"Futuruins": the future of ruins at Fortuny Palace

Masterpieces from State Hermitage Museum

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Over 250 works from the Venetian Civic Museums and the State Hermitage Museum, as well as from other Italian and international public and private collections, illustrate the multiple meanings attributed to ruins through the centuries: from the architectural and sculptural remains of the Greco-Roman, Egyptian, Assyrian-Babylonian and Syrian civilisations, to contemporary art that looks at the physical and moral ruins of today’s society.

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Ruins of its architecture, cities and suburbs, but also of men and ideas, as the result of time, negligence, degeneration, natural or political tragedies such as war and terrorism. As a result of the collaboration between the City of Venice, the Fondazione Musei Civici di Venezia and the State Hermitage Museum of St. Petersburg – strengthened by the agreements signed in recent years and the presence of “Ermitage Italia” in the lagoon city – and following Dimitri Ozerkov’s proposal, Palazzo Fortuny will be hosting the “Futuruins” exhibition from 19 December 2018 to 24 March 2019.

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The exhibition reflects on the theme of ruins: an allegory for the inexorable passage of time, always uncertain and changeable, disputed between past and future, life and death, destruction and creation, Nature and Culture. The aesthetics of ruins is a crucial element in the history of Western civilisation. The ruin as concept symbolises the presence of the past but at the same time contains within itself the potential of the fragment: a fragment that comes from antiquity, covered by the patina of time, which with its cultural and symbolic implications also becomes a valid “foundation stone” for building the future. It comes from the past, confers a wealth of meaning on the present and offers an awareness to future projects.

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The contemporary itinerary opens with the extraordinary environmental installation by Anne and Patrick Poirier, and is followed by other works by Acconci Studio, Olivio Barbieri, Botto & Bruno, Alberto Burri, Sara Campesan, Ludovica Carbotta, Ugo Carmeni, Lawrence Carroll, Giulia Cenci, Giacomo Costa, Roberto Crippa, Lynn Davis, Giorgio de Chirico, Federico de Leonardis, Marco Del Re, Paola De Pietri, Jean Dubuffet, Tomas Ewald, Cleo Fariselli, Kay Fingerle, Maria Friberg, Luigi Ghirri, Gioberto Noro, John Gossage, Thomas Hirschhorn, Anselm Kiefer, Francesco Jodice, Wolfgang Laib, Hiroyuki Masuyama, Jonatah Manno, Mirco Marchelli, Steve McCurry, Ennio Morlotti, Sarah Moon, Margherita Muriti, Claudio Parmiggiani, Lorenzo Passi, Fabrizio Prevedello, Dmitri Prigov, Judit Reigl, Christian Retschlag, David Rickard, Mimmo Rotella, Anri Sala, Alberto Savinio and Elisa Sighicelli. In line with the tradition of exhibitions at the Fortuny, there are also a series of works specifically made for “Futuruins” that offer new stimuli for reflection on the present: in this case, these works are by Franco Guerzoni, Christian Fogarolli, Giuseppe Amato, Renato Leotta and Renata De Bonis.

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Between the two chronological extremes of the exhibition, there is a series of masterpieces in various media – paintings, sculptures, applied arts, graphic works – to suggest the major themes being examined. Many have been selected from Venetian collections – ranging from the jellyfish by Arturo Martini and Franz von Stuck to the fire-lit nocturnal ruins of Ippolito Caffi and Urbino-made ceramics bearing themes of genesis and death – while others come from museums and private collections. For its part, the State Hermitage Museum has itself lent more than 80 works by such artists as Albrecht Dürer, Monsù Desiderio, Giovanni Paolo Pannini, Jacopo and Francesco Bassano, Parmigianino, Veronese, Jacob van Host the Elder, Arturo Nathan and Alessandro Algardi.

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The need to work on the concepts evoked by ruins has also been made apparent in the light of recent history, characterised by wars in which iconic and symbolic aspects stand out (the collapse of the Twin Towers, the devastation of the Baghdad museum, Palmyra…) and of the increasingly extreme climate changes on our planet. Follow my Instagram page, theperfumerking profile.

cms_11675/italfahne.jpgProssime mostre a Venezia.

"Futuruins": il futuro delle rovine a Palazzo Fortuny. Capolavori dal Museo di Stato dell’Hermitage

Oltre 250 opere di cui 80 dal Museo Statale Ermitage, dall’antichità all’arte contemporanea, per riflettere sul senso e sui significati delle rovine; sulla costruzione del futuro, attraverso la consapevolezza dell’imprescindibile legame con il passato. Dalla collaborazione tra la Città di Venezia, la Fondazione Musei Civici di Venezia e il Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo – rafforzata dagli accordi siglati negli scorsi anni e dalla presenza di “Ermitage Italia” nella città lagunare – è nato su proposta di Dimitri Ozerkov il progetto espositivo “Futuruins” che, dal 19 dicembre 2018 al 24 marzo 2019 a Palazzo Fortuny.

