"Hokusai Hiroshige. Oltre l’onda"

Immagini del Mondo Fluttuante

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Il Museo Civico Archeologico di Bologna ospiterà fino al 3 marzo del prossimo anno più di duecentocinquanta capolavori dal Museum of Fine Arts di Boston, suddivisi in sette sezioni tematiche, dei due grandi maestri dell’arte giapponese in Occidente: Katsushika Hokusai, artista dalla personalità fuori dal comune e Utagawa Hiroshige definito dalla critica "maestro della pioggia e della neve". Negli anni trenta dell’Ottocento entrambi segnarono l’apice della produzione artistica ukiyoe, un genere di stampa tipica fiorita tra il XVII e il XX secolo nella città di Edo, l’attuale Tokyo, all’epoca capitale politico-amministrativa dello shogunato Tokugawa. L’ukiyoe, o immagini del mondo fluttuante, è un genere di stampa su carta, impressa con matrici di legno, che si diffuse inizialmente in bianco e nero, per poi arrivare alla sperimentazione della policromia vivace dalle sfumature impeccabili, grazie alla tecnica bokashi. Era da poco stato importato in Giappone il blu di Prussia, conosciuto anche come "Berlin blue", da tempo impiegato in paesaggi e soggetti della pittura tradizionale autoctona Occidentale, che abilmente Hokusai per primo ha utilizzato nelle sue serie silografiche. Un meraviglioso esempio dell’incisività del colore è la dirompente profondità del mare de "La (grande) onda presso la costa di Kanagawa", dalla serie delle "Trentasei vedute del monte Fuji" o la veduta di grande respiro del cielo del "Vento del Sud, Cielo sereno", sempre facente parte della stessa raccolta. Le serie di Hokusai sono diventate punto di riferimento per tutti gli artisti che si cimentano con questo genere, per la potenza delle sue composizioni che alternano prospettive occidentali a vedute a volo d’uccello e soprattutto per aver immerso in splendidi paesaggi poetici la bellezza della figura umana e delle attività del vivere quotidiano.

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I ponti sono spesso il soggetto principale delle sue opere, uno dei luoghi più stimolanti e caratteristici, simbolo stesso del luogo rappresentato, come nella serie di "Vedute insolite di famosi ponti giapponesi di tutte le province": sono crocevia di gente, di merci, ci passano i contadini per il raccolto e venditori ambulanti con pacchi sulle spalle, ma anche samurai e aristocratici. La mostra evidenzia come, partendo dalle serie delle silografie di Hokusai, Hiroshige, più giovane di circa vent’anni, abbia sfruttato le influenze del maestro nel mercato del mondo dell’arte degli anni trenta dell’Ottocento: le opere liriche dì Hiroshige, raffiguranti in maniera preponderante paesaggi e natura, suscitano maggior vicinanza nell’osservatore. La sua produzione sperimentale caratterizzata da giochi grafici, ottici, quasi illusionistici, ha sfruttato le tecniche pre-fotografiche legate ai visori ottici, all’effetto di prospettiva aumentata grazie a lenti e dispositivi importati dall’occidente, utilizzati in quantità dai grandi artisti dell’epoca. Inoltre il maestro della natura, sfruttò al massimo le potenzialità grafiche del foglio posto in verticale, come è ben visibile nella serie "Trentasei vedute del Fuji", con la quale Hiroshige, a vent’anni dalla pubblicazione della serie prodotta da Hokusai, cerca nuovi espedienti per imporsi sul mercato, con un soggetto classico e da tutti amato: lo fa , ad esempio, citando la "Grande onda" di Hokusai nella veduta de "Il mare di Satta nella provincia di Suruga", stampa caratterizzata da una forte asimmetria della composizione, data da un equilibrio di pieni e vuoti stravolti dall’onda in primissimo piano, che non viene mostrata per intero, come un close-up fotografico.

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L’inquadratura ravvicinata ingloba l’osservatore nella stampa stessa, donandogli una visione privilegiata del paesaggio o del soggetto, dietro al quale viene arrangiato uno sfondo di dimensioni molto contenute. Hiroshige, con maestria, è riuscito a descrivere l’atmosfera di un luogo utilizzando cupe sfumature cromatiche, ha saputo ritrarre la fredda luce di una giornata di pioggia raffigurando una nube grigia carica d’acqua nella celebre stampa "Ōhashi. Acquazzone ad Atake", che travolge i passanti sul ponte. Le nuove tecniche e le inquadrature ardite sperimentate da Hokusai e Hiroshige, influenzarono non solo i primi fotografi giapponesi di fine ottocento , ma anche gran parte della pittura europea, principalmente impressionista e postimpressionista, come testimoniano le copie di stampe dai colori brillanti prodotte da Van Gogh, dopo aver visto le "Cinquantatrè stazioni di posta del Tokaido" di Hiroshige , o quelle realizzate da Monet e Toulouse-Lautrec, che contribuirono alla diffusione e allo studio di stampe giapponesi in occidente. La mostra "Hokusai Hiroshige. Oltre l’onda" segna un importante consolidamento nelle relazioni che uniscono il nostro Paese al Giappone, in occasione della celebrazione ufficiale del 150esimo anniversario del ’Trattato di amicizia e di commercio’ che con magnificenza ha unito due diverse tradizioni artistiche e culturali, influenzatesi a vicenda nel corso del tempo; con le parole di Giorgio Starace, ambasciatore d’Italia a Tokyo: "Il partenariato commerciale tra i due Paesi continua a consolidarsi, in un contesto in cui entrambe le economie vivono una fase di ripresa ed espansione". Bologna, conosciuta fin dal Medioevo come città universitaria per eccellenza, accoglie ricercatori e studenti provenienti da ogni parte del mondo, per questo considerata un gran terreno fertile per la fruizione di una varietà di culture, una straordinaria occasione di testimonianza delle salde relazioni che uniscono la nostra comunità al popolo giapponese.

Nicòl De Giosa

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