelli, le tante cose positive da custodire della nostra Italia. E poi preparatevi a vivere i capitoli nuovi di questa storia, ad essere voi protagonisti del nostro futuro".

Redazione

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