La mostra riflette sul tema della rovina: allegoria dell’inesorabile scorrere del tempo, sempre incerta e mutevole, contesa com’è tra passato e futuro, vita e morte, distruzione e creazione, tra Natura e Cultura. L’estetica delle rovine è elemento cruciale nella storia della civiltà occidentale. La rovina simboleggia la presenza del passato ma contemporaneamente contiene in sé la potenzialità del frammento: un lacerto che ci arriva dall’antichità, ricoperto dalla patina del tempo, per i suoi risvolti culturali e simbolici diventa anche valida “pietra di fondazione” per costruire il futuro. Essa viene dal passato, conferisce ricchezza di senso al presente, dona consapevolezza ai progetti futuri.

Le oltre 250 opere provenienti dai Musei Civici veneziani e dal Museo Statale Ermitage, oltre che da collezioni pubbliche e private, italiane e internazionali, illustrano i molteplici significati assunti dalle rovine attraverso i secoli: dai resti architettonici e scultorei delle civiltà greco–romana, egizia, assiro-babilonese e siriana, all’arte contemporanea che guarda alle rovine fisiche e morali della società attuale. Rovine delle sue architetture, di città e periferie, ma anche di uomini e idee, frutto del tempo, dell’incuria, della degenerazione, di tragedie naturali o politiche come guerre e terrorismo.

Tale percorso contemporaneo si apre con la straordinaria installazione ambientale di Anne et Patrick Poirier, seguita dalle opere di Acconci Studio, Olivio Barbieri, Botto & Bruno, Alberto Burri, Sara Campesan, Ludovica Carbotta, Ugo Carmeni, Lawrence Carroll, Giulia Cenci, Giacomo Costa, Roberto Crippa, Lynn Davis, Giorgio de Chirico, Federico de Leonardis, Marco Del Re, Paola De Pietri, Jean Dubuffet, Tomas Ewald, Cleo Fariselli, Kay Fingerle, Maria Friberg, Luigi Ghirri, Gioberto Noro, John Gossage, Thomas Hirschhorn, Anselm Kiefer, Francesco Jodice, Wolfgang Laib, Hiroyuki Masuyama, Jonatah Manno, Mirco Marchelli, Steve McCurry, Ennio Morlotti, Sarah Moon, Margherita Muriti, Claudio Parmiggiani, Lorenzo Passi, Fabrizio Prevedello, Dmitri Prigov, Judit Reigl, Christian Retschlag, David Rickard, Mimmo Rotella, Anri Sala, Alberto Savinio ed Elisa Sighicelli. In linea con la tradizione delle mostre al Fortuny, sono presenti anche una serie di lavori appositamente ideati per “Futuruins” che offrono nuovi stimoli alla riflessione sul presente: le opere di Franco Guerzoni, Christian Fogarolli, Giuseppe Amato, Renato Leotta e Renata De Bonis. Tra i due poli temporali della mostra, ci sono capolavori trasversali – dipinti, sculture, arti applicate, opere grafiche – a suggerire i grandi temi trattati. Numerosi sono stati selezionati nelle raccolte veneziane – dalle meduse di Arturo Martini e Franz von Stuck ai ruderi notturni e infuocati di Ippolito Caffi e alle ceramiche urbinati con i temi della genesi e della morte – altri provengono da musei e collezioni private e più di 80 sono le opere prestate dal Museo Statale Ermitage, con lavori, tra gli altri, di Albrecht Dürer, Monsù Desiderio, Giovanni Paolo Pannini, Jacopo e Francesco Bassano, Parmigianino, Veronese, Jacob van Oost il Vecchio, Arturo Nathan, Alessandro Algardi.

La necessità di lavorare sui concetti evocati delle rovine è evidente anche alla luce della storia recente, caratterizzata da guerre in cui spicca l’aspetto iconico e simbolico (il crollo delle Torri gemelle, la devastazione del museo di Baghdad, Palmira…) e dai sempre più estremi cambiamenti climatici del nostro pianeta. Per restare aggiornato, segui la mia pagina Instagram theperfumerking.

Domenico Moramarco

Tags: futuruins palazzo fortuny venezia daniela ferretti hermitage museum

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