MEDVEDEV ’INVADE’ CAMPAGNA ELETTORALE:SCONTRO PD-CENTRODESTRA

Meloni: "Noi insieme per scelta, altri per abbatterci" - Giorgetti: "Nomi? Ancora 24 ore" - Elezioni politiche,sanità: i 9 punti di Azione e Italia Viva - M5S, candidati ’al buio’

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cms_27208/dmitry_medvedev_fg.jpgMedvedev ’invade’ campagna elettorale: scontro Pd-centrodestra

La nuova uscita di Dmitri Medvedev su Telegram arriva a scaldare ancora di più la campagna elettorale italiana. L’ex presidente russo vorrebbe che i governi europei fossero "chiamati a rendere conto’’ e siano ’’puniti per la loro palese stupidità". Parole che scatenano la reazione soprattutto del Partito democratico, che parla di ingerenze e chiede condanna unanime.

Il primo a intervenire è Enrico Borghi della Segreteria nazionale del Pd, che parla di "grave fatto di ingerenza, tutti ne prendano le distanze, iniziando da una destra sempre più ambigua sul tema". "Che ne pensa Meloni?", chiede la capogruppo alla camera dem Debora Serracchiani, e anche il presidente della commissione esteri della Camera Piero Fassino parla di "candidati amici di Putin".

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio definisce "inaccettabili" le ingerenze, e chiede che tutti condannino. Il leader di Azione Carlo Calenda va oltre: "La Russia e Medvedev il 25 settembre avranno un’amara sorpresa. Ci impegneremo a sconfiggere i loro ’amici’ Conte, Berlusconi e Salvini". Ma i dem insistono: "Ancora non sappiamo nulla di cosa pensano Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi delle parole di Medvedev sulle elezioni e su chi sosteneva lealmente il governo Draghi", si legge sul profilo twitter del Pd.

Dal centrodestra risponde la presidente della commissione Esteri del Senato Stefania Craxi che, all’Adnkronos dice: "Medvedev irricevibile, nostra condanna di Putin definitiva, sogno una sinistra che fa campagna elettorale sui contenuti, da loro solo polemiche strumentali".

Fratelli d’Italia respinge al mittente le accuse bollandole come "risibili quasi quanto le dichiarazioni di Medvedev. Lo confermano - afferma il presidente dei senatori di Fdi Luca Ciriani - i voti espressi in Parlamento che hanno sempre attestato la postura internazionale, occidentale e all’interno della Nato dell’alleanza dei partiti di centrodestra. Spiace non poter dire lo stesso dei partiti con cui il Pd ha deciso di allearsi e di sostenerne i candidati nei collegi uninominali".

Ancora più esplicito il senatore Fdi Giovabattista Fazzolari, che parla di "Nuova penosa dichiarazione del vicepresidente del Consiglio nazionale russo Medvedev, diventato ormai una macchietta a livello planetario, a testimonianza della profonda decadenza del regime putiniano. Gli appelli di Medvedev in Europa sono solo un fastidioso ronzio, senza alcun peso politico”.

Salvini:"I problemi degli italiani non sono i tweet di un russo, voteranno gli italiani, non i russi, i cinesi, gli eschimesi, in base a quelli che sono i loro valori e i loro interessi, non mi interessa fare polemiche con il resto del mondo". Così il segretario della Lega, intervistato dal Tg4 sulle parole dell’ex presidente russo Dmytri Medvedev che ha invitato gli europei a "punire" alle urne "i governi e la loro stupidità".

cms_27208/meloni_seduta_mano_fg_ipa.jpgMeloni: "Noi insieme per scelta, altri per abbatterci"

"Governiamo insieme 15 regioni, abbiamo governato insieme in passato e non mi pare ci siano mai stati problemi. Stiamo insieme per scelta e per condivisione, di là stanno insieme per abbattere noi". Lo dice a Radio 24 la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, rispondendo a una domanda sulla solidità dell’alleanza di centrodestra e sulla possibilità che dopo le elezioni si sfaldi.

"La compilazione delle liste porta sempre polemiche. Negli ultimi tempi, soprattutto con l’avvento dei 5 stelle, si pensa che entrare in Parlamento sia una pesca delle occasioni, questo ha aperto la strada a una mentalità per cui chiunque, senza aver fatto la gavetta, poteva arrivare in parlamento, e quindi ci sono tante persone che aspettano di farlo", ha detto ancora meloni aggiungendo: "Noi cercheremo di fare le liste nel modo più meritocratico possibile, io sarei addirittura per le preferenze. Va bene la società civile, ma io parto sempre dai territori - spiega la leader di Fdi - chi fa politica per passione, anche prima di prendere lo stipendio, credo che sia molto affidabile, e infatti si è visto negli ultimi tempi con Fratelli d’Italia, che è un partito granitico".

