ELEZIONI 2022...SONDAGGI ELETTORALI FRATELLI DI ITALIA AL 25%

Meloni- Cacciari - Caio e Rachele Mussolini - Renzi - Grillo - Di Maio -

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cms_26923/sondaggi-politici-swg.jpgSondaggi elettorali, Fratelli d’Italia al 25%

Fratelli d’Italia primo partito al 25% oggi secondo le intenzioni di voto, a 2 mesi dalle elezioni politiche 2022 del 25 settembre, rilevate dal sondaggio Swg per il Tg La7. Il partito di Giorgia Meloni guadagna l’1,2% in una settimana e allunga rispetto al Pd, che cresce dell’1,1% e arriva al 23,2%. Dopo la crisi del governo di Mario Draghi, cala la Lega, che perde l’1,6% e scivola al 12,4%. Passo indietro anche del M5S che cede l’1,1% e ora vale il 10,1%. Giù anche Forza Italia (-0,3%), ora al 7,1%. Sale Azione/Più Europa, che passa dal 4,9% al 6%. I Verdi si attestano al 3,6%, Italia Viva al 2,9% e Italexit al 2,8%.

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cms_26923/meloni.jpgMeloni: "Senza accordo su premier non ha senso governo insieme"

"Se non dovessimo riuscire a metterci d’accordo su questo, non avrebbe senso andare al governo insieme". Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, risponde così al Tg5 a una domanda sul nodo della premiership all’interno del centrodestra a due mesi dalle elezioni politiche 2022 in programma il 25 settembre.

"Confido che si vorranno confermare, anche per ragioni di tempo, regole che nel centrodestra hanno sempre funzionato, che noi abbiamo sempre rispettato e che non si capisce per quale ragione dovrebbero cambiare oggi", aggiunge.

Ci sono i presupposti per una campagna elettorale violentissima? "Penso che lo sarà e che non ci facciamo intimidire. E penso anche che la sinistra abbia bisogno di inventare una macchina del fango contro di noi perché non può dire niente di concreto e di vero. Noi non abbiamo bisogno di inventare una macchina del fango contro di loro perché possiamo banalmente raccontare i disastri che hanno prodotto in Italia negli ultimi 10 anni al governo".

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cms_26923/cacciari8_fg.jpgCacciari: "No a campagna su rischio fascismo"
"Spero che non si giochi la campagna elettorale sul rischio fascismo perché in quel caso scadremmo davvero nel ridicolo". Lo afferma in una intervista a La Verità il professore Massimo Cacciari in vista delle elezioni politiche 2022.

"Non esiste la più remota possibilità di un’involuzione di quel genere - rimarca Cacciari - Semmai è un dramma generale della democrazia quello di tendere allo svuotamento dei parlamenti e all’accentuazione del potere esecutivo. Ed è una tendenza destinata ad aggravarsi se non si scrivono regole precise e riforme in senso presidenziale. Ma il fascismo non c’entra niente".

"Quella di Fratelli d’Italia è una destra sociale, un’identità storica della destra che l’Europa ha conosciuto spesso, e che si muove in territori dove la sinistra ha smobilitato completamente - dice Cacciari - i quartieri popolari, le periferie, i ceti a basso reddito. Lo dico da sempre che la sinistra da questo punto di vista dovrebbe occuparsi degli stessi temi: sanità, scuole, lavoro. Salvini invece è diverso: insiste sull’appello ideologico circa il rapporto con ’l’altro’, senza accorgersi che su quel terreno invita gli avversari a nozze".

Il professore evidenzia che "l’agenda di Draghi è semplicemente l’agenda di tutti. Perlomeno nelle sue pagine fondamentali", "è la lista delle cose che dovremo fare per forza - spiega - Come affrontare la montagna del debito che continua a crescere? Quale politica fiscale dovremo avere? Dove tagliare? Sono tutte cose che dovremo decidere noi. L’agenda è quella, non ce ne sono mica altre: pensate forse che un governo di centrodestra non avrà più rapporti con l’Europa sul Pnrr? Ma figuriamoci. Quelli sono dei ’must’ che resteranno intoccabili".

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cms_26923/Caio_e_Rachele_Mussolini_.jpgCaio e Rachele Mussolini: "Meloni e fascismo? Sinistra senza idee"
"Questi attacchi preventivi tirando in ballo il fascismo, quando in Italia non c’é alcun pericolo di fascismo, sono polemiche strumentali di chi non ha idee, proposte, programmi. L’unica arma che ha la sinistra ha, e che continua a usare ossessivamente, è questa presunta minaccia fascista. Si è arrivati addirittura a ridicolizzare la M: si pensi che io stesso, ormai ci rido su, da oggi chiedo se preferiscano che io mi firmi ’Ussolini’". Caio Mussolini, nipote di Benito, commenta così all’Adnkronos le prese di posizione di chi, riferendosi a Giorgia Meloni, paventa un ritorno del fascismo.

"Viviamo in un momento drammatico - continua - abbiamo grandissimi problemi economici, di sicurezza, che non sono una percezione come dice il sindaco Sala, c’é il problema dell’immigrazione, delle piccole imprese e delle aziende, della tassazione, dell’inflazione, dello spread. E cosa si va a tirar fuori? Il fascismo, anacronistico. I fascisti, se ancora esistono, hanno 95 anni. Da sinistra si butta fango contro il candidato che fa paura, per la sua rara coerenza, attaccandola anche per una camicia troppo blu e troppo scura, quasi nera".

"E’ ripartita la macchina del fango con queste polemiche ridicole, addirittura l’analisi delle parole con la M di Mussolini che ricorre. Se si vuole attaccare la Meloni e Fratelli d’Italia, si devono trovare argomenti credibili che riguardano la politica, non cose a mio avviso fantascientiche", fa eco Rachele Mussolini, consigliere capitolino di Fratelli d’Italia e nipote di Benito.

"Questa ossessione nei confronti di un determinato periodo storico, in un momento tanto difficile per il Paese, la ha evidentemente solo l’altra parte politica perché la mia non ci pensa proprio. Bisogna confrontarsi sui programmi politici - incalza - tornare a un sano confronto sui contenuti politici senza attacchi personali che tra l’altro non hanno senso e scadono nel ridicolo. Gli elettori non hanno più l’anello al naso e sono stufi di questi teatrini. A me francamente del pericolo fascista non interessa proprio niente, mi interessa che arrivino politici seri in grado di dare delle risposte e di aiutare concretamente gli italiani a uscire da questo momento di crisi".

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cms_26923/renzi_parla_fg_ipa.jpgRenzi: "Pronto a correre da solo"
Italia Viva è pronta a correre da sola alle elezioni politiche 2022 in caso di veti. Lo annuncia al ’Corsera’ Matteo Renzi che spiega: ’’Se sono pronto a correre da solo? Sì. Al momento questa è l’ipotesi più probabile. E anche quella che trovo più affascinante. Se prevale l’intelligenza politica e si costruisce una coalizione vera, ci siamo ma se ciascuno vuole tenere le sue bandierine e pensa di poterci abbindolare con due seggi o tenerci fuori con un veto, beh, non ci conoscono’’. Possibile veto di Letta su Iv? ’’Se c’è un veto politico su di noi, ne prendiamo atto. E dopo le elezioni ciascuno risponderà delle sue scelte. Se il veto di Letta è legato all’astio per le vicende del 2014, non possiamo farci niente’’.
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cms_26923/Beppe_Grillo-29.jpgGrillo chiude su 2 mandati anche con rotazione Ue o Regione
Era stato lui stesso a parlarne in un vecchio post sul suo blog e a rilanciare con i parlamentari a lui più vicini: con due mandati in Parlamento stop alla vita tra Camera e Senato, ma via libera alle candidature per un seggio in Parlamento europeo o in Regione, "bèlin guadagnate anche di più..", aveva ironizzato con più d’un deputato e qualche senatore. Ma ora Beppe Grillo, apprende l’Adnkronos da fonti vicine al fondatore del Movimento, sarebbe contrario anche a quello che viene definito ’principio di rotazione’: "In realtà non è mai stato realmente convinto, e ora sulla regola dei due mandati è fermo, granitico. Grillo non vuole nessuna deroga, nella maniera più assoluta", viene spiegato.
Dunque per chi è stato eletto due volte con la ’maglia’ del M5S sarebbe gameover, la corsa si fermerebbe a prescindere. Niente ’ripiego’ in Regione o Europarlamento e viceversa. Almeno per l’idea che ha attualmente in mente Grillo, alle prese con telefonate e riunioni via Zoom. Accarezzerebbe altri piani B il garante del Movimento. Come quello di un’’infornata’ nella scuola di formazione del M5S, per condividere le esperienze maturate dai ’veterani’ con due mandati alle spalle. Non solo deputati e senatori, ma anche consiglieri regionali ed europarlamentari. Perché anche per loro non ci sarebbero deroghe se venisse meno, come allo stato attuale pare volere il fondatore, il principio di rotazione.

Il nodo terzo mandato resta comunque sul tavolo e continua a tenere banco in casa 5 Stelle, dove in queste ore ci si interroga sulle prossime mosse di Giuseppe Conte, oggi sparito dai ’radar’ anche dei fedelissimi e assente nel quartier generale di Campo Marzio. Benché il pessimismo prevalga nei big del Movimento alle prese con l’incognita ricandidatura, si fa spazio l’idea, anche tra gli uomini più vicini a Grillo (ma non nel garante per ora), che alla fine l’ex premier qualcosa spunterà e una ’micro-deroga’ verrà concessa, ma sarebbe davvero minuscola, "nell’ordine di 4-5 persone al massimo", stimano le stesse fonti.

Intanto nel Movimento continua a impazzare il totonomi sui volti ’nuovi’ per la prossima tornata: anche oggi Rocco Casalino è tornato a smentire seccamente una possibile candidatura. Tra Camera e Senato un altro nome che rimbalza è quello di Nina Monti -per lei un ruolo chiave nella comunicazione di Grillo- ma persone vicine al garante smentiscono con nettezza: "Fake".

Altra incognita è quello delle ’parlamentarie’, ovvero la selezione dal basso che da sempre ha contraddistinto le candidature in casa M5S. I tempi stringono, viene fatto notare, "sarà dunque complicato metterle in piedi", anche se da Statuto -articolo 7, lettera A- sono previste. Le regole grilline, però, prevedono che per prendere parte alle parlamentarie gli aspiranti deputati e senatori pentastellati presentino certificato penale, certificato dei carichi pendenti e il 335 c.p.p. ma solo se a conoscenza di indagini o procedimenti penali a carico.

"Documenti difficili da tirare fuori nel mese di agosto. Si potrebbe chiedere il voto della Rete sulle liste per fare in fretta e ovviare. Certo, un bel casino...", osserva un big del Movimento all’Adnkronos. Anche su questo, però, la ’palla’ è in mano a Conte, che dovrà decidere e farlo in fretta per evitare che venga meno un altro dogma in casa 5 Stelle.

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cms_26923/dimaioluigi4.jpgDi Maio: "Grillo e Di Battista nervosi, hanno capito di aver sfasciato tutto"
"Li vedo un po’ nervosi, perché hanno capito come sempre di aver sfasciato tutto. Quella era una forza politica che costruiva i governi, il nostro sogno era andare al governo per cambiare l’Italia. Poi sono diventati un’altra cosa, che io chiamo il partito di Conte". Lo dice a ’L’aria che tira’ su La7 il leader di Ipf Luigi Di Maio, ministro degli Affari esteri, commentando gli attacchi di Beppe Grillo e Alessandro Di Battista nei suoi confronti.

"Conte aveva l’intenzione di far cadere il governo da tanto tempo. Ho fatto la scissione per salvare la politica estera dell’Italia", aggiunge riferendosi al leader del M5S e alla caduta del governo guidato da Mario Draghi. "Penso che l’Italia abbia ancora bisogno di Draghi".

Per "coloro che hanno provato a salvare il governo di unità nazionale" è "un valore essere uniti, ci lavoreremo e poi gli italiani decideranno". Si può ipotizzare un’intesa con Carlo Calenda? "Non è un tema di convincere una persona. Credo che tutti quanti noi come Nazione ci dobbiamo convincere in questo momento storico che essere uniti intorno a programmi e visioni di paese sia un grande valore".

Redazione

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