"UOMO LEONE CONTRO NATURA TIGRE"

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Da sempre abbiamo cercato di penetrare nei recessi più intimi della Natura per conoscerla e dominarla. Ma, per quanto ci sia riuscito svelarla, molto altro andiamo ancora indagando specie in relazione alla necessità di arginarne la potenza che ci sovrasta, a volte, distruttiva. Pertanto, è sempre un senso di sgomento misto a stupore quello che ci assale davanti a notizie come le più recenti connesse agli sconvolgimenti climatici che ci hanno fatto riflettere, in vario modo, sul nostro ritrovarci tanto piccoli e fragili.

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Non avremmo potuto sentirci altrimenti apprendendo che nell’isola di Sumatra oltre seimila abitanti sono stati evacuati dalle pendici del vulcano Sina Bung risvegliatosi con copiosa eruzione, di fumo e valanghe di lava, culminata in una potente esplosione sprigionatasi dal cratere, mentre tutt’intorno la terra trema e le misurazioni di deformazione presso la stazione EDM di Sukanalu mostrano un modello di deflazione con il flusso della SO2 che in pochi giorni è salita ad oltre 529 tonnellate.

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Contemporaneamente, altrettanto in termini di drammaticità, ci ha colti la notizia dell’alluvione che nella Georgia ha provocato l’esondazione del fiume Vera causando almeno una dozzina di morti, dispersi e feriti oltre alla devastazione di case e addirittura dello zoo la cui recinzione non ha resistito alla piena dell’inondazione, con fuga di animali e conseguente altro grave rischio per la popolazione esposta allo sbando di feroci tigri orsi ippopotami lupi leoni.

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Come non essere colpiti dall’altra notizia che, nell’ambito dei disastri causati dalle bombe d’acqua e nubifragi soprattutto in Nord Italia, ha riportato l’imperversare dei fulmini che rispettivamente in Valtellina e sulla Marmolada hanno centrato e ucciso due escursionisti. Certamente, siamo piccoli e impotenti davanti ad una Natura che, così in un sol tempo, sembra assalire furiosamente le une e le altre parti del nostro mondo. Ma, fortunatamente, il momentaneo senso di impotenza non ha mai annichilito la primordiale tendenza dell’ uomo a rialzarsi e lottare, con potenzialità che in se stesso è andato di mano in mano scoprendo, per dominare ciò che lo abbia sopraffatto.

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Così, da contraltare all’irrompere della furia di una Natura ancora indomita, la contemporanea notizia del risveglio del robot Philae sulla cometa 67, non può non essere colto nel senso di speranza e fiducia nel trionfo su situazioni avverse, grazie alla capacità di mettere a frutto intuizione genialità e positivo adoprarsi che sono stati il corredo con cui la natura umana è stata immessa nel mondo. Pertanto riprende il suo positivo iter la missione della sonda Rosetta da cui il Phile si era catapultato finendo lontano dal punto scelto per il landing e rimanendo per sette mesi "ibernato" nella frattura della superficie della cometa dove la zona d’ombra non aveva consentito che le batterie solari degli strumenti a bordo si ricaricassero.

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I segnali nuovamente giunti sulla terra dalla cometa 67P fanno intendere che le condizioni termiche siano cambiate positivamente per l’operatività del lander Phile; altresì aprono ad ulteriore speranza che l’esplorazione della consistenza solida e molto frastagliata, all’apparenza poco alterata dai processi cometari, possa testimoniarci le condizioni originarie della cometa al momento della sua formazione.

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Ma, se il risveglio del robot nel glaciale universo è stato fonte di auspici ed oggi ci ha resi euforici; su questa terra, davanti al "risveglio" dei vulcani sappiamo di dovere affilare le armi dell’intelletto per carpirne gli "infuocati" segreti e domarne l’impetuosa natura distruttiva che, comunque, pian piano va disvelandosi all’uomo sempre meno disarmato. In tal senso, annoveriamo le deduzioni dello scienziato giapponese Hiroyouki Tanaka che, con la perforazione dei vulcani in più punti dal basso in alto, ha escogitato il controllo del Magma in movimento catturandone i mioni particolari particelle che, attraversando un apparato con alla base una plastica speciale, danno rilevazioni di colore azzurro come segnalazione dell’andamento magmatico.

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Di tale controllo si avvale lo stesso Vesuvio; mentre un metodo di trivellazione orizzontale del suolo è stato messo a punto dall’italiano Giuseppe Di Natale per il controllo del magma sotto i Campi Flegrei che costituiscono un vulcano piatto con un sollevamento del suolo, di circa tre metri, dipendente da un accumulo di magma carico di CO2. Altro tipo di controllo della potenziale eruzione vulcanica si è raggiunto monitorando, attraverso potenti sensori, i livelli di gas e la pressione dell’acqua piena di agenti chimici provenienti dai fluidi profondi del vulcano. Persino contro le valanghe di fango derivanti dalle relative colate delle eruzioni di vulcani dalla doppia natura di ghiacciai, è stato escogitato un sistema di allarme con i monitor di portata ad ultrasuoni che fanno attivare una sirena per l’evacuazione entro 40 minuti. In definitiva, se l’ancora insondata aspra Natura troppo spesso ci mette alla prova assalendoci con "artigli da tigre", l’uomo continua a difendersi riscoprendo la predestinazione del suo futuro di dominatore che sarà tale solo nel farselo "da leone".

Rosa Cavallo

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