27 GENNAIO GIORNO DELLA MEMORIA
Chi e cosa

Ricordare per non dimenticare avevo intitolato un mio articolo. Avevo formulato alcune riflessioni che richiamo per chi abbia tempo e voglia di leggerle
https://www.internationalwebpost.org/contents/RICORDARE_PER_NON_DIMENTICARE_20733.html#.YfA9U-rMKUk.
Insistevo sul dovere di imparare per non dimenticare. Imparare significa cercare nel mondo della conoscenza per acquisire competenze. La competenza forse più antica nella sua essenza, fondata sul senso stesso della trasmissione educativa ma, nello stesso tempo è tanto più fondamentale oggi, proprio per le caratteristiche della società attuale, chiamata anche “società della conoscenza”: recepisce infatti, la sua più peculiare esigenza, quella di richiedere a ciascun individuo di continuare ad imparare, come ben argomentava Faure, per tutto il corso di vita, perché da individuo si diventi persona, essere umano, un’accezione di globalizzazione nel senso più ampio e rispettoso delle differenze che si conviene a una società in cui la complessità delle relazioni tra gli esseri umani sta diventando il problema fondamentale con cui confrontarsi.
Oggi che il mondo della comunicazione dilava verso la serialità e, peggio, abbracciando la logica del consenso oscura o trascura la verità ritengo che ci sono temi che rappresentano l’esatta dimensione della statura professionale.
Mi spiego. Parlare del Giorno della Memoria al di là del riporto degli eventi e della cronaca della pagina di storia espone chi scrive al dilemma del riporto diaristico dei fatti ovvero alla retorica della ricorrenza. Entrambe lasciano in disparte l’essenza dell’imparare o dell’aver imparato per imparare la cui minimizzazione apre il varco all’indifferenza, fisiologica e naturale stato del giorno dopo e del futuro a venire.
Non è questa la sede per riportare persone e luoghi che esistono solo se li si ricerca e che vanno ricordati e subito non per celebrarli ma semplicemente per imparare che esistono e che potrebbero essere sottratti alla memoria delle generazioni perché scivolate nella palude dell’indifferenza.
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Matteo Cotugno
Non posso che concordare con la tua analisi, constato tangibilmente che ormai alcuni eventi che hanno segnato la nostra esistenza
vengono trattati in modo "diaristico" una cronaca degli accadimenti, che svilisce il significato di insegnamento utile alla nostra
formazione di esseri umani con una coscienza umana, si scivola nel routinario e quindi nell’indifferenza....
Commento del 09:44 27/01/2023 | Leggi articolo...
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