"Sui salari sono d’accordo, vanno aumentati, ma il salario minimo non è soluzione, è uno specchietto delle allodole", ha continuato sul tema del lavoro. "Da questo punto di vista - spiega Meloni - l’Europa trattava l’italia come una nazione di riferimento, perché la gran parte dei lavoratori ha un contratto nazionale, e quasi tutti i contratti nazionali prevedono una paga minima. Bisogna intervenire invece sul cuneo fiscale, tagliare le tasse sul lavoro".

"Ad esempio, non ho condiviso la scelta del governo Draghi che ha spalmato sull’irpef 8 miliardi di euro, perché l’impatto è minimale, troppo ampia la platea. Io avrei agito sul cuneo, lato lavoratore. La proposta di Fratelli d’Italia è quella del più assumi meno paghi".

"La golden power va assolutamente estesa, sono per la difesa della nostre produzioni strategiche, dei marchi e delle infrastrutture strategiche", sottolinea ancora Meloni.

Partendo dalla rete unica sulle telecomunicazioni, Meloni spiega: "è un dossier delicato, si rischiano importanti oscillazioni. La posizione di Fratelli d’Italia è di avere una rete unica, come in tutte le grandi democrazie, di proprietà pubblica non verticalmente integrata. Quindi bisogna scorporare la proprietà della rete, che non è privata da nessuna parte, dalla vendita del servizio. In Germania, la rete di comunicazione è in mano al pubblico. Una infrastruttura strategica non può essere lasciata in mano ai privati, soprattutto se stranieri".

"Credo che la golden power vada estesa - ricorda Meloni - fu attivata su proposta di Fdi, al tempo del Conte I durante la pandemia, e questo ci ha consentito di salvare moltissime aziende italiane. E non si dica, come dirà la sinistra, che siamo statalisti, perché il loro mito, Macron, quando Fincantieri voleva acquistare Saint Nazaire, nazionalizzò Saint Nazaire proprio per evitare che finisse in mani italiane. Le nazioni difendono le loro infrastrutture strategiche".

cms_27208/giorgetti98_fg.jpgVertice centrodestra. Giorgetti: "Nomi? Ancora 24 ore"

“Dovete pazientare altre 24 ore...”. Così Giancarlo Giorgetti, lasciando il vertice di centrodestra in via della Scrofa, ha risposto a chi gli chiedeva i nomi delle candidature alle elezioni politiche del 25 settembre 2022.

“Stiamo ancora lavorando sulle caselle, non sui nomi… oggi è stata una riunione tecnica” ha spiegato Giovanni Toti lasciando il vertice. "Oggi chiudiamo su collegi coalizione, poi Giorgia esaminerà i nostri" ha detto Ignazio La Russa.

Alla fine dovrebbero essere 15 gli uninominali riservati a ’Noi moderati’, la quarta gamba centrodestra, ’garantiti’ per lo più da Giorgia Meloni (13 dovrebbero essere quelli ’offerti da Fdi’). Questo pomeriggio Giovanni Toti ci ha scherzato su, lasciando la riunione tecnica di coalizione in via della Scrofa, dedicata alla definizione del numero delle donne da ripartire tra gli alleati secondo il principio della parità di genere: ’’16 o 15 uninominali per noi centristi? Stiamo lì...’’.

La novità è che oggi l’imprenditore Paolo Damilano, indicato come papabile per il sedicesimo seggio, si è tirato fuori dalla mischia con una nota, confermando quota 15. ’’’Torino Bellissima’ non sarà presente alle prossime elezioni politiche di settembre perché non è ancora il momento di farlo", ha detto lo stesso Damilano con un lungo post su Fb.

Il problema vero, però, è che tutto è ancora in alto mare, visto che non si sarebbero ancora conclusi gli incroci uomo-donna. Non solo. Non tutti i 15 posti sono blindati. Secondo i più pessimisti, solo sei o sette sarebbero considerati certi, gli altri, invece, sembrerebbero contendibili, ma non sicuri e questo avrebbe già scatenato una serie di malumori.

Numeri alla mano, gli uninominali riservati ai ’piccoli della coalizione’ sono così ripartiti: 4 spettano a Nci di Maurizio Lupi, che correrà nella sua Milano, mentre il vicepresidente del partito, Saverio Romano, si presenterà nel collegio siciliano di Bagheria; 4 andranno ai totiani, 2 all’Udc (il segretario nazionale, Lorenzo Cesa, viene dato in corsa nel Molise); 2 a ’Coraggio Italia’ di Luigi Brugnaro (uno in Trentino Alto Adige sarà assegnato alla vicepresidente del partito, la deputata Michaela Biancofiore); uno verrà dato all’attuale deputato azzurro e presidente di ’Verde è popolare’, il democristiano Gianfranco Rotondi. Al momento nel ’maggioritario’ ci sono anche l’animalista ed ex ministra dell’Ambiente del Berlusconi quater, Michela Vittoria Brambilla, e Vittorio Sgarbi, leader di Rinascimento.

cms_27208/calenda_iv_programma_senato_fg_ipa.jpgElezioni politiche, sanità: i 9 punti di Azione e Italia Viva
Un "piano straordinario per tagliare le liste d’attesa, così da ridurre entro un anno il periodo di attesa per le prestazioni specialistiche e le visite di controllo" e poi "un progressivo e strutturale aumento degli stipendi degli operatori sanitari degli ospedali con particolare attenzione a quelli impegnati nei reparti di medicina d’urgenza e di quelli a rischio di burnout". Sono alcuni dei 9 punti dedicati alla sanità contenuti all’interno del programma elettorale Azione-Italia Viva, presentato oggi a Roma.

"La pandemia Covid-19 ha reso evidente come la vulnerabilità di un sistema sanitario possa avere profonde ripercussioni, sia sulla salute degli individui che sulla crescita economica e sociale - evidenziano Azione-Iv nella presentazione del programma sanità - Per questo riteniamo necessario riformare i meccanismi di governance e coordinamento tra Stato e Regioni. Nel caso le Regioni non siano in grado di garantire l’erogazione dei Lea, i Livelli essenziali di assistenza, va riconosciuta allo Stato la possibilità di intervenire".

Nell’ottica di una sanità in grado di assicurare un continuum assistenziale "urge una revisione della Medicina generale, distinguendo le cronicità di base da quelle di carattere specialistico che saranno prese in carico, sul territorio, da esperti delle varie professioni sanitarie, dagli specialisti ambulatoriali e dai medici di laboratorio, con il supporto della rete delle farmacie". In questo quadro, "occorre adottare indicazioni nazionali prescrittive sulla funzione delle Case della comunità previste da Pnrr, che siano proiettate all’esterno con nuove professionalità, come ad esempio lo psicologo di base, e con personale presente con un medesimo sistema di guardia notturna e emolumento adeguato a tali ulteriori funzioni".

Sul rapporto pubblico-privato in sanità, l’idea di Azione-Italia Viva è "una collaborazione in sinergia e integrazione" con l’obiettivo "primario di mettere al centro il paziente con i suoi bisogni e scelte di cura in un sistema integrato pubblico-privato che garantisca a tutti la stessa qualità di cura e un servizio pubblico efficace ed efficiente". Il programma sanità di Azione-Iv prevede poi al punto 4 la ’Strutturazione di un adeguato sistema di prevenzione e preparedness’, ovvero l’attività "di prevenzione e promozione della salute" con la creazione di "un’Agenzia nazionale per la prevenzione e la preparedness, per coordinare le attività e garantire l’omogeneità sul territorio nazionale".

Nonostante l’Italia "sia attualmente il primo produttore europeo di farmaci, il sistema presenta elementi di vulnerabilità legata alla dipendenza dagli approvvigionamenti da paesi extra Ue di materie prime e intermedie e dalla sempre più forte competitività degli Stati Uniti e della Cina nel campo delle biotecnologie. Per questo è necessario un piano strategico per il sostegno della filiera delle Scienze della vita e dei dispositivi medici", suggeriscono gli esperti che hanno redatto il programma sanità di Azione-Iv.

Infine, "il Ssn deve essere adeguatamente finanziato, in misura comunque non inferiore alla media del finanziamento dei sistemi sanitari dell’Ue, in termini di entità complessiva. Inoltre, è opportuno destinare una quota non inferiore al 3% del Fondo sanitario nazionale alla ricerca, riaffermando il principio che l’attività di ricerca sia parte integrante e fondamentale del Ssn, motore virtuoso di sviluppo del Paese".

cms_27208/m5s_palloncini_fg.jpgM5S, candidati ’al buio’: vincenti parlamentarie non sanno posizione

I risultati delle parlamentarie del Movimento 5 stelle non sono ancora stati resi noti, ma i primi classificati, secondo quanto apprende l’Adnkronos, sono stati convocati per firmare l’accettazione della candidatura. Avviene in Calabria, dove però agli aspiranti candidati non è stata comunicata la posizione che eventualmente occuperanno nelle liste del Movimento: se saranno, cioè, candidati o supplenti, ossia riserve in caso qualcuno si ritiri, e soprattutto se occuperanno le prime posizioni della lista bloccata, o una posizione defilata, che dà pochissime possibilità di essere eletti.

La graduatoria, stilata in base alla quantità di voti ricevuti alle parlamentarie, determina infatti l’ordine all’interno della lista. A meno che non arrivi qualcuno dei 15 nomi del listino di Giuseppe Conte, che andrebbe a prendere il posto di capolista, scalzando l’eventuale candidato più votato. Nella fattispecie, i convocati devono recarsi questo pomeriggio, dalle 17 alle 20, a Vibo Valentia, a firmare l’accettazione della candidatura, appunto, "al buio", senza conoscere l’esito delle parlamentarie.

Redazione

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