LA FINE DELLA SPERANZA
Il movimento di Navalny bollato come estremista

Sembra non cessare la protesta di Navalny, che con la sua vicenda ha fatto luce sulla reale situazione in Russia. Il maggiore oppositore di Putin fu avvelenato e stando a quello che riferiscono i servizi segreti, pare sia stata una vera e propria vendetta politica. Lo stesso dissidente, aveva l’obbligo di 2 firme mensili (come prevedeva la condanna), ma a causa dei suoi gravi problemi di salute non ha potuto adempiere a questo dovere. Come di consueto, non manca il botta e risposta tra Russia e Unione Europea, dove il portavoce Dimitri Peskov ha chiarito la posizione del Cremlino: “Ci auguriamo che l’Unione Europea non commetta la sciocchezza di collegare le prospettive delle relazioni Russia – Ue al caso di questo detenuto”. Insomma, l’obiettivo dei vertici russi sta nel far paura ai tanti seguici (20milioni circa) di Navalny che continuano imperterriti nella loro lotta al potere.
Certamente, aldilà dell’episodio in se, ci sono molteplici fattori politici che destabilizzano l’intero sistema europeo. La figura di Navalny affascinante e controversa, crea numerosi disagi alla Russia, che continua a restare paralizzata nei rapporti bilaterali con altri paesi. Anche in questo caso la furbizia (se così possiamo definirla) del Cremlino ha preso piede. Infatti, a pochi giorni dall’incontro tra Putin e il presidente degli Stati Uniti Joen Biden, il tribunale di Mosca ha sancito che, tutte le organizzazioni capeggiate da Navalny sono “estremiste”. Precisamente, non potranno svolgere alcuna attività politica nel Paese, rappresentando in questo modo un duro colpo per la democrazia e per i tanti seguaci dell’attivista.
Nella nota diffusa dalla stampa, dopo ben 12 ore di attesa per la sentenza, il portavoce dei pubblici ministeri Alexei Zhafyarov prosegue: “Si è scoperto che queste organizzazioni sono solo hanno diffuso informazioni che incitavano all’odio, ma hanno anche commesso azioni estremistiche”. Intanto le polemiche non si placano suscitando grande indignazione in tutto il vecchio continente. Senza mezze misure (oltre ogni protocollo) il ministro degli Esteri britannico Dominic Raab: “Si tratta di un attacco kafkiano a coloro che si battono contro la corruzione e a favore delle società aperte, ed un tentativo di mettere fuori legge la vera opposizione politica”. Questa legge ignobile è paragonabile ad una vera e propria dittatura, che vede la firma dell’onnipresente Putin, dando un colpo di spugna ad ogni speranza di democrazia e libertà.
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