CHERNOBYL: PASSATO, PRESENTE E FUTURO
I media accennano a possibili nuove attività del reattore che esplose nell’86, ma non c’è da preoccuparsi

Trentacinque anni dopo l’allarme potrebbe suonare nuovamente. Recentemente l’ISPNPP di Kiev ha notato un aumento delle reazioni di fissione nucleare nella centrale, tema rimbalzato anche dai giornali italiani. La fissione o scissione nucleare è un processo fisico-chimico in cui il nucleo atomico di un elemento pesante decade in frammenti di dimensioni minori, vale a dire in nuclei di atomi con numero atomico inferiore. Il processo provoca emissioni di grandi quantità di energia e radioattività, a maggior ragione se sono coinvolti elementi come l’uranio-235 o il plutonio-239. La fissione nucleare può avvenire spontaneamente in natura oppure essere indotta artificialmente tramite opportuno bombardamento di neutroni. È la reazione nucleare comunemente utilizzata nei reattori nucleari e nei modelli più semplici di arma nucleare, quali le bombe all’uranio o al plutonio che colpirono Hiroshima e Nagasaki, chiamate Bombe A. L’Istituto per i problemi di sicurezza delle centrali nucleari, dunque, si occupa di monitorare la situazione della centrale di Chernobyl. E un trentennio e un lustro dopo sono arrivati dei segnali da non sottovalutare. Nell’ultima settimana i media hanno gonfiato la notizia, con espressioni quali “torna la paura” o “il reattore si è risvegliato”; tuttavia non c’è da preoccuparsi più del dovuto, essendo pressoché impossibile che si ripeta un incidente con le medesime conseguenze del 1986.
Infatti quello che potrebbe succedere, nel caso il numero di reazioni di fissione dovesse continuare ad aumentare, è un’esplosione molto più piccola. Che sarebbe tra l’altro contenuta dal NSC, New Safe Confinement, che dal 2016 copre interamente il reattore esploso. Il danno principale sarebbe ovviamente lo spargersi di polveri radioattive all’interno della struttura, il che renderebbe molto più difficoltoso il processo in atto da diverso tempo di smantellamento della centrale. Scienziati ed esperti, in ogni caso, hanno qualche anno di tempo per eludere del tutto questa possibilità. Ammesso e non concesso che l’aumento delle reazioni di fissione non cessi autonomamente.
Entrando nel dettaglio, l’ISPNPP ha misurato un aumento del numero di neutroni nella stanza 305/2: trattasi di una zona inaccessibile della centrale in cui vi sono tonnellate di detriti mischiati al combustibile nucleare che si fuse trentacinque anni orsono. Praticamente la quantità di neutroni è quasi raddoppiata nell’arco di quasi un lustro, poiché i neutroni innescano delle reazioni a catena: avviano la reazione di fissione nucleare, come già detto, e ne vengono prodotti dalla stessa. Secono l’Istituto, quindi, un loro aumento comporta lo stesso per il numero di reazioni ancora in corso.
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