ADDIO AL SIMBOLO DELLA PACE

Desmond Tutu si è spento a 90 anni

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“Non potrei venerare un dio omofobo”. Si potrebbe sintetizzare in queste poche parole la grande vita di un semplice uomo, che con il suo esempio ha saputo illuminare il mondo intero sulla lotta per la dignità dell’uomo. Grande alleato di Nelson Mandela contro l’apartheid che attuava politiche persecutorie in Sud Africa da parte delle minoranze bianche. Gli ultimi erano il suo chiodo fisso, tanto che ha donato tutto sé stesso per garantire loro una vita migliore. La grandezza di Tutu sta non soltanto nel battersi contro la violenza, ma anche, e soprattutto, nel ricostruire l’unità. Infatti, per ripristinare la riconciliazione del Paese sudafricano ha ideato e presieduto la commissione per la Verità e la Riconciliazione (TRC).

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Tutto questo portò a galla le atrocità del regime segregazionista, ma nello stesso tempo segnò un doloroso ma necessario passo tra le due parti della società africana. Proprio per questo, in quel fatidico processo fu concessa l’amnistia a 849 persone e negata a ben 5392. In seguito a questo accadimento, Tutu decide con ancor più fermezza di dar voce alla sua vocazione. La sua posizione di arcivescovo, però, spesso lo mette difronte a grandi chiacchiericci per le sue posizioni innovative e trasversali rispetto alla tradizione anglicana. Tra le sue battaglie più importanti spiccano la difesa degli omosessuali, il diritto all’aborto e più recentemente quella del diritto al suicidio assistito.

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Un uomo di grande fede in grado di saper dialogare con politici e rappresentanti delle istituzioni. E nonostante l’apartheid attuata dai bianchi nei confronti della maggioranza indigena, si rivolge sempre in modo gentile e pacifico: “Siate gentili con i bianchi, hanno bisogno di voi per riscoprire la propria umanità”. Una morte improvvisa, quella di Tutu, che riecheggia in tutto il mondo. Il sentimento comune di chi aveva a cuore gli ultimi, è di grande tristezza; ma il dovere di continuare sulle orme di questo grande esempio ci deve rassicurare.

Giuseppe Capano

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