NUOVA ZELANDA, SEI MORTI AL SUPERMERCATO
Paura ad Auckland: la premier Ardern parla di attacco terroristico

A pochi giorni dalle dichiarazioni del Presidente americano Biden sulla paura di possibili attacchi terroristici, in un supermercato nel sobborgo di Auckland, Nuova Zelanda, sei persone sono state accoltellate da quello che pare fosse un’estremista. Poco prima delle 15 locali, quest’ultimo è entrato nel supermercato e ha utilizzato come arma un coltello reperito direttamente sul posto.
L’attentatore, ucciso dalla polizia durante l’intervento, era un uomo proveniente dallo Ski Lanka, trasferitosi in Nuova Zelanda nel 2011 e sotto controllo delle autorità già dal 2016. I feriti sono stati subito trasportati in ospedale, dove tre verserebbero in condizioni critiche ed uno sarebbe in pericolo di vita. Molte persone già prima dell’arrivo della polizia si erano allontanate dal negozio; infatti, i video pubblicati sui social media ritraggono alcuni clienti lanciare l’allarme per la presenza di “qualcuno con un coltello” e nel frattempo si sentono i colpi esplosi dalla polizia.
La premier neozelandese, Jacinda Ardern, in conferenza stampa ha parlato di un attacco terroristico pianificato: l’uomo era già schedato nella lista di soggetti con ideologie estremiste, sebbene pare si trattasse di un “lupo solitario”. Dalle successive ricerche non sono emersi legami con altri possibili sospetti o cellule terroristiche, di conseguenza si pensa possa aver agito per emulazione di attacchi che in passato sono stati rivendicati dall’Isis. Appare ragionevole, inoltre, ipotizzare che l’obiettivo dell’agguato fosse proprio il supermercato, visto che il Paese è già da due settimane in lockdown nazionale, pertanto molti altri edifici risultano chiusi in virtù delle misure di contenimento del Covid-19. L’esercizio commerciale era, insomma, uno dei pochi luoghi affollati in cui poter mietere vittime.
Il tragico avvenimento è adesso motivo di forte preoccupazione per la popolazione, perché si tratta del primo attentato in Nuova Zelanda dopo quello di Christchurch, risalente al marzo del 2019, quando il ventottenne Brenton Tarrant assaltò due moschee armato di fucili semiautomatici, uccidendo cinquanta persone e ferendone quaranta.
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