California in fiamme, oltre 100mila gli sfollati(Altre News)
Turchia, un’altra chiesa diventa moschea dopo Santa Sofia - Usa, ergastolo per il killer del Golden State

California in fiamme, oltre 100mila gli sfollati
Sono già oltre 100mila le persone che sono state costrette ad abbandonare le loro case in California, teatro da giorni di grandi incendi provocati da migliaia di fulmini e alimentati da venti e caldo record. Secondo le autorità locali, citate dalla stampa americana, cinque persone sono morte nelle contee di Napa e Solano.
A nord di San Francisco, uno dei peggior incendi minaccia le zone dei vigneti, nelle contee di Napa e Sonoma, già colpite negli ultimi anni. Sono stati distrutti dalle fiamme quasi 90mila ettari di terreni e decine di case.
La situazione per i circa 119mila sfollati è aggravata dalla paura di restare contagiati dal Covid-19. Per questo motivo alcuni hanno deciso di rifugiarsi nei parcheggi o ai bordi delle spiagge, piuttosto che nei centri di accoglienza messi a disposizione dalle autorità.
Turchia, un’altra chiesa diventa moschea dopo Santa Sofia
Dopo Santa Sofia, San Salvatore in Chora. Sempre a Istanbul. A pochi chilometri di distanza. Con un decreto Recep Tayyip Erdogan ha deciso per la riconversione in moschea di quella che era una chiesa bizantina e che era stata trasformata in museo: pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto presidenziale stabilisce che il Museo di Chora (Kariye Müzesi) debba essere un luogo di culto islamico. E, come per Santa Sofia che dal 24 luglio è tornata ad accogliere i fedeli musulmani, il decreto del presidente turco prevede l’affidamento alla Diyanet, la Direzione turca per gli affari religiosi.
Il sito, famoso per i suoi mosaici e patrimonio dell’Unesco come Santa Sofia, era stato trasformato in moschea nel XVI secolo, poi in museo nel 1945. Lo scorso novembre il Consiglio di Stato turco aveva annullato la decisione del 1945, spianando la strada alla riconversione in moschea.
Usa, ergastolo per il killer del Golden State
Condanna all’ergastolo per Joseph DeAngelo, l’uomo noto come il killer del Golden State. DeAngelo, 74 anni, è stato arrestato nel 2018 dopo che il suo DNA è stato trovato su un sito di genealogia. La sua condanna è il culmine di un’indagine iniziata negli anni ’70 e che ha attirato l’interesse mondiale. DeAngelo, che ha patteggiato per evitare la pena di morte, ha ammesso 13 omicidi, oltre a numerosi stupri, furti con scasso e altri crimini. Il procuratore distrettuale della contea di Sacramento Anne Marie Schubert lo ha definito un "sociopatico in azione".
Dopo essere rimasto in silenzio e inespressivo durante le testimonianze delle vittime di questa settimana, riporta la Bbc, DeAngelo oggi si è rivolto a coloro che erano in tribunale, togliendosi la maschera e alzandosi da una sedia a rotelle per parlare, poco prima che il giudice Michael Bowman leggesse la sentenza. "Ho ascoltato tutte le dichiarazioni. Ognuna di esse. E mi dispiace davvero per tutti quelli che ho ferito", ha detto DeAngelo. Il famigerato assassino ora probabilmente morirà in prigione, scontando 11 ergastoli consecutivi senza possibilità di libertà condizionale, con 15 ergastoli simultanei.
"Quando una persona commette atti mostruosi, deve essere rinchiusa dove non potrebbe mai danneggiare un’altra persona innocente", ha detto il giudice Bowman.
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