"Covid dono di Allah", così l’italiano che incitava alla Jihad(Altre News)

Coronavirus, controlli più stringenti alla Moschea di Roma - Volo Qatar con 135 bengalesi a Fiumicino: no allo sbarco - Fermo amministrativo per la Sea Watch -Roma, maxi-rissa tra stranieri: caos e paura a Cornelia

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"Covid dono di Allah", così l’italiano che incitava alla Jihad

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"Il Covid è stato un dono di Allah". E ancora: "Avanza fratello, avanza verso la morte, tu che sei coraggioso. Vieni e indossa una carica esplosiva, accorri ed esplodi, così la morte è migliore ed è migliore il destino". Così scriveva Ni.F. per fare propaganda della Jihad sui social e indottrinare i più soggetti più giovani e fragili. Il 38enne italiano, originario di Canosa di Puglia e residente a Milano, ’Issa’ come aveva scelto di farsi chiamare, era un radicalizzatore islamico, che dal 2015 ad oggi si è impegnato nel diffondere il credo propugnato dall’autoproclamato Stato Islamico, esaltandone le gesta in chiave apologetica e istigando i propri interlocutori a unirsi al jihad globale contro i ’miscredenti’.

Nel corso della notte i carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Milano hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei suoi confronti ed è indagato per "istigazione a delinquere aggravata dall’uso del mezzo telematico" con l’aggravante della finalità di terrorismo internazionale. Il giovane, nato il 12 maggio 1982, era "uno degli esponenti più capaci" della Jihad. L’uomo, che svolgeva lavori saltuari e part-time presso sale giochi e un parcheggio a pagamento di Milano, secondo quanto riferito dal pm Alberto Nobili, che ha lavorato all’inchiesta con i colleghi Piero Basilone e Leonardo Lesti, "sapeva muoversi con abilità straordinaria nel mondo del web, in particolare su Facebook e su SoundCloud" ed è una persona "capace di trasmettere soprattutto ai giovani quei messaggi che l’Isis da anni tende a divulgare per far sì che chiunque se la senta, uomo o donna che sia", possa qualcosa, anche solo, come dicono ’far uscire un coltello e sgozzarne uno’".

Nei suoi post, inoltre, il 38enne utilizzava un linguaggio "crudele e feroce", da anni usato dall’Isis per incitare i propri seguaci a compiere atti di terrorismo. Parole come "sgozzare, tagliare la testa, sparare ai miscredenti". Sui social, e in particolare su Facebook, dove vantava circa 2mila follower, il giovane diffondeva tantissime immagini di martiri Isis e "tantissime" foto di bambini dell’ambiente islamico morti, quasi come stimolo per sensibilizzare i giovani al martirio.

Il 38enne stava organizzando il suo matrimonio con una donna conosciuta durante uno dei suoi viaggi all’estero. La donna sarebbe dovuta arrivare in Italia a breve per le nozze. Il giovane, inoltre, stava studiando l’arabo. I post che pubblicava su Facebook erano prevalentemente in italiano mentre alcuni, in arabo, li recuperava e rilanciava. Durante le perquisizioni nel suo appartamento gli uomini del Ros hanno sequestrati telefonini, tablet e diversi hard disk.

Il cambiamento radicale di N.F. si era verificato a cavallo tra il 2018 e il 2019 quando, per 9 mesi non consecutivi, si è recato due volte in Qatar e una negli Emirati Arabi. Sul motivo dei viaggi i Ros stanno svolgendo accertamenti ma stando a quando emerso il giovane aveva intenzione di approfondire il suo indottrinamento e voleva raggiungere l’Afghanistan.

Nelle sue intenzioni l’uomo cercava infatti di abbracciare in maniera radicale la fede religiosa. Ed è qui che nasce la sua potenzialità offensiva. Nell’ambiente il 38enne era un personaggio molto conosciuto, "di assoluto rilievo", come confermato dalle indagini dai Ros milanesi. I personaggi che incontrava frequentemente a Milano nel centro di preghiera erano giovani, anche italiani, che iniziavano un percorso probabilmente simile al suo ed erano quindi facilmente influenzabili.

il 38enne si era inoltre convinto di dover applicare la taqyya ossia dissimulare, a partire dal cambio frequente di vestiti. Un elemento che secondo gli investigatori però appare in dissonanza con la pubblicazione frequente di post inneggianti alla Jihad su Facebook. Da un lato dissimulava quindi il proprio estremismo, dall’altro appariva parte di quella stessa ideologia.

Di rientro dal Qatar, inoltre, il giovane aveva disinstallato l’app di SoundCloud dal cellulare per poi installarla nuovamente. Secondo quanto spiegato, nel corso degli anni, Facebook non sarebbe mai intervenuta per segnalare o bloccare i post del 38enne.

Coronavirus, controlli più stringenti alla Moschea di Roma

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La Moschea di Roma mette in campo controlli stringentissimi per arginare ogni rischio di contagio da coronavirus e sta pensando ad una mappatura delle zone a rischio in sinergia con l’ospedale Spallanzani. Il tutto anche alla luce dei contagi di importazione.

"Stamani - spiega all’Adnkronos Abdellah Redouane, segretario generale del Centro Culturale Islamico - abbiamo avuto un incontro preliminare con alcuni dirigenti dello Spallanzani al Centro Islamico e si è pensato ad un lavoro insieme per realizzare verifiche in alcune zone di Roma. Il Centro islamico medierà: ancora non sono state definite le zone per le verifiche ma il nostro contributo sarà massimo; non sarà una operazione generalizzata ma mirata in maniera tale che darà la possibilità di avere dati sul territorio dove c’è la comunità islamica e di evidenziare eventuali focolai".

La mappatura prevederà l’effettuazione di tamponi e di esami sierologici. "Dobbiamo essere molto rigorosi nei controlli - ribadisce Redouane -. E’ capitato di dovere allontanare dalla moschea chi aveva una temperatura corporea superiore ai 37 gradi ma sulla salute non si può abbassare la guardia. La Moschea di Roma ha preso ogni precauzione per evitare contagi. Siamo stati gli ultimi ad aprire - a fine del mese scorso - e solo il venerdì mentre la moschea rimane chiusa per le altre preghiere".

E "da oggi - dice Redouane - ci stiamo preparando con misure ancora più stringenti, con controllo di temperatura all’ingresso; stiamo ragionando con i dirigenti dello Spallanzani per procedere probabilmente la settimana prossima per effettuare verifiche territoriali mirate per le zone che possono essere considerate eventuali focolai del coronavirus. Domani ci sarà la sanificazione della moschea come peraltro accade al termine della preghiera. Accesso sempre limitato a 200 persone".

Volo Qatar con 135 bengalesi a Fiumicino: no allo sbarco

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Due i voli della Qatar Airways, atterrati a Roma e a Milano, con bengalesi a bordo. Per entrambi è arrivato il no allo sbarco. I passeggeri bengalesi, oggetto di un provvedimento di respingimento per motivi sanitari, sono rimasti sull’aereo al terminal 5 di Fiumicino fino al momento della ripartenza del velivolo. Il volo, partito dal Pakistan, ha fatto scalo a Doha nella rotta verso Fiumicino. "I passeggeri provenienti dal Bangladesh che oggi, 8 luglio, hanno viaggiato sui servizi di linea Qatar Airways diretti a Roma e Milano, via Doha, non sono potuti entrare in Italia a causa di una modifica della normativa apportata dalle autorità competenti mentre stavano viaggiando" precisa la Qatar Airways in una nota. "La compagnia ha garantito ai passeggeri assistenza e messo a disposizione i voli per il ritorno al loro Paese di origine".

Per i passeggeri autorizzato allo sbarco, circa un centinaio, sono stati disposti tamponi "in quanto potenziali casi di contatto", evidenzia il responsabile dell’Unità di Crisi Covid-19 della Regione Lazio, Alessio D’Amato. "Inoltre è stato attivato il 118 per l’assistenza ad una donna del Bangladesh in stato di gravidanza, trasferita presso il Policlinico Gemelli. Non verrà mai meno l’assistenza sanitaria da parte dei nostri servizi per chi ne ha bisogno", conclude D’Amato. Sarà prevista, inoltre, la quarantena obbligatoria per i circa cento passeggeri - sia Ue che extra Ue - autorizzati allo sbarco dal volo della Qatar Airways atterrato alle 13 a Fiumicino.

La presenza di 135 cittadini del Bangladesh su 200 passeggeri potrebbe far pensare a un escamotage per aggirare i controlli dopo il provvedimento emesso ieri dal ministro della Salute Roberto Speranza che blocca per una settimana i voli provenienti da Dacca.

Come accaduto nell’aeroporto romano di Fiumicino, anche a Malpensa 40 bengalesi atterrati con un volo sono stati rimpatriati. Arrivati con un aereo della Qatar Airways a metà giornata, sono ripartiti per Doha come su indicazione del ministero della Salute, che per una settimana ha vietato l’ingresso in Italia di persone, provenienti dal Bangladesh, per l’aumento dei casi di Covid19 nel Paese e nella comunità.

Lo stop dei voli da Dacca è stato deciso dall’Italia a seguito del numero significativo di casi positivi al Covid 19 riscontrati sull’ultimo volo arrivato a Roma dal Bangladesh: su 225 passeggeri atterrati il 7 luglio a Fiumicino 36 sono risultati positivi al tampone, al termine delle operazioni eseguite dai sanitari della Asl con personale Adr e Polaria e durate ben 11 ore.

Fermo amministrativo per la Sea Watch

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A seguito di una ispezione della Guardia costiera a bordo della Sea Watch 3, la nave di bandiera tedesca e gestita dall’ong Sea-Watch, sono state riscontrate "diverse irregolarità di natura tecnica e operativa tali da compromettere non solo la sicurezza dell’unità e dell’equipaggio ma anche delle persone che sono state e che potrebbero essere recuperate a bordo", oltre ad alcune "violazioni alle normative a tutela dell’ambiente marino". La nave, ormeggiata nel porto di Porto Empedocle, attraccata nei giorni scorsi dopo il periodo di quarantena successivo al trasferimento su nave Moby Zazà dei migranti presenti a bordo, è stata sottoposta a “fermo amministrativo”.

Roma, maxi-rissa tra stranieri: caos e paura a Cornelia

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Caos e paura nel pomeriggio sulla Circonvallazione Cornelia, a Roma, per una maxi-rissa tra stranieri. Sul posto carabinieri e polizia di Roma Capitale che hanno riportato la situazione alla calma.

Nello scontro, a colpi di bottiglia, a quanto riferiscono testimoni, un uomo, con ferite sanguinanti sul corpo, è stato medicato sul posto. Dalle primissime informazioni, tre persone sarebbero state fermate mentre sono in corso alcune identificazioni. La rissa è scoppiata all’altezza di piazza dei Giureconsulti.

IL RACCONTO DEL TESTIMONE - "Smettevano e poi ricominciavano, smettevano e poi ricominciavano. Non si riuscivano a tenere, poi sono intervenute le forze dell’ordine e finalmente sono riuscite a calmarli".

A raccontare all’Adnkronos i momenti di violenza e scompiglio che si sono consumati, poco dopo le 17,30, è un testimone che si trovava sul posto e che, come tanti altri passanti, è rimasto letteralmente "sbigottito" dalla scena surreale vissuta in piena Capitale. "Hanno preso delle bottiglie di vetro da un cassonetto e hanno iniziato ad usarle per minacciarsi", continua raccontando che "alla fine è stata anche rotta una vetrina di un negozio". Alla fine la peggio l’ha avuta l’uomo con diverse ferite sanguinanti, medicato sul posto. Incredule e sotto choc decine di persone che si sono ritrovate ad assistere alla scena, a pochi metri dal capolinea dei bus.

Redazione

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