ANCORA MORTI NEL MEDITERRANEO

Neanche la pandemia riesce a fermare il disperato viaggio dei migranti in fuga da guerre, povertà, fame e malattie

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Molti migranti hanno perso la vita nella serata di sabato in seguito al naufragio del proprio natante nel tratto di mare tra le coste maltesi e libiche. Sono stati “lasciati morire soli nel giorno di #Pasqua da un’Europa che parla a vuoto di solidarietà verso le persone che soffrono. 250 persone erano alla deriva da ieri su 4 gommoni. Oggi avvistamenti @Frontex li riportano ancora in mare e uno capovolto. Naufragato con le persone a bordo”, si legge in un tweet di Sea Watch. Già nella serata di sabato l’Organizzazione non governativa tedesca aveva segnalato “la presenza di imbarcazioni alla deriva in alto mare” chiedendo “alle autorità degli Stati Europei di attivarsi per prestare loro soccorso”, perché “nessuno deve essere lasciato indietro”. Ognuno dei barconi aveva a bordo un numero variabile di migranti: uno con 72 a persone, uno con 47, uno con 55 e l’ultimo con 85. Al momento non sappiamo quante sono le persone decedute. Era stata la stessa Sea Watch a chiedere l’intervento del Commissario europeo per i diritti umani “per chiarire che i diritti delle persone salvate in mare devono essere garantiti a prescindere da quale sia la nave che li soccorre”, nonostante la segnalazione dell’avvistamento sia arrivata da Frontex (agenzia europea con il compito di gestire il controllo delle frontiere al di fuori dell’area Schengen).

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Purtroppo, l’arrivo della bella stagione non ha fermato i viaggi della disperazione di queste persone in fuga da guerre, povertà, fame e malattie. Ma adesso che la pandemia ha costretto, giustamente per motivi di tutela sanitaria, al blocco degli scali portuali e al conseguente fermo delle navi di soccorso umanitarie come la Mare Jonio, Alex, Open Arms e Sea Watch, non si riesce a fare realmente la conta delle vittime affogate in mare o del numero di migranti che dalla metà di marzo a oggi sono riusciti fortunosamente a raggiungere le coste italiane, senza l’ausilio di una nave delle Ong. Per il Ministero dell’Interno, nei primi 3 mesi del 2020 sono sbarcate in Italia circa 2800 persone. E, si legge nell’ultimo bollettino, il grosso degli arrivi si è verificato tra gennaio e febbraio, mentre a marzo siamo intorno alle cifre (240) di un anno fa. La situazione è alquanto drammatica. Il mio augurio è che le autorità italiane facciano come il Portogallo che, fino a quando la pandemia non tenderà a raggiungere livelli minimi di contagio, ha regolarizzato i migranti con un permesso di soggiorno temporaneo che gli consente di accedere più facilmente ai minimi presidi di assistenza sanitaria e alimentare.

Nicòl De Giosa